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Gli esperti, 'diffondere gli strumenti per prevenire la meningite'

'Serve la co-somministrazione, trasferire la digitalizzazione dell'esperienza Covid'

Foto di repertorio - FOTOGRAMMA
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23 giugno 2022 | 15.09
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"Dobbiamo aumentare la sensibilità nei confronti della vaccinazione contro la meningite perché tutti siano protetti da tutte le malattie così gravi. Nel Lazio, che ha un calendario vaccinale all'avanguardia, mentre la vaccinazione anti-meningite ACWY è gratuita da un anno di vita fino a 18 anni e 364 giorni, la vaccinazione contro il meningococco B è gratuita da 3 mesi a 4 anni e da 11-12 anni fino a 18 anni e 364 giorni; sarebbe importantissimo proteggere, offrendo il vaccino anti-meningococco B in forma attiva e gratuita, anche tra 5 e 11 anni, ponendo la Regione Lazio al top della innovazione vaccinale". Così Roberto Ieraci, infettivologo e vaccinologo membro del Gruppo Strategie vaccinali della Regione Lazio, partecipando alla Tavola rotonda 'Pre-occupiamoci della meningite nel Lazio', evento phygital trasmesso in diretta streaming in questi giorni sui profili Fb, Youtube e il sito di AdnKronos, che ha promosso l'iniziativa con il supporto non condizionante di GlaxoSmithKline.

L'offerta è importante. "Con due vaccini compriamo la maggior parte dei meningococchi - osserva Maria Teresa Sinopoli, responsabile Servizio vaccinale Asl Roma 4 - I giovani neomaggiorenni per 364 giorni possono scegliere autonomamente di puntare sulla propria prevenzione. I nostri ragazzi devono sapere l'opportunità che hanno. Possono votare, guidare e anche scegliere di puntare sulla propria salute e prevenzione. Hanno 364 giorni per decidere. A questi target si affiancano le persone con patologie croniche e anche i loro conviventi. Dobbiamo far crescere la cultura vaccinale e portare avanti un'azione comune tra i medici in chiave preventiva".

A monte, conta che "gli operatori sanitari parlino tutti la stessa lingua, spieghino con chiarezza la pericolosità di questa malattia per smentire fake news dannose - sottolinea Sinopoli - Molte persone, adolescenti e adulte, credono oggi di aver chiuso con la prevenzione una volta completato il ciclo contro il Covid. E invece si deve lavorare come si è fatto per la protezione dei più piccoli. Parlarne, informare, spiegare che non si prende la meningite vaccinandosi. Se non lo facciamo come operatori sanitari, allora diamo spazio solo alla disinformazione".

"Occorre facilitare l'accesso alla vaccinazione, utilizzando i sistemi di promemoria e la possibilità di prenotazione attraverso la piattaforma regionale come già fatto ottimamente per la vaccinazione Covid - aggiunge Ieraci - Ancora, si sottolinea l'importanza della co-somministrazione dei vaccini nella stessa seduta vaccinale in tutte le fasce di età. E per quanto riguarda il vaccino contro il meningococco B, come per tutti i vaccini, si rimarca di rispettare la tempistica del calendario nazionale di prevenzione vaccinale: rinviare il vaccino contro la meningite rappresenta un rischio".

I pediatri segnalano la difficoltà di monitorare i richiami perché nella regione Lazio l'anagrafe vaccinale non è visibile allo studio dello specialista. Ma l'innovazione tecnologica, con lo sviluppo delle funzionalità dell'anagrafe vaccinale, che consenta la fruizione a tutti gli specialisti, è una delle grandi lezioni apprese dal Covid. "Ci stiamo informatizzando sempre di più e abbiamo dato accesso garantito ai bimbi al di sotto dei 2 anni grazie a giornate ad accesso libero - chiarisce Sinopoli - per favorire il completamento dei cicli vaccinali. Si devono ampliare gli orari dei centri, dedicare agli adolescenti ad esempio il pomeriggio e il sabato".

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