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Stop sci, Zaia: "Imbarazzante, serve cambio passo"

Il governatore del Veneto: "Basta anche con questo dibattito sul lockdown, chi lo propone deve dare informazioni scientifiche"

Foto Fotogramma
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15 febbraio 2021 | 14.26
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Luca Zaia definisce "imbarazzante" lo stop fino al 5 marzo dello sci deciso all'ultimo momento e chiede al governo Draghi "un cambio di passo". "Sia chiaro che i veneti il senso di responsabilità ce l'hanno nel midollo spinale: prima viene la salute. Però, è raccapricciante e imbarazzante un'ordinanza sullo sci emanata quattro ore prima della possibilità di riaprire le piste da sci", è il duro j'accuse che il presidente del Veneto ha lanciato oggi nel corso del consueto punto stampa. "Perché -ha spiegato- avremmo anche potuto fare un 'deblocage' visto che abbiamo le piste da sci illuminate avremmo potuto riaprire le piste da sci dalla mezzanotte", ha aggiunto Zaia.

"In via prudenziale ho fatto un'ordinanza di riapertura dal 17 febbraio -ha quindi ricordato Zaia- proprio perché noi siamo attenti al tema della salute, e in accordo con gli operatori abbiamo deciso di saltare il carnevale". Ma il governatore del Veneto ha anche tenuto a sottolineare: "non ci sia qualcuno che dice che la riapertura le piste da sci era un'occasione per 'arraffare': gli operatori lo facevano semplicemente per dare un segnale di buona volontà. Ma la loro stagione ormai è andata".

Di una cosa, Zaia è certo: "Dopo quest'ultima vicenda dell'ordinanza sulla chiusura delle piste da sci, non c'è dubbio che un cambio di passo da parte del governo ci vuole tutto, fino in fondo". Un cambio di passo che secondo il governatore del Veneto è necessario "rispetto al timing delle decisioni e soprattutto ci deve essere una voce unica da parte del governo su questo fronte". "A questo punto abbiamo interlocutori scientifici che sembrano essere più attendibili delle ricadute delle scelte del governo. Così non può funzionare. Mi rendo conto che il governo è in carica da poche ore, però è pur vero che a corollario di tutto questo 'pasticcio' ci sono dichiarazioni fiume di membri del Cts e di consulenti del ministri. Vedo un dibattito del mondo scientifico tra 'aperturisti' e 'chiusuristi' e di mezzo ci siamo noi cittadini". E ancora: "E le dichiarazioni più 'avventurose' le fa chi non ha l'obbligo di firmare un documenti".

A questo punto, secondo Zaia, "oltre ai ristori devono essere riconosciuti anche i danni agli operatori della montagna. Perché avevano già iniziato a battere le piste da sci, ad assumere il personale stagionale, e si erano adeguati alle linee guida con i posti ridotti al 30 per cento. Quindi mi sembra un discorso di giustizia perché oltre agli impiantisti ci sono gli alberghi che avevano già aperto, ai rifugi e a tanti altri operatori della montagna".

''Noi siamo la prima regione d'Italia per turismo con 70 milioni di presenze" che "vale 18 miliardi di euro, è la più grande industria del Veneto'' ha detto il governatore Zaia nel corso della trasmissione 'Quarta Repubblica' su Rete4. 'Siamo entrati in Covid come la Regione con minor disoccupazione a livello nazionale, avevamo il 6,6%. Oggi abbiamo 60mila posti di lavoro persi, 35mila dei quali nel mondo del turismo. Penso che l'unico vero treno sia quello del Recovery Fund e spero veramente che non si traduca in monopattini, altrimenti il rilancio dell'economia e dell'occupazione non lo vedremo mai più''.

''Ritrovarsi con un'ordinanza nazionale quattro ore prima della potenziale apertura grida vendetta perché non si tiene conto delle spese fatte, delle assunzioni, dei carichi dei magazzini dei rifugi dei turisti Tutte attività che oggi vanno nella categoria danni creati. E' un pasticcio. I nostri ministri erano sul pezzo già ieri sera tanto è vero che hanno contattato subito, saputo del'ordinanza, i gestori degli impianti da sci. Oggi non dobbiamo più parlare di ristori ma di danni che vanno indennizzati''.

Lockdown

Sulle richieste di un lockdown totale in Italia dice: "Basta con questo dibattito sul lockdown. Chi propone il lockdown deve anche accompagnarlo da informazioni di carattere scientifico. Se la questione è la variante inglese io ricordo che in Veneto ce l'avevamo già a Natale: e avevo annunciato allora che c'era stato detto che era una 'scusa' per giustificare la tragedia che stavamo vivendo". "Ora si dice che questa variante è altamente contagiosa e manda in tilt i sistemi sanitari ma il 24 dicembre non era vero?", si chiede il presidente del Veneto. "Io mi chiedo: se tu sei uno scienziato e dice che serve un lockdown cosa rischi? Nulla, se non hai responsabilità giuridica sulle scelte che fai, allora avremo o no il diritto di sapere quali sono le basi scientifiche per cui proponi un lockdown?".

Ipotesi lockdown totale? ''Penso che dobbiamo gestire questa situazione senza lockdown. Vedo molta gente che invoca il lockdown ma tra me e me dico quella persona a dire questo alla fine non rischia nulla, io se lo dico devo firmare una ordinanza. Si sente tanto parlare di lockdown ma vorrei capire se hanno informazioni diverse dalle nostre perché i nostri Dipartimenti di prevenzione non sono mai stati contattati, questa richiesta di lockdown non nasce da una analisi fatta insieme ai servizi di prevenzione delle Regioni. Immagino che loro abbiano delle notizie che noi non abbiamo''.

Vaccini

Comprare vaccini autonomamente? ''Non siamo attaccabrighe ma mi devo occupare della salute dei veneti" ha detto Zaia. "Ci hanno cercato, abbiamo oggi due contratti con una disponibilità di 12 milioni e 15 milioni di vaccini. Ci viene dichiarato che sono disponibili da subito, noi abbiamo già inviato una lettera ad Arcuri, la pratica è sopra la sua scrivania''.

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