Il presidente e Ad Palou de Comasema: "Paese al top per ricerca con 85 studi attivati"
"Se come Pese vogliamo" essere "attrattivi" e "concorrenziali a livello globale, abbiamo bisogno di un quadro normativo e regolatorio che riconosca la farmaceutica come un settore strategico e un finanziamento adeguato alla domanda di salute e migliorare l'accesso alla cura". Lo ha detto Ramón Palou de Comasema, presidente e amministratore delegato Healthcare - Merck Italia, a Roma in occasione dell'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa'.
Merck crede in questo Paese. "Probabilmente - ha sottolineato il manager - siamo l'unica multinazionale farmaceutica con capitale estero che dà valore a tutta la filiera dell'healthcare, con 5 sedi" a livello nazionale differenziate "in Ricerca & Sviluppo e produzione. Da qui esportiamo in 150 Paesi. Nel periodo 2015-2022, l'investimento che Merck ha fatto in Italia supera i 320 milioni di euro". Colpisce "il livello dei ricercatori in Italia: è elevatissimo", ha rimarcato Palou de Comasema. Anche per questo "nel triennio 2020-2022 abbiamo realizzato 85 studi clinici con 5.500 pazienti. Probabilmente l'Italia, dopo gli Stati Uniti e la Cina, è un Paese al top, a livello di sviluppo di conoscenza scientifica".
"L'industria farmaceutica in Italia può essere protagonista in Europa e nel mondo - ha evidenziato il presidente e Ad - grazie alla sua eccellenza in sinergia con la filiera industriale e distributiva che sta facendo leva sulla qualità del Servizio sanitario nazionale e del valore dei professionisti sanitari. Ma non possiamo nascondere che i tempi di accesso a una nuova terapia, in Italia, sono vicino ai 14 mesi" contro i "4 mesi della Germania". Dobbiamo dialogare, per una "rinnovata attenzione delle istituzioni nazionali nei confronti del settore".