"Le sanzioni? Funzionano, strumento più efficace che abbiamo"
"Si è fatto molto chiacchierare in questi giorni di questo documento americano che parlava di partiti che sono stati finanziati dalla Russia, dopo di che mi pare che sia stato smentito da tutti che in questo documento figurassero personalità italiane. Questo mi fa molto piacere, perché in generale per un patriota l'idea che qualcuno prenda soldi dagli stranieri è una cosa che non condividerei mai. Non so a chi Draghi faccia riferimento" quando dice che "c'è chi parla di nascosto con i russi, chi vuole togliere le sanzioni", "però io guardo i fatti e per quello che riguarda il centrodestra è sempre stato compatto non solo nel condannare, ma nel votare i provvedimenti che erano necessari a sostenere l'Ucraina". Lo ha affermato Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, intervistata alla festa nazionale della Confederazione Aepi dal direttore dell'Adnkronos, Gian Marco Chiocci.
"Il problema - ha aggiunto la leader di Fdi - ce l'ha il centrosinistra, dove il Pd ha fatto un accordo con Fratoianni e se si va sul sito di Sinistra italiana e si legge il loro programma a pagina 42 si troverà che c'è scritto che bisogna fermare immediatamente l'invio di armi in Ucraina. Quando ho chiesto questa cosa a Enrico Letta lui ha risposto che con 'Sinistra italiana abbiamo fatto un'alleanza elettorale ma non ci facciamo il Governo' che è quasi peggio la toppa del buco".
E ancora: "Non sono d'accordo con chi dice" che le sanzioni alla Russia "non stanno funzionando. Sono lo strumento più efficace che abbiamo nell'attuale contesto, tutti quanti abbiamo letto i dati economici della Russia", dove "era stimata una crescita del 6 per cento del Pil, adesso sta festeggiando una chiusura a meno 3,5 per cento", secondo "i dati ufficiali della propaganda russa. Vuol dire aver perso quasi il 10 per cento del Pil. Questo è l'effetto delle sanzioni, quindi credo stiano funzionando".
"Credo soprattutto - ribadisce Meloni- che l'Italia non debba e non possa discostarsi dalle scelte della comunità internazionale alla quale appartiene. Noi non decidiamo l'esito della guerra in Ucraina, la Gran Bretagna da sola manda più armi di tuta l'Unione europea, quello che cambierebbe, se l'Italia si sfilasse, sarebbe l'atteggiamento verso di noi, perché saremmo considerati 'L'Italia spaghetti e mandolino' che quando arrivano le difficoltà volta le spalle. E siccome abbiamo un volume di esportazioni con la Russia dell'1,5 per cento e con l'Occidente dell'80 per cento, temo che non potrebbe convenire. Quindi noi non stiamo tanto decidendo il futuro dell'Ucraina, noi stiamo decidendo il futuro nostro con la posizione che assumiamo sulla guerra in Ucraina".