Gli aeroporti sono hub internazionali visitati da milioni di persone. Solo a London Heathrow, ad esempio, arrivano in media 205 mila persone al giorno, circa 75 milioni l'anno. Ma questi viaggiatori non sono soli: secondo uno studio pubblicato su 'Clinical Microbiology and Infection', gli aeroporti - o meglio le maniglie delle porte dei bagni - ospitano invisibili batteri resistenti, che i viaggiatori possono 'raccogliere' e diffondere nel proprio Paese, una volta tornati a casa. Insomma, chi viaggia spesso in aereo può trasformarsi in un inconsapevole untore, almeno secondo il team di Frieder Schaumburg dell'University Hospital di Munster (Germania).
I ricercatori hanno usato un approccio ingegnoso per testare la propria teoria. Ogni volta che un membro del gruppo faceva un viaggio internazionale, eseguiva un tampone sulla superficie di una porta del bagno dell'aeroporto visitato, conservandolo per poi testarlo una volta tornato in laboratorio. Lo studio dimostra che i viaggi aerei hanno il potenziale di introdurre batteri resistenti ai farmaci su superfici davvero 'a portata di mano'. E anche se i piccoli numeri dei tamponi analizzati rappresentano un limite dello studio, si può concludere che i viaggi internazionali presentano un insospettato (finora) rischio per la salute pubblica. Gli studiosi hanno 'catturato' anche lo stafiloccocco aureo resistente alla meticillina St672, un superbug originario dell'India.
"I nostri studi suggeriscono che sia stato importato in Francia dal subcontinente indiano", spiega Schaumburg. "Ma ormai quasi ogni regione geografica ha i suoi problemi con i superbug", riflette. Ecco perché "occorre una strategia unitaria per uniformare la lotta alla resistenza antimicrobica". Gli esperti pensano ai sistemi di pulizia e alle informazioni ai viaggiatori, come mezzi per arginare la diffusione di questi microscopici nemici.
Nel corso della loro ricerca, gli studiosi hanno esaminato 400 porte del bagno di 136 aeroporti in 59 Paesi. Il 60% dei campioni è stato prelevato da bagni maschili, il resto da toilette per signore. La coltura in laboratorio è durata in media 7 giorni. I campioni sono stati prelevati agli arrivi, alle partenze e nelle zone di sosta.
Ebbene, la maggior parte dei batteri 'scovati' è costituita da S. aureus, presente nel 5,5% dei campioni. Lo S. maltophilia era presente nel 2% e l'Acinetobacter baumannii è stato trovato nell'1,3% dei campioni. Gli altri batteri isolati erano per lo più enterococchi, 'spia' di contaminazione fecale. I ricercatori sottolineano comunque una buona notizia: l'assenza nell'elenco di altri patogeni molto insidiosi, come Pseudomonas aeruginosa ed enteroccocchi resistenti alla vancomicina, microrganismi questi ultimi particolarmente virulenti.
I batteri scoperti sono stati a loro volta testati, e in alcuni casi hanno mostrato una resistenza agli antibiotici. In particolare uno S. aureus - trovato sulla porta di un bagno a Parigi - ha mostrato invulnerabilità a diversi farmaci, ma si è rivelato suscettibile ad altri antibiotici, fra cui glicopeptidi e rifampicina. Insomma, se secondo la tradizione popolare mani, mosche e maniglie sono ricettacoli di sudiciume, dalla scienza questa volta arriva una conferma, almeno per mani e maniglie.