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Vaccino Covid, Draghi: "Con che coscienza si saltano liste?"

Il premier in conferenza stampa: "Come si fa sapendo che si espongono a rischio concreto di morte persone over 75 o persone fragili?". E su eventuali riaperture anticipate: "Ci stiamo lavorando, ma non ho una data"

(Fotogramma)
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08 aprile 2021 | 18.55
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"Con che coscienza la gente salta la lista" del vaccino contro il Covid "sapendo che lascia esposto a rischio concreto di morte persone over 75 o persone fragili?". Lo domanda il presidente del Consiglio, Mario Draghi, oggi in conferenza stampa. Il premier fa anche il punto della situazione sulla campagna vaccinale dopo il caso AstraZeneca: "La disponibilità dei vaccini non è calata, i numeri sono tornati a livelli precedenti Pasqua. Sta risalendo, secondo il trend previsto dalla programmazione. Non ho dubbi sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti, quello che occorre è concentrarsi su questa fascia d'età", sottolinea riferendosi agli over 75.

Per quanto riguarda l'ipotesi di anticipare alcune aperture rispetto alla scadenza del 30 aprile, come chiesto anche da Matteo Salvini che ha incontrato oggi, Draghi spiega: "Ho visto Salvini, ho visto i presidenti delle Regioni ma anche dei Comuni, e questa mattina ho visto anche Bersani. Tutti chiedono aperture ed è normale chiederle, perché la miglior forma di sostegno non è quella che dà il governo ma sono le riaperture".

Sulla "collaborazione tra governo e Regioni, oggi c'è stato un primo incontro su Pnrr, ma sono molto incoraggiato dal clima di collaborazione che c'è" tangibile "anche sulla campagna di vaccinazione". Sui ritardi, "non si possono addossare responsabilità a una parte sola", gli "eventi sono complicati, ora siamo arrivati ad una fase in cui c'è la consapevolezza della necessità di vaccinare le persone più esposte: non è solo un dovere ma è un interesse delle Regioni, perché possono riaprire le loro economie al più presto. Qui non esistono Stato, Regioni, siamo noi".

Nella campagna vaccinale "ci sono Regioni più avanzate, ci sono molte diversità, insospettabili, questo dovrà influenzare le riaperture. Nelle Regioni più avanti sarà più semplice aprire. In tutto c'è la volontà mia e del governo di vedere le prossime settimane come settimane di riaperture e non di chiusure. Ma in sicurezza, a cominciare dalle scuole".

Poi aggiunge: "Le riaperture dovranno esserci ma non ho una data, ci stiamo pensando in questi giorni ma questo dipende dall'andamento dei contagi. Questo è un dato certamente, poi ce ne sono anche altri come l'andamento delle vaccinazioni delle classi a rischio".

"La data del 30 aprile - spiega - è quella della scadenza del periodo previsto nell'ultimo decreto, dove si dice anche che qualora l'andamento delle vaccinazioni e dei contagi mostrasse la possibilità si possono riconsiderare le cose anche prima di quella data. Il governo sta lavorando su tutto questo".

Inoltre "ci sarà una direttiva del generale Figliuolo, vedremo come inserire il parametro delle vaccinazioni delle categorie a rischio tra quelli che si usano per autorizzare le riaperture". La vaccinazione delle categorie a rischio, sottolinea, "è importante per la riapertura delle scuole, soprattutto. Una delle ragioni usate per chiuderle fu che i ragazzi contagiano i genitori e i nonni, se mettiamo a riparo queste categorie possiamo riaprire".

Poi, rispondendo alla domanda di un cronista, Draghi dice "sì, Figliuolo conferma. L'ho chiamato e mi ha confermato l'obiettivo" delle 500mila vaccinazioni al giorno entro la fine del mese.

Riguardo al vaccino AstraZeneca il premier spiega che "nei dati il crollo di fiducia in AstraZeneca si vede meno. Noi continueremo a dare un messaggio rassicurante, non a cuor leggero ma con grande serietà e partecipazione, comprensione. Anche io ho fatto AstraZeneca, a me non è venuto in mente di farlo alla leggera, a mia moglie neanche" afferma il presidente del Consiglio.

Quanto allo Sputnik "vediamo cosa dice l'Ema", se arriva il via libera "si possono fare benissimo questi contratti. Ma ci hanno detto che le capacità produttive sono molto limitate, dosi non interessanti per un Paese e se gli accordi verranno rispettati l'Italia avrà tutte le dosi che servono. Bisogna poi vedere se Sputnik si presta ad essere adattato in presenza di varianti, che inevitabilmente verranno fuori".

Per quel che riguarda il nuovo scostamento di bilancio, "il ministro Franco presenterà prima il Def, dove viene definito lo scostamento, il Parlamento dovrà votare e poi presenteremo il decreto" che "conterrà entrambe" le cose, ristori e misure economiche per la ripartenza, e "la disponibilità sarà più grande di quella passata" dice Draghi.

"Il ministro Garavaglia ha indicato il 2 giugno per la riapertura del settore turistico? Speriamo, magari anche prima, chi lo sa - risponde il premier -. La cosa importante è prepararsi alla stagione turistica e non darla per abbandonata". Le località turistiche italiane hanno già registrato prenotazioni, "ma sono prenotazioni degli italiani, mancano gli stranieri" il che "colpisce soprattutto le città d'arte. Bisogna fare come altri Paesi, pronti ad accogliere tutti i turisti che hanno un certificato vaccinale". "L'Italia ha molto da imparare su questo, Grecia e Spagna già hanno annunciato" che consentiranno agli stranieri vaccinati di soggiornare: "Noi lo dobbiamo fare e subito, la stagione turistica è già domani". Draghi rimarca anche la necessità di accelerare sulla "riapertura di fiere ed eventi, su questo bisogna andare avanti svelti".

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