
Piazza gremita per l'iniziativa promossa dal giornalista: "Crediamo sul serio, ostinatamente, al rispetto della libertà e della pace, due madri delle costruzione europea". Gli organizzatori: "Siamo in 50mila"
E’ il giorno della ‘piazza grande’ per l’Europa, senza simboli di partito e tante bandiere europee oggi, 15 marzo, a Roma. Una mobilitazione volta a riaffermare i valori fondanti dell'Unione europea, promossa dai sindaci di 14 città che hanno raccolto l'appello del giornalista e scrittore Michele Serra dalle colonne di Repubblica.
Migliaia le persone in piazza del Popolo tra vessilli blu e grosse bandiere della pace. "Siamo in 50mila" calcolano gli organizzatori. Dei bambini le attraversano tenendo in mano la bandiera con il blu stellato dell’Unione europea. Ai piedi dei lenzuoli arcobaleno dei cartelli dove si legge: “Per un’Europa che sostiene i diritti umani, la difesa civile, la ricerca scientifica, la transizione ecologica, la cooperazione e la solidarietà tra i popoli”. Nel secondo: “Per un’Europa che combatte le disuguaglianze tra i paesi ricchi e quelli poveri, riducendo la povertà e le migrazioni forzate”. Nel terzo: “Per un’Europa che si afferma come comunità politica, democratica ed economica in un sistema multilaterale senza dipendere dalla deterrenza militare”. E infine nell’ultimo: “Per un’Europa che promuove una politica estera comune, fondata sulla cooperazione, la pace, la giustizia, la non violenza, il disarmo e il rispetto del diritto internazionale”
Tra in tanti cartelli c’è anche una partecipante che indossa una maschera della morte con appeso al collo la scritta ‘nazionalismo’. Un altro tiene in mano la targa che indica il luogo ‘piazza del Popolo, con l’aggiunta della scritta "europeo". Tra gli altri cartelli si legge: "L’Europa siamo noi"; "senza Europa siamo solo isole nel nulla". Tra le prime file di continua a cantare Bella ciao.
Ad aprire la manifestazione è stato l'intervento di Michele Serra. “Siamo in tanti perché siamo popolo. Siamo in tanti e siamo diversi. Diamoci una mossa perché altrimenti rischiamo di credere che la sola bandiera che ci resta da sventolare è la carta di credito. Quella è la bandiera di Trump e del suo governo di miliardari”, ha scandito il giornalista salendo sul palco sulle note dell''Inno alla gioia’.
Quella “è gente convinta che ricostruire Gaza rasa al suolo sarà una questione immobiliare e non una questione umana. Poveri loro”, ha aggiunto Serra. “Per quelli che sventolano questa bandiera, l’Europa non è un concetto astratto, è la salvezza. Ricordiamolo quando pensiamo che la resistenza degli ucraini sia solo una scocciatura che ci impedisce di riposare tranquilli”, ha sottolineato tra gli applausi.
“Questa bandiera ha sventolato poco dalle nostre parti fin qui, è appesa negli uffici davanti ai palazzi ed è stata finora un simbolo freddo che non scalda i cuori, se abbiamo deciso di riportarla in piazza è perché vogliamo sentirci europei non per trattato e non per un vincolo burocratico ma perché crediamo sul serio, ostinatamente, al rispetto della libertà e della pace, due madri delle costruzione europea”, ha affermato Serra.
“Non può esistere pace senza libertà - ha aggiunto - ci sono anche in questa piazza idee diverse su come l’Europa deve proteggere se stessa e avere cura della sua gente. Nessuno può sentirsi in pace se è oppresso, invaso o sottomesso. E non esiste libertà senza pace, nessuno è libero sotto le bombe o con i fucili addosso. La guerra non è solo il contrario della pace ma anche il contrario della libertà”.
