Pacchetto di misure da quasi 35 miliardi. Taglio del cuneo fiscale e decontribuzione per assunzioni under 35, cambia anche 'Opzione donna'
Manovra da quasi 35 miliardi, via libera dal Consiglio dei ministri. Domani mattina si terrà alle 10 la conferenza stampa del presidente del consiglio sulle misure della legge di bilancio e altri provvedimenti.
REDDITO CITTADINANZA - Stop al reddito di cittadinanza a partire dal gennaio del 2024. Stop non solo per gli occupabili. La misura sarà abrogata per tutti -occupabili e non- sostituita 'tout court' da una nuova riforma, "perché serve un cambiamento a 360 gradi", spiegano fonti di governo all'Adnkronos.
L'assegno del reddito di cittadinanza per gli 'occupabili' nel 2023 sarà ridotto "da 12 a 8 mesi". Nulla cambia, invece, per gli 'inoccupabili' per il 2023, che continueranno a vedersi accredito a fine mese il reddito di cittadinanza. Questa la soluzione alla quale lavora in queste ore il governo, in vista della riunione del Consiglio dei ministri in corso.
Il 2023, dice Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario con delega all'attuazione del programma di governo, sarà "un anno transitorio nel quale tutte le persone in difficoltà saranno tutelate e chi è in grado di lavorare, invece, avrà una riduzione dei mesi di sostegno". "Dal 2024 rivedremo l'intero sistema, lavorandoci su per garantire pieno sostegno ai bisognosi e inserire nel mondo del lavoro chi invece è in grado di lavorare", aggiunge l'esponente di Fdi. "Non abbiamo mai voluto riformare il reddito di cittadinanza per fare cassa, non era quello il senso. Il senso è ottimizzare le risorse a sostegno dei bisognosi e per l'inserimento nel mondo del lavoro. E' quello che vogliamo fare, a prescindere dalla questione di cassa".
TAGLIO CUNEO FISCALE - Sembrerebbe confermato anche il taglio del cuneo fiscale interamente a beneficio dei lavoratori. Il taglio ammonterebbe a 2 punti per i lavoratori con redditi fino a 35mila euro -proroga alla misura introdotta dal governo Draghi- mentre salirebbe a 3 punti, questo l'elemento di novità, per i redditi fino a 20mila euro. In tutto la misura assorbirebbe 5 miliardi, spiegano fonti di governo.
PENSIONI MINIME - Pensioni minime a quota 600 euro. E' quanto sarebbe emerso dal vertice di maggioranza della Camera con Forza Italia a porre il tema dell'innalzamento delle minime. Il vicepremier Antonio Tajani, lasciando la Camera ha garantito che ci sarà "in legge di bilancio un innalzamento delle pensioni".
ASSUNZIONI UNDER 35 - Tra le misure all'esame del Consiglio dei ministri la decontribuzione totale per le aziende che assumono under 35.
CARTELLE FINO A MILLE EURO - Lo stralcio delle cartelle previsto dalla manovra di bilancio, secondo quanto si apprende, dovrebbe riguardare quelle fino a mille euro. Su questa cifra ci sarebbe l'accordo tra le forze di maggioranza.
FLAT TAX - Il Consiglio dei ministri dovrebbe dare il via libera alla estensione della flat tax fino ai redditi pari a 85mila euro per le partite Iva. Lo si apprende da fonti di maggioranza. Al vaglio del Cdm ci sarebbe anche la flat tax incrementale al 15% per i lavoratori autonomi.
MULTE - Dovrebbe avere accoglienza la richiesta di Matteo Salvini di evitare in manovra la 'stangata' ai danni dei cittadini conseguente all'aumento biennale, previsto da gennaio, delle multe per violazione del codice della strada. Una misura su cui la Lega ha insistito nelle scorse ore, come riferiscono fonti di Via Bellerio.
LA CARTA DELLA SPESA - Per i meno abbienti, quelli con un reddito fino a 15mila euro, spunta la carta della spesa. La manovra sul tavolo del Consiglio dei ministri avrebbe previsto un fondo di 500 milioni, destinato a 'coprire' l'acquisto di beni di prima necessità come pasta, pane e latte, garantiti così a chi ha difficoltà a riempire il carrello della spesa. La carta verrebbe gestita dai Comuni, utilizzabile in tutti i punti vendita che aderiscono all'iniziativa. La misura ha preso il posto del taglio dell'Iva generalizzato ai beni di prima necessità, "che rischiava di essere assorbito senza variare il prezzo di vendita" spiega una fonte di governo all'Adnkronos.
PENSIONI - Soluzione ponte per un anno per superare la legge Fornero. A quanto si apprende nella manovra sarebbe prevista l'introduzione di quota 103 ma solo per il 2023. Dunque in pensione a 62 anni di età con 41 anni di contributi all'attivo.
OPZIONE DONNA - Cambia, con la manovra targata Meloni, 'Opzione donna', il calcolo contributivo che consente alle lavoratrici di ottenere un trattamento pensionistico con requisiti notevolmente ridotti. A quanto si apprende da fonti di governo 'opzione donna' viene sì prorogata di un anno, ma anche legata al numero di figli: si esce a 58 anni con due o più figli, a 59 se si ha un solo figlio.