domani il presidente Antimafia riunisce i suoi: "Ora coordinamento nazionale a 11"
Di Antonio Atte
Riunioni online su Zoom, incontri segreti o meno dentro al 'Palazzo', conciliaboli, vertici notturni. La strada che porta agli stati generali 5 Stelle del 7-8 novembre è lastricata di sospetti e speranze: per i grillini più pessimisti, il rischio è che l'appuntamento congressuale si trasformi in uno show "dove si giochi sono già fatti, con scelte preconfezionate"; chi invece spera di incidere sul nuovo corso M5S e sulla definizione della prossima struttura collegiale, in questi giorni concitati prova a organizzare le proprie truppe, tra mozioni e raccolte firme.
L'ultimo a uscire allo scoperto è il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra, che ha invitato i parlamentari a un incontro in programma domani alle 19.30 a Palazzo San Macuto: in quella sede il senatore presenterà la sua "idea progettuale per il futuro del M5S".
Nelle chat grilline circolano alcune slide - visionate dall'Adnkronos - con i punti salienti della 'mozione Morra', dal titolo "Idee in Movimento": "abolizione della figura del capo politico", "elezione di un coordinamento nazionale del M5S composto da 11 persone", "regolamentazione unica dei Meetup" e "regolamentazione del rapporto tra M5S e Rousseau" sono alcune delle proposte che Morra presenterà domani ai colleghi pentastellati. L'inziativa del presidente Antimafia non è piaciuta però alle opposizioni e in particolare a Forza Italia, che con Elvira Savino lamenta l'utilizzo di spazi istituzionali per riunioni di partito.
Venerdì alle 14.30, invece, si terrà il webinar di 'Parole Guerriere', il think tank animato dalla deputata Dalila Nesci che vorrebbe trasformare il M5S da movimento "liquido" in "organizzazione politica democratica" con struttura e ruoli ben definiti: "Presenteremo la nostra proposta agli stati generali, spiegandone i motivi e gli intenti", annuncia la parlamentare calabrese. Fanno parte di questo gruppo, tra gli altri, Carlo Sibilia, Luigi Gallo, e Giuseppe Brescia, quest'ultimo primo firmatario di una lettera indirizzata al capo politico reggente Vito Crimi in cui si chiede di "trasformare l'Associazione Rousseau in fornitore di servizi puro e di perfezionare l'autonomia finanziaria del Movimento 5 Stelle, garantita dalle donazioni degli eletti".
"La trasformazione - ha spiegato Brescia - dovrà concludersi non oltre la data di indizione di qualsiasi assemblea degli iscritti o di votazioni sulla piattaforma Rousseau. In vista degli stati generali serve un contratto di servizi chiaro e trasparente tra Rousseau e il Movimento". Il documento è stato sottoscritto per ora da oltre 40 eletti ma, secondo quanto si apprende, nelle ultime ore si sarebbero aggiunti altri parlamentari: "L'obiettivo è arrivare a un centinaio di firme", spiega all'Adnkronos uno dei promotori dell'iniziativa.
Intanto nella diatriba tra il M5S e Rousseau entrano in scena anche i consiglieri regionali. Dodici 'portavoce' pentastellati guidati da Roberta Lombardi in una missiva si dicono "sorpresi" per la comunicazione del 2 ottobre con cui Rousseau annuncia la sospensione di alcuni servizi (tra questi, il fondo di tutela legale chiamato "Scudo della Rete") e chiedono di rendere pubblico "l'organigramma dei dipendenti e collaboratori, anche esterni, che gestiscono il sito Rousseau e il Blog delle Stelle".
L'Associazione fondata da Davide Casaleggio replica rimandando ai bilanci pubblicati e per quanto riguarda i nomi di fornitori e dipendenti precisa: "Chi non ricopre ruoli dirigenziali non dovrebbe essere oggetto del dibattito pubblico. Sono in ogni caso stati depositati presso gli organi deputati: il Parlamento Italiano e l'Agenzia delle Entrate".