“L’Europa che vogliamo costruire è un’Europa federale, un’Europa unita, un’Europa che affronta insieme le sue sfide" dice Elly Schlein arrivando in piazza del Popolo per la manifestazione. "Noi come Partito democratico ci siamo, ci siamo con lo spirito federalista che si richiama allo spirito di Ventotene, che vuole sfidare i nazionalismi, che vuole riuscire a far superare l’unanimità con i veti e gli egoismi nazionali che hanno fino a qui tenuto sempre a freno il progetto europeo che deve invece andare avanti. E deve fare anche uno sforzo di solidarietà con un nuovo grande piano di investimenti comuni europei, un nuovo Next Generation Eu, pensando ai valori fondamentali, il valore della giustizia sociale, della solidarietà, della pace giusta. Questo è lo spirito con cui il Pd partecipa con grande piacere insieme a tutte queste persone, unite nell’idea che l’Europa debba finalmente diventare un’Europa politica”.
“Oggi niente polemiche, ci godiamo questa meravigliosa manifestazione” risponde a chi gli chiedeva delle diverse posizioni sul riarmo all’interno del Partito democratico.
“La risposta è stata grandiosa. Ora questa piazza è di nuovo Ventotene”, dice Corrado Augias intervenendo dal palco.
A infiammare la piazza l'intervento dello scrittore Antonio Scurati. “Noi non siamo gente che rade al suolo le città. Non massacriamo i civili e non deportiamo i bambini e li usiamo come riscatto. Lo abbiamo fatto quando gli italiani, non tutti ma troppi, erano fascisti e alleati con i nazisti. Ma proprio per questo - ha scandito Scurati - abbiamo smesso di farlo per sempre. Non deportiamo i migranti in catene a favore di telecamere. Non tagliamo i fondi pubblici alle associazioni umanitarie, non neghiamo il cambiamento climatico. Non umiliamo in mondo visione il leader di un Paese che da tre anni lotta per la sopravvivenza. Noi ripudiano la guerra, ma ripudiare la guerra non significa essere inermi, rinunciatari. Ho passato anni a raccontare il fascismo e le guerre, questo mi ha insegnato che la lotta è diversa dalla guerra, essere contro la guerra non significa rinunciare a lottare. La democrazia è sempre lotta per la democrazia”.
“Siamo in tanti in questa piazza. Siamo diversi, ma tutti radunati da una passione che sentiamo forte in quest’ora: l’Europa e l’Europa unita! Certo, l’Europa - anche di fronte ai suoi cittadini - sembra lontana e ha perso credito. Ma di fronte ai grandi appuntamenti del futuro non si può non essere uniti. L’Europa è una necessità storica, non una retorica” sottolinea Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, dal palco della manifestazione. “Se non saremo insieme, i nostri valori, la nostra civiltà, si diluiranno nelle correnti della globalizzazione e tra i giganti del mondo. La storia ci ha consegnato, ancora tanto incompleta questa meravigliosa missione: essere europei in questo mondo complicato, conflittuale e in rapido mutamento. Perché l’Europa è storia, non smemoratezza”. "I nostri amici ucraini hanno conosciuto per ben tre anni il dramma della guerra causata dall’aggressione russa. C’è una domanda di pace che sale dal popolo ucraino. Pace vuol dire Europa. Perché l’unità europea, anche in tempi di guerra fredda, non è mai stata contro”.
“Pace - prosegue - non solo per noi, ma essere un porto di pace per chi nel mondo l’ha perduta. Non una fortezza impaurita e invecchiata, ma un porto aperto, capace di accogliere, integrare, costruire il futuro. Chi non ha pace, possa contare su di noi. La passione, che sento in questa piazza, non può essere umiliata in mediocri letture partitocentriche italiane, ma è ben di più. La visione di un’Europa non imbelle o labirintica, ma coesa, solidale e di pace”.
