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Leucemia linfatica cronica, nuove terapie ritardano eventuale 'ritorno' malattia

Iezzi (AbbVie): 'Trattamento a durata fissa ha significativo impatto su qualità vita pazienti'

Leucemia linfatica cronica, nuove terapie ritardano eventuale 'ritorno' malattia
05 maggio 2021 | 16.43
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Ogni anno in Italia circa 1.200 persone ricevono una diagnosi di leucemia linfatica cronica (Llc), la più comune forma di leucemia nei paesi occidentali. Tuttavia, questo tumore del sangue fa meno paura, grazie alla terapia a durata fissa. E proprio le novità terapeutiche per la gestione del paziente con Llc oggi sono state al centro della web conference “Leucemia linfatica cronica: la terapia a durata fissa trasforma gli standard di cura per una migliore qualità di vita del paziente”, promossa da AbbVie - azienda biofarmaceutica globale guidata dalla ricerca scientifica - con la partecipazione di Ail, Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma Onlus.

Durante l’incontro online è emerso che nuovi dati dello studio 'Murano', che ha arruolato pazienti con leucemia linfatica cronica recidivante/refrattaria, confermano l’efficacia del meccanismo d’azione unico di venetoclax-trattamento chemio-free a durata fissa di due anni in grado di attivare la morte programmata delle cellule tumorali. Nello studio è stato confermato il beneficio dell’associazione venetoclax più rituximab rispetto alla chemioimmunoterapia in termini di efficacia, intesa come sopravvivenza libera da progressione e sopravvivenza globale. Circa la metà dei pazienti valutati risulta ancora libero da progressione della malattia dopo 3 anni dalla fine del trattamento. L’arco di tempo che intercorre fino ad un eventuale nuovo trattamento è di circa 5 anni più duraturo rispetto ai 2 anni della chemioimmunoterapia.

"Innovare le terapie e migliorare la qualità di vita dei pazienti è al centro del nostro lavoro - ha affermato Annalisa Iezzi, Direttore medico AbbVie Italia -. I dati dello studio 'Murano' confermano l’innovativo meccanismo d’azione di venetoclax, che agendo sulla proteina Bcl-2, agisce per riattivare il meccanismo che spinge le cellule tumorali alla morte programmata. La stella polare che guida l’innovazione nel farmaceutico è il benessere del paziente - aggiunge Iezzi - tanto più è profonda la risposta più è duraturo il benessere del paziente".

"Nel caso particolare - prosegue - l’innovazione di questo farmaco sta proprio nel meccanismo di azione che è al momento unico, decisamente originale, estremamente semplice da descrivere: va a ripristinare una funzione di morte cerebrale programmata. Mentre tutte le cellule in un organismo sano hanno un tempo di vita programmato e poi vanno incontro a morte per poi essere rimpiazzate da nuove cellule, questo non accade nelle cellule tumorali che proliferano in maniera incontrollata. Venetoclax in maniera selettiva va a ripristinare questo meccanismo di regolazione. Inoltre, permette di ottenere risposte profonde. Infatti, in una importante percentuale di pazienti la malattia non è più rilevabile con gli strumenti diagnostici oggi disponibili".

"L’innovazione terapeutica della terapia a durata fissa - sottolinea Annalisa Iezzi - si traduce in un significativo impatto sulla qualità della vita dei pazienti. AbbVie è impegnata a trasformare gli standard di cura per diversi tumori del sangue e al contempo - riferisce - sta valutando più di 20 terapie sperimentali in oltre 300 studi clinici per alcune delle malattie tumorali più diffuse e difficili da trattare. Ma rimane fondamentale - conclude - che il paziente abbia sempre l’ospedale come elemento di riferimento per la cura, non solo in questo periodo di pandemia, così come resta fondamentale l’alleanza tra medico, paziente e centro ematologico”.

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