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Migranti, il piano 5 Stelle-Lega

(AFP PHOTO)
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04 giugno 2018 | 12.15
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Emergenza immigrazione sul tavolo del nuovo governo giallo-verde. Dopo il doppio naufragio di ieri nel Mediterraneo, il vicepremier e neo ministro dell'Interno Matteo Salvini, in tour in Sicilia, è tornato all'attacco sottolineando che l'Italia non può essere "il campo profughi d'Europa". Domani ci sarà a Lussemburgo un incontro sull'immigrazione tra i ministri dell'Interno dell'Unione europea.

Salvini, che non parteciperà alla riunione perché impegnato al Senato con il voto di fiducia, ha già annunciato che l'Italia invierà una delegazione per dire no alla riforma del regolamento di Dublino e alle nuove politiche di asilo. Ma cosa prevede il piano dell'esecutivo giallo-verde sulla questione immigrazione? Ecco cosa c'è scritto nel contratto di governo siglato da 5 Stelle e Lega:

RIDURRE I FLUSSI - Obiettivo del nuovo governo è quello di ridurre i flussi. "Si deve puntare - si legge nel testo - alla riduzione della pressione dei flussi sulle frontiere esterne e del conseguente traffico di esseri umani" e anche effettuare "una verifica sulle attuali missioni europee nel Mediterraneo", che, secondo 5S-Lega, penalizzano il nostro Paese.

PROCEDURE ACCELERATE E DI FRONTIERA - Si propone che le procedure per la verifica del diritto allo status di rifugiato o la sua revoca, in osservanza dei diritti costituzionalmente garantiti, siano rese "certe e veloci, anche mediante l’adozione di procedure accelerate e/o di frontiera".

STOP AL BUSINESS - Il piano di 5S-Lega prevede "un più attento controllo dei costi" dato che "i meccanismi attuali e i consistenti fondi stanziati per l’accoglienza costituiscono un elemento di attrazione per la criminalità". Si sottolinea la necessità di dare trasparenza alla gestione dei fondi pubblici e introdurre l’obbligo di pubblicità dei bilanci dei soggetti gestori. Si punta anche a "superare l’attuale sistema di affidamento a privati dei centri" e di prevedere "un maggiore coinvolgimento delle istituzioni pubbliche".

ACCORDI CON PAESI TERZI - Nel contratto si sottolinea la necessità di "implementare gli accordi bilaterali, sia da parte dell’Italia sia da parte dell’Unione europea, con i Paesi terzi, sia di transito che di origine". L'obiettivo è quello di rendere "chiare e rapide le procedure di rimpatrio".

RIMPATRI E CENTRI DI PERMANENZA - Il piano prevede "l’individuazione di sedi di permanenza temporanea finalizzate al rimpatrio, con almeno una sede per ogni regione". Per l’espletamento delle procedure e dell’effettivo rimpatrio, "il trattenimento - si legge nel contratto - deve essere disposto per tutto il periodo necessario ad assicurare che l’allontanamento sia eseguito in un tempo massimo complessivo di 18 mesi, in armonia con le disposizioni comunitarie".

FONDO RIMPATRI - Si sottolinea anche la necessità di una revisione dell’attuale destinazione delle risorse pubbliche in materia di asilo e immigrazione, prevedendo che parte degli stanziamenti per l’accoglienza siano destinati al Fondo rimpatri.

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