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Manovra, l'allarme dei vescovi

(Fotogramma/Ipa) - FOTOGRAMMA
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20 dicembre 2018 | 14.33
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Preoccupazione dei vescovi italiani per le misure contenute nella manovra, e l'auspicio che non si colpiscano i più deboli. "Vogliamo sperare che la volontà di realizzare alcuni obiettivi del programma di Governo non venga attuata con conseguenze che vanno a colpire fasce deboli della popolazione e settori strategici a cui è legata la stessa crescita economica, culturale e scientifica del Paese", si legge in una nota della Cei.

"Stiamo seguendo, come tutti, i contenuti della Legge di Bilancio, rispetto ai quali non mancano elementi di preoccupazione, che ci auguriamo di poter veder superati - è l'auspicio della Cei - Siamo consapevoli delle difficoltà in cui versa il Paese, come pure delle richieste puntuali della Commissione Europea".

"In particolare, se davvero il Parlamento procedesse con la cancellazione delle agevolazioni fiscali agli enti non commerciali (con la soppressione dell’aliquota ridotta Ires), verrebbero penalizzate fortemente tutte le attività di volontariato, di assistenza sociale, di presenza nell’ambito della ricerca, dell’istruzione e anche del mondo socio-sanitario. Si tratta - conclude la nota dei vescovi - di realtà che spesso fanno fronte a carenze dello Stato, assicurando servizi e prossimità alla popolazione".

A stretto giro la replica del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. "Tra le priorità di questa manovra su cui non abbiamo fatto un passo indietro nemmeno di un millimetro c’è il reddito di cittadinanza che va incontro alle fasce più deboli del Paese. Ritengo che le preoccupazioni della Cei siano immotivate" dice il ministro, per il quale il reddito di cittadinanza è "la norma che per eccellenza va incontro a chi si trova in una crisi economica e ha bisogno di formarsi per essere reinserito nel mondo del lavoro".

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