Pugno di ferro per spacciatori e trafficanti ma nessuna attenuante anche per consumatori e auto-produttori. Sul business della droga cala la mannaia della Lega e piomba la linea senza compromessi voluta Matteo Salvini, che ha presentato oggi alla Camera, insieme ai capigruppo di Camera e Senato Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, la bozza di una pdl che, in sostanza, raddoppia le sanzioni penali e pecuniarie. Il giorno dopo il tragico incidente di Porto Recanati, provocato da uno spacciatore marocchino risultato positivo all'alcoltest e al narcotest, Salvini ha spiegato in sala stampa alla Camera i punti fermi della proposta che prevede l'"arresto obbligatorio in flagranza (...) espungendo la clausola di salvezza", concessa in caso di possesso di "lieve entità".
"Siamo qui per presentare un disegno di legge a firma Lega che la cronaca ci dice essere urgente. Un ddl su cui abbiamo lavorato per settimane - ha detto Salvini - Il nostro disegno di legge prevede il raddoppio delle pene per chi spaccia sostanze stupefacenti, pene sia detentive che economiche, ed entra nel merito della lieve entità". Per il ministro dell'Interno "non esiste la modica quantità, ti becco a spacciare e vai in carcere con le misure cautelari. I venditori di morte li voglio vedere scomparire dalla faccia della terra".
"A me interessa togliere dalle strade coloro che campano spacciando - ha detto il titolare del Viminale, presentando la proposta di legge leghista - Poi quello che fa ciascuno nella sua vita privata non sta a me giudicarlo. Ha la sua coscienza, non mi interessa punire il consumo". Del ddl che prevede un giro di vite per lo spaccio di stupefacenti "sono alcune settimane che ne parliamo, con gli amici Cinque stelle ci siamo già confrontati, però siamo una Repubblica parlamentare e mi piacerebbe che se ne occupasse il Parlamento". "Qui si tratta di salvare vite - ha sottolineato - So che da parte del M5S ci sono proposte sulla legalizzazione di alcune droghe che mi vedono contrario, ma questo è un altro tema. In questo caso si tratta di togliere dalle strade delle bombe umane". "E' ben chiaro chi spaccia e chi consuma, io non entro nel merito delle scelte personali, non sono per uno Stato censore ma è chiaro ed evidente a me, ai poliziotti qual è l'entità che porta da consumo a spaccio", ha concluso Salvini.
COSA PREVEDE - L'inasprimento delle pene è una conseguenza dell'impostazione del provvedimento, composto da soli 4 articoli: aumento dagli attuali sei mesi e quattro anni, elevando da tre e sei anni, i minimi e i massimi edittali per la fattispecie di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope di lieve entità. Analogamente, la multa passa dagli attuali euro 1.032 a 10.329, fino a un minimo di euro 5.000 e un massimo di euro 20.000. L'articolo 3 introduce la confisca obbligatoria dell'autoveicolo o "di altro bene immobile registrato quando abbia semplicemente agevolato la commissione del reato e sia potenzialmente utile per la consumazione di altri delitti della stessa natura". Chi causa danni o si rende colpevole di omicidio stradale alla guida di un autoveicolo, sotto l'effetto di alcol o di droga, incorre - secondo quanto previsto dall'articolo 4 della bozza di pdl della Lega - nella revoca definitiva della patente. Provvedimento che può essere disposto in via cautelare anche dopo la sentenza di condanna in primo grado.
LE REAZIONI - A commentare il disegno di legge per l'inasprimento delle pene per lo spaccio è Riccardo Magi, deputato di +Europa. "Da parte di Salvini la solita demagogia su una materia complessa, solo uno spot" dice all'AdnKronos. Per Magi invece "dobbiamo puntare su informazione, prevenzione e assistenza a chi ha dipendenze, puntando alla legalizzazione della cannabis e dei suoi derivati". "La modica quantità - spiega Magi - non è più prevista nel codice, c'è la possibilità della lieve entità che può essere a discrezione del giudice". "Su questo - rileva - ci sarebbe una maggioranza in Parlamento, abbiamo pure sentito Grillo ed esponenti dei Cinque Stelle". "Credo che il ministro Salvini debba chiarire se si vuole punire l'uso personale - aggiunge il deputato di +Europa - lui nega, ma di fatto è questo il rischio, c'è il pericolo di tornare indietro di molti anni, ai tempi dell'illusione proibizionista". Quanto all'inasprimento delle pene, Magi parla di "invasione di campo, questa è materia che compete al ministro della Giustizia. Vorrei proprio sapere che ne pensa Bonafede e se è d'accordo con Salvini", conclude Magi.
Secondo il senatore dei Cinque Stelle Matteo Mantero, primo firmatario di un ddl al Senato presentato poche settimane fa per la legalizzazione della cannabis, "togliendo la modica quantità si perseguono i clienti e si salvano gli spacciatori". "Sono contento - dice Mantero - che il ministro dell’Interno voglia combattere le narcomafie, abbiamo lo stesso intento ed è proprio per questo motivo, per combattere la criminalità, che va consentito a chi vuole di piantare poche piante di cannabis a casa propria. In questo modo si tolgono 5 milioni di persone dalle grinfie degli spacciatori". "In Italia ci sono più di 200mila spacciatori di marijuana, il 95% dei sequestri riguarda le droghe leggere. La soluzione non è rivedere la modica quantità e quindi colpire il consumatore, ma togliere questo mercato dalle mani della mafia e concentrare le risorse economiche e umane sullo spaccio internazionale", conclude il Cinque Stelle.