Il 'legume dei poveri' funziona come il migliore dei farmaci anti-Parkinson. Se opportunamente lavorata e somministrata al paziente, la Mucuna pruriens diffusa in alcune aree equatoriali e utilizzata come fertilizzante in molti Paesi del sud del mondo può essere usata come terapia. Parola dei ricercatori guidati da Gianni Pezzoli, direttore del Centro Parkinson dell'Asst Gaetano Pini-Cto e presidente della Fondazione Grigioni, che a partire dal 2012 studiano l'ipotesi e ora hanno pubblicato i risultati sul 'Journal of Neurological Sciences'. Il segreto della Mucuna è il contenuto in levodopa, trattamento gold standard contro il Parkinson. Almeno nelle zone del pianeta in cui non è disponibile, il medicinale potrebbe quindi essere sostituito dal legume preparato ad hoc.
Pezzoli e colleghi hanno prima esaminato le caratteristiche della Mucuna, quindi ne hanno testato gli effetti. "La Mucuna, saltata in padella, macinata e triturata, viene disciolta in acqua nelle dosi indicate - spiega lo specialista - Gli effetti rilevati sui malati di Parkinson sono sorprendenti e pari a quelli del farmaco. I tremori diminuiscono in poco tempo e la persona malata sta meglio". Evidenze che rappresentano secondo gli autori "un'indubbia promessa per la cura del Parkinson nelle zone più svantaggiate del pianeta".
Il Centro per la malattia di Parkinson e i disturbi del movimento dell'Istituto Pini-Cto è considerato un punto di riferimento nazionale e internazionale. "Seguiamo il paziente e lo prendiamo in carico sin dall'inizio del suo percorso - sottolinea Pezzoli - Al Centro accedono dalle 1.500 alle 1.800 nuove persone malate ogni anno e il nostro database comprende circa 27 mila pazienti, che vengono seguiti sotto ogni aspetto, anche dal punto di vista nutrizionale con ambulatori dedicati, fisioterapia e psicoterapia. E' inoltre attivo un numero dedicato per seguire il paziente a distanza anche il sabato e la domenica".
Mentre sul fronte della prevenzione contro il Parkinson si può fare ancora poco - ricorda una nota - presso il Centro sono in corso diversi studi, ad esempio sui gemelli, per comprendere il peso dei geni della malattia. Il Centro Parkinson del Pini-Cto, anche grazie alla collaborazione con la Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson, ha infatti istituito nel maggio 2002 una 'Banca del Dna' dei pazienti affetti da malattia di Parkinson o da disturbi neurologici correlati (parkinsonismi e altre malattie neurodegenerative), così da promuovere la ricerca sulla genetica di queste patologie. Con gli stessi obiettivi di ricerca, e con l'apporto della Fondazione Grigioni e la collaborazione dell'ospedale Niguarda di Milano, nel 2007 il Centro ha istituito una Banca dei tessuti nervosi (Btn) unica nel suo genere in Italia.