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Referendum giustizia senza quorum, oggi spoglio amministrative 2022

Exit poll: Palermo al centrodestra, a Genova verso bis di Bucci al primo turno, a Verona sorpresa Tommasi. Affluenza in calo alle comunali

(Fotogramma)
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13 giugno 2022 | 07.01
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Referendum sulla giustizia senza quorum mentre inizia oggi alle 14 lo spoglio delle schede delle elezioni amministrative 2022. L'affluenza alle comunali è stata del 54,72%, secondo il dato definitivo sul voto relativo agli 818 comuni gestiti dal Viminale. Alle consultazioni precedenti l'affluenza era stata del 60,12%.

Affluenza poco superiore al 20,9% ai 5 referendum in materia di giustizia, il dato definitivo fornito dal Viminale che ha completato il calcolo della partecipazione al voto nei 7.903 comuni italiani. Per nessuno dei quesiti è stato dunque raggiunto il quorum.

Nel dettaglio il primo quesito, quello sulla Legge Severino, ha avuto un'affluenza del 20,95%, la più alta. Per il secondo, sulla limitazione delle misure cautelari, l'affluenza è stata del 20,93%; stessa percentuale, 20,93%, anche per il terzo quesito, sulla separazione delle funzioni dei magistrati. Affluenza al 20,92% per gli altri due quesiti: il quarto sul diritto di voto per i laici nei Consigli giudiziari sulle valutazioni dei magistrati e il quinto sull'abolizione della raccolta di firme per la candidatura dei togati al Csm.

I SÌ E I NO - Per il primo dei quesiti referendari in materia di giustizia, quello sulla Legge Severino, al termine dello scrutinio il sì è al 53,97% e il no al 46,03, in base ai dati forniti dal Viminale. Al secondo referendum, quello relativo alle limitazioni alla custodia cautelare, i sì hanno raggiunto il 56,12%, il no è al 43,88%.

Netta affermazione del sì, che raggiunge il 74,01%, al terzo dei quesiti referendari, quello relativo alla separazione delle funzioni dei magistrati, il no è al 25,99%. Nel referendum relativo al voto ad avvocati e professori universitari nei Consigli giudiziari sulla valutazione dei magistrati il sì ha raggiunto il 71,94%, il no è al 28,06%.

Sì al 72,52% al referendum relativo all'abolizione delle firme per la candidatura dei togati al Consiglio superiore della magistratura, il no è al 27,48%.

"Grazie ai 10 milioni di italiani che hanno scelto di votare per cambiare la Giustizia. È nostro dovere continuare a far sentire la loro voce!" ha twittato stanotte Matteo Salvini.

Tra i primi a commentare il risultato della consultazione referendaria il senatore della Lega Roberto Calderoli dalla sede del partito in via Bellerio. "Adesso succede che abbiamo perso. E' inutile nasconderlo. Non ci sono storie. I numeri dimostrano che 10 milioni hanno partecipato, gli altri non hanno inteso farlo" e ha aggiunto: "Non ho il minimo problema a dire che secondo me c’è stato veramente un complotto: ciascuno ci ha messo del suo perché questo quorum non potesse essere raggiunto". Calderoli ha ringraziato comunque "i circa 10 milioni di cittadini che hanno partecipato".

Di "incivile silenzio censorio" sul voto referendario ha parlato la Giunta dell’Unione Camere Penali. "La storia dei referendum in Italia è da sempre una storia di ostracismo e di avversione al voto democratico diretto", hanno sottolineato le Camere Penali, esortando: "Occorre ora che l’impegno politico dei liberali di questo paese per una giustizia più giusta, tra i quali in prima fila l’Unione delle Camere Penali Italiane, sappia trovare da subito la forza per rilanciare le proprie idee e le proprie battaglie".

Secondo il consigliere del Csm Nino Di Matteo il flop dei referendum dimostra come "evidentemente molti italiani hanno capito che con il referendum non si voleva migliorare la giustizia ma - ha evidenziato all'Adnkronos - punire la magistratura e renderla meno autonoma e indipendente. Purtroppo anche la riforma Cartabia, in discussione al Senato, va nella stessa direzione".

