No dell'Aula al testo che impegnava il governo a introdurre una soglia minima salariale pari a 9 euro all'ora
Doppio voto al Senato sul salario minimo. L'Aula con 79 voti contrari ha detto no alla 'Mozione sull'introduzione di un salario minimo garantito per i lavoratori italiani' presentata dal M5S (a favore sono stati 61 senatori). Successivamente l'Aula ha votato a favore dell'Odg presentato da Fratelli d'Italia, stavolta approvando il testo con 82 voti, mentre contrari sono stati in 60 e 8 gli astenuti.
Nel testo a prima firma Patuanelli si impegnava "il governo a introdurre una soglia minima salariale inderogabile, pari a 9 euro all'ora, per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali è più debole, prevedendo che la soglia si applichi soltanto alle clausole relative ai 'minimi', lasciando al contratto collettivo la regolazione delle altre voci retributive".
"Il Salario minimo è una parte di un problema ben più ampio e le cause dei salari bassi sono molteplici. Dopo anni in cui il problema è stato del tutto trascurato, è necessario approfondire il dibattito per individuare gli strumenti più adeguati per far fronte al problema e restituire agli italiani dignità del lavoro e l'aumento del loro potere d'acquisto", si legge nell'ordine del giorno presentato in Senato, a prima firma di Lucio Malan (FdIi). Per i meloniani occorre individuare "gli strumenti più idonei anche al di là della soluzione del salario minimo". Inoltre viene chiesto l'impergno a "evitare qualsiasi forma di intervento che spinga al ribasso i salari medio bassi".