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Terzo Polo e partito unico, Calenda: "Rottura con Renzi? Figuriamoci"

Nota ufficiale di Iv: "Nessun tatticismo. Abbiamo deciso di fare un congresso democratico in cui ci si confronti a viso aperto e non con le veline anonime". Stasera Renzi riunisce i suoi

(Fotogramma)
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11 aprile 2023 | 15.11
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"Se siamo alla rottura? Diciamo che Calenda sta facendo tutto da solo". Fonti di primo piano di Italia Viva rispondono così all'Adnkronos sulle voci di rottura ormai imminente tra Azione e Italia Viva che manderebbe all'aria il progetto del partito unico centrista. I renziani, insomma, respingono al mittente non solo le accuse di non voler fare sul serio ma addossano al leader di Azione la volontà della rottura.

"Ma figuriamoci" dice Carlo Calenda rispondendo così all'Adnkronos sulle voci di una rottura imminente. E lo stato maggiore Iv ribadisce di voler proseguire nel percorso del partito unico. Da ultima anche Maria Elena Boschi: "Leggo polemiche dentro il Terzo Polo. Mi dispiace. Abbiamo scelto di fare un partito unico e abbiamo già definito le date. Noi non cambiamo idea e lavoriamo in questa direzione #10Giugno".

Intanto stasera Matteo Renzi riunirà i suoi. L'assemblea era stata già convocata venerdì scorso con all'odg il partito unico. L'incontro è previsto alle 21.30. La riunione sarà mista: in presenza, nella sala della ex commissione Difesa del Senato, e online.

IL RESOCONTO DELLA GIORNATA - "La verità? La verità è che Calenda ha paura di perdere il congresso". Tra i parlamentari di Italia Viva si spiega così all'Adnkronos il "nervosismo" di Azione, culminato stamattina in una serie di botta e risposta tra esponenti dei due partiti. Un congresso 'classico' che parta dal basso, dai territori come vorrebbero i renziani potrebbe mettere in difficoltà un partito meno strutturato come Azione. Di qui, secondo Iv, le tensioni. E stamattina, dopo giorni di silenzio, è arrivata la reazione in batteria dei renziani. "Basta, sono 10 giorni che ci menano", spiega un parlamentare Iv.

Lo scambio è partito dopo le parole del capogruppo Matteo Richetti in tv che ha posto dubbi sulle reali intenzione di Matteo Renzi e poi c'è stata "l'uscita scomposta" dalle parti di Azione, così la definisce un esponente Iv, su "tatticismi" di Renzi che starebbero mettendo a rischio la nascita del partito unico. Un'escalation iniziata con l'annuncio dell'ex premier del suo nuovo incarico di direttore del Riformista. "C'è il rischio di un conflitto di interessi", aveva detto Calenda nei giorni scorsi.

Dubbi rilanciati oggi da Richetti: "Uno deve decidere se nella vita fa politica o informazione. Quando mi telefona Renzi mi parla del partito o mi intervista per il Riformista?". Di qui la reazione dei renziani. Parte Ivan Scalfarotto: "Leggiamo che Richetti ha dubbi sulle scelte di Renzi. Prima gli chiedono il passo indietro, poi non sono convinti. Fortunatamente con il 10 giugno parte il congresso del partito unico e tutti i dubbi saranno sciolti nel fisiologico gioco democratico".

Quindi arriva una nota ufficiale di Iv in replica alle accuse di 'tatticismo': "Non c'è nessun tatticismo di Italia Viva. Abbiamo deciso di fare un congresso democratico in cui ci si confronti a viso aperto e non con le veline anonime'', si legge nella nota in cui si conferma la volontà di andare avanti nel partito unico. "Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C'è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi. Quanto a Renzi: gli è stato chiesto di fare un passo indietro, lo ha fatto".

Interviene anche Davide Faraone: ''Stiamo aspettando che Calenda convochi il tavolo di lavoro delle regole, stiamo aspettando che Calenda convochi il comitato politico, stiamo aspettando che Calenda spieghi come candidarsi al congresso. I tatticismi sono tutti di Calenda, non di Renzi. Meno male che dal 10 giugno si vota in modo democratico''.

Ed ancora Luciano Nobili: ''Il problema non è se si scioglie Italia Viva, l'impressione è che si stia sciogliendo Azione per le proprie divisioni interne. Meno male che arriva il 10 giugno e parte il congresso''. E poi Teresa Bellanova: "Facciamo il congresso e in quella sede discutiamo di tutto. Nei partiti democratici si fa così. Chi ha paura della democrazia?", chiede l'ex ministra renziana.

Carlo Calenda interviene su Twitter: "Per quanto concerne @Azione_it la prospettiva di un partito dei liberal-democratici aperto e inclusivo resta l’unica utile al paese. Va perseguita seriamente e rapidamente con i soggetti realmente interessati. Polemiche da cortile non ci interessano e non vi prenderemo parte".

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