Per Eugenio Albamonte, segretario di ‘Area democratica per la giustizia’ "hanno vinto i cittadini, perché quelle formule erano talmente grossolane da non poter rappresentare per il futuro un modello né culturale né istituzionale per il nostro Paese. Sconfitto è chi ha pensato di puntare tutto sugli scandali per colpire la magistratura anziché per riformarla e porre riparo a una serie di situazioni che si sono create in passato. Una cosa sono le riforme, un’altra la mortificazione della magistratura".

AMMINISTRATIVE 2022 - Centrodestra a un passo dalla vittoria al primo turno a Genova, Palermo e L'Aquila. Sorpresa a Verona con l'exploit dell'ex giocatore Damiano Tommasi, sostenuto dal centrosinistra, che è in vantaggio anche a Parma. Questo il quadro che prospettano i primi exit poll delle principali città al voto in una giornata segnata dal caos ai seggi elettorali in Sicilia e dal flop (annunciato) dei referendum sulla giustizia per mancato raggiungimento del quorum, che doveva superare il 50% e alle 19 di ieri sera era al 14 per cento, il peggiore di sempre. In attesa dello spoglio, previsto nel pomeriggio di oggi, le comunali 2022 spiccano per la riconferma nel capoluogo ligure del sindaco uscente, il civico Marco Bucci, dato al 51-55%, appoggiato da Lega Fi Fdi ma anche da 'Azione' e i renziani di 'Italia Viva'.

Stando agli attuali numeri, Bucci potrebbe dunque fare il bis al primo turno, battendo l'avvocato Ariel Dello Strologo, attuale presidente della Comunità ebraica e candidato per il 'campo largo', che stenta a decollare, almeno a livello locale. Verso l'en plein al primo round anche Roberto Lagalla, nome indicato dal centrodestra, che con il 43-47% ottenuto sarebbe vicinissimo al traguardo, visto che qui basta il 40% per vincere le elezioni. L'ex rettore dell'ateneo palermitano, fortemente voluto da Lorenzo Cesa dell'Udc e poi caldeggiato anche da Giorgia Meloni e in un secondo momento da Fi e Lega, avrebbe la meglio su Francesco Miceli, 'portato' da Pd M5S e alcune liste civiche, che si attesta tra il 27 e il 31%.

Sorpresa di questo election day, però, è Tommasi nella città di Romeo e Giulietta: l'ex centrocampista della Roma del terzo scudetto, infatti, grazie al 37-41% degli exit poll, è in vantaggio sul sindaco uscente di Fdi, Federico Sboarina, fermo al 27-31%, nome voluto da tutto il centrodestra tranne Forza Italia, che invece gli ha preferito l'ex leghista Flavio Tosi, dato anche lui al 27-31%. Forte dell'appoggio di Fi e Italia Viva e della sua esperienza di primo cittadino a Verona (dieci anni) Tosi che potrebbe dare filo da torcere a Tommasi e giocarsi le sue carte al ballottaggio.

A Parma, dopo 10 anni, cala il sipario sull'era Pizzarotti, primo cittadino M5S alla guida di una città di peso. Avanti a tutti, sempre per gli exit poll, è Michele Guerra, stimato al 40-44%, grazie al sostegno proprio di quelli che una volta facevano il tifo per Pizzarotti, del Pd e della sinistra ma senza i 5stelle. A cui si aggiunge anche Iv, ma non Azione che ha schierato Dario Costi. Guerra sfiderà Pietro Vignali del centrodestra, al 19-23%, portato da Lega e Fi, mentre Fdi sarebbe fuori dal ballottaggio.

Si prospetta invece un ballottaggio a Catanzaro tra Valerio Donato (tra il 40 e il 44%), candidato di Forza Italia, Lega e Udc, e il nome espresso dal Pd e i pentastellati, Nicola Fiorita, che ha incassato il 31-35%. Qui il centrodestra va in ordine sparso, perché Fdi ha presentato una sua candidata, Wanda Ferro, ferma al 7-9%. Va molto meglio per il partito di Giorgia Meloni, invece, a L'Aquila, dove il sindaco uscente Pierluigi Biondi è a un passo dalla riconferma con il 49-53% rispetto alla sfidante di centrosinistra Stefania Pezzopane ('targata' Pd M5S Iv), bloccata al 23-27%. Si contano sulle dita della mano le reazioni dei leader in vista dello spoglio.

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