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Terzo Polo, Azione smentisce rottura: "Ma Renzi non sta rispondendo"

Calenda: "Può cambiare idea, ma decida e ne prenderò atto". Per fonti di Azione "il tema è politico, non sembra interessato a sciogliere Iv e a impegnarsi economicamente". La replica di Italia Viva: "Calenda sta facendo tutto da solo". La proposta "respinta" da Renzi

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11 aprile 2023 | 18.18
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"Cazz... in libertà". Dalle parti di Azione sono netti nello smentire all'Adnkronos le voci di rottura imminente con Italia Viva. I problemi, come è evidente dallo scontro pubblico di oggi, ovviamente ci sono e pure tanti. "C'è un punto fondamentale: abbiamo promesso un partito unico e Renzi su questo non sta rispondendo. Questo non va bene", commenta del resto in serata Carlo Calenda a dì Martedì, su La7, aggiungendo: "Renzi credo che può avere legittimante una idea diversa, 'nulla questuo', ognuno è libero di cambiare idea quando vuole. La cosa importante è che sia trasparente e chiaro. Lui vuole mantenere Italia Viva ma non può nascere un partito nuovo se rimangono i due di provenienza. Deciderà confrontandosi con i suoi, ne prenderò atto". E ancora: "Ho visto dichiarazioni molto dure, attacchi personali di molti dirigenti di Italia Viva. Non ho sentito Renzi, non risponderò a niente per rispetto degli elettori che ci hanno votato, l'8%, il simbolo con il mio nome e che odiano le polemiche da cortile".

Fonti del partito guidato da Carlo Calenda specificano intanto che "il tema è politico". Ossia: Matteo Renzi ha realmente intenzione di andare verso il partito unico? Perché per Azione le cose non sono affatto chiare visto che, si argomenta, l'impressione è che "Renzi non sembra interessato a sciogliere Iv né a impegnarsi economicamente per il nuovo partito".

"Se non sciogli Iv, come lo fai il partito unico? Non puoi partire con un percorso congressuale senza aver chiaro che devi chiudere i partiti. Se no come lo finanzi?", le valutazioni che si fanno dentro Azione. Valutazioni motivate anche dal fatto che Iv va avanti nel tesseramento e nel 2x1000 al partito. Ma su tutti questi interrogativi non ci sarebbe stato modo di chiarirsi perché "le riunioni operative", che si sarebbero dovute fare in questo periodo in vista del 10 giugno quando partirà il percorso verso il congresso del nuovo partito, non si sono fatte. "Loro - dicono da Azione - non si sono più visti".

Nel botta e risposta senza fine delle ultime ore da Italia Viva ribattono che le cose non stanno cosi, che è Calenda a non aver convocato le riunioni e che sulla eventuale rottura "sta facendo tutto da solo" e che sui soldi il partito di Renzi ha contribuito tanto quanto Azione. "A differenza di quanto sussurrato da veline anonime, giova ricordare che Italia Viva ha contribuito in modo paritetico rispetto ad Azione", dice il tesoriere Francesco Bonifazi. "Italia Viva ha contribuito al momento per oltre 1 milione e 200.000 euro", fondi che sarebbero andati per volontà di Calenda "nella stragrande maggioranza dei casi per affissioni recanti il suo volto e il suo nome". Quanto al futuro 2x1000, dice Bonifazi, "andrà ovviamente alla struttura legittimata dal congresso democratico".

Da Iv si attribuisce il "nervosismo" di queste ore alla "paura di Calenda di perdere il congresso". Perché un congresso 'classico' che parta dal basso, dai territori come vorrebbe Renzi, potrebbe mettere in difficoltà un partito meno strutturato come Azione. Ma dalle parti di Calenda si smentisce su tutta la linea. Nessun timore. "Noi vogliamo un congresso vero, è giusto che sia contendibile". Intanto stasera alle 21 e 30, Renzi ha riunito i suoi. La riunione era stata già convocata venerdì scorso con all'odg il partito unico.

"ECCO LA PROPOSTA RESPINTA DA RENZI" - "Questa è la proposta mandata a Renzi per la costituzione del partito unico settimane fa e da lui respinta. Non prevede alcuno scioglimento preventivo di Italia Viva e Azione, anzi si parla del 2025. E sono presenti tutte le garanzie di democraticità. Aspettiamo risposte di merito", fanno notare fonti di Azione, in replica alle ultime affermazioni di Matteo Renzi sul Terzo polo.

Nel lungo documento, diviso per capitoli, si precisa tra le altre cose: "Entro il 15 giugno 2023, approvazione del manifesto politico e delle regole del nuovo partito unico da parte delle assemblee dei soggetti partecipanti con voto sull’intera proposta senza possibilità di modifica".

Poi, "entro il 15 settembre, chiusura delle iscrizioni rilevanti ai fini della costituente. Entro il 30 settembre, presentazione delle candidature agli organi nazionali del nuovo soggetto" con "costituente ed elezione degli organi nazionali entro la fine di ottobre, in modo da poter iscrivere il nuovo soggetto al registro dei partiti in tempo per poter anche essere ammesso al 2/1000". Inoltre, "Azione e IV trasferiranno al nuovo partito il 70% delle somme ricevute dal 2/1000 a partire dalla 2° rata del 2023 fino allo scioglimento dei partiti che dovrà avvenire entro il 1° trimestre del 2025".

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