La segretaria del Pd, Elly Schlein, è stata accolta in piazza del Popolo, a Roma, alla manifestazione ‘Una piazza per la pace’ lanciata da Michele Serra da un’ondata di gente e affetto. “Vai Elly”, i cori rivolti alla leader dem che, con alcuni dei presenti si è prestata ad abbracci e selfie. Solo un signore, sulla sessantina, ha voluto manifestare a Schlein la sua contrarietà: “Viva Picierno, cerca di votare e non astenerti”, il rimprovero.
E anche la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picerno è in piazza del Popolo, assieme ad Alessandro Alfieri (Pd) e ad Alessia Morani (Pd), alla manifestazione indetta da Michele Serra. Sono stati accolti con applausi dallo spezzone della comunità ucraina. "Siamo qui sulle orme di Altiero Spinelli, per i valori della libertà e della democrazia e per tutto ciò che rappresenta l'Unione europea", commenta Picierno.
L’Europa che vogliamo costruire è un’Europa federale, un’Europa unita, un’Europa che affronta insieme le sue sfide. Noi come Partito democratico ci siamo, ci siamo con lo spirito federalista che si richiama allo spirito di Ventotene, che vuole sfidare i nazionalismi, che vuole riuscire a far superare l’unanimità con i veti e gli egoismi nazionali che hanno fino a qui tenuto sempre a freno il progetto europeo che deve invece andare avanti. E deve fare anche uno sforzo di solidarietà con un nuovo grande piano di investimenti comuni europei, un nuovo Next Generation Eu, pensando ai valori fondamentali, il valore della giustizia sociale, della solidarietà, della pace giusta”. Lo dice Elly Schlein in piazza del Popolo per la manifestazione ‘Una piazza per l’Europa’, lanciata da Michele Serra. “Questo è lo spirito con cui il Pd partecipa con grande piacere insieme a tutte queste persone, unite nell’idea che l’Europa debba finalmente diventare un’Europa politica”, conclude la segretaria dem.
"Dalla piazza di oggi arriva un messaggio molto chiaro, che nessuno dovrebbe strumentalizzare: fatela questa Europa, fate l’Europa politica che manca, a cominciare dalla politica estera e di difesa". Lo ha detto il segretario di Più Europa Riccardo Magi parlando con la stampa a piazza del Popolo. "Da federalista europeo - afferma Magi - ho le idee molto chiare: abbiamo perso decenni nel realizzare l’integrazione europea e per quanto ci riguarda noi oggi siamo qui in piazza con la comunità ucraina e con uno striscione con i colori dell’Ucraina e con su scritto 'resistenza europea'. Siamo stati tra i primi ad aderire a questa piazza anche se non condividiamo le motivazioni che hanno portato altri ad essere qui''. La delegazione di +Europa ha fatto il suo ingresso nella piazza dove è in corso la manifestazione per l’Europa insieme alla comunità ucraina.
''Pensiamo che in questo momento cantare bella ciao sia possibile solamente con la resistenza ucraina, perché quello che il popolo ucraino chiede ormai da più di 10 anni è di entrare nell’Unione europea, quindi penso che abbiano le idee più chiare sull’Europa di quelle che hanno tanti pacifisti del nostro paese”.
“Dove si manifesta contro le armi e contro la guerra, contro la distruzione e la morte, ci saremo sempre. Ancor più contro una occupazione brutale, contro il genocidio che stiamo subendo. Giusto essere oggi qui, in questa piazza e non nell’altra, per affermare anche il nostro diritto alla resistenza, alla difesa e per dire no alla guerra”. Lo dice all’Adnkronos il presidente della comunità palestinese di Roma e Lazio, Yousef Salman, in piazza Barberini con i movimenti riuniti per dire no al riarmo. Quanti oggi manifestano contro la guerra sostengono con forza la possibilità di risolvere le controversie internazionali senza armi. Anche in Medio Oriente. “Assolutamente sì- spiega Salman - Basterebbe applicare le centinaia di risoluzioni delle Nazioni Unite e che Israele non ha rispettato nè voluto applicare. È per questo che la guerra e l’occupazione vanno avanti”.