E il partito della premier fa quadrato. Foti: "Toccato un nervo scoperto". Montaruli: "Sinistra conferma di volere un proprio ruolo di censura"
"Non è che dobbiamo fare gli agenti del politicamente corretto. Il Pd e le sinistre cosa vogliono? La lapidazione in piazza? Il rogo dei libri che non condividono? Il gulag delle idee che non corrispondono alle tante correnti con cui litigano? In un mondo libero si scrive ciò che si pensa". Così Giovanni Donzelli, responsabile Organizzazione di Fratelli d'Italia, interviene dalle pagine del 'Corriere della Sera', sul caso del generale Roberto Vannacci, autore del contestatissimo libro 'Il mondo al contrario'. Affermazioni che hanno scatenato la reazione dell'opposizione.
"Non tolleriamo i tentativi di negare e rivedere la storia. Ne stiamo vedendo tante, la nostra Costituzione non mette tutte le opinioni sullo stesso piano, non garantisce libertà a chi vuole negare diritto di espressione a gruppi di persone", afferma Elly Schlein dal palco della festa dell'Unità di Villastrada (Perugia) riferendosi al caso Vannacci.
"Il delirio di Donzelli su Vannacci sconfessa Crosetto", sottolinea via Twitter il responsabile Diritti del Pd, Alessandro Zan. "Per Fratelli d’Italia nessun problema se un generale in servizio sputa odio misogino, razzista, omofobo, per loro il problema è il Pd che chiede sia rispettata la Costituzione. È questa la linea del partito di Giorgia Meloni?". Quindi fa eco alla segretaria Pd. "A tutti quelli che mugugnano 'che in Italia c’è la libertà di pensiero e va rispettata' - afferma - rispondo: è vero, in democrazia hanno diritto di cittadinanza tutte le idee, eccetto però quelle che, se si affermassero, negherebbero ad altre idee o persone il diritto di esistere. Ci siamo già passati. Anche basta".
E sempre dai Dem la vicepresidente del Senato Anna Rossomando sottolinea che "la libertà di espressione non è libertà di insultare o discriminare. Donzelli dovrebbe averlo capito mesi fa, ma evidentemente non è così. Ancora una volta si comporta come portavoce di una destra che si preoccupa più di censurare le opposizioni con una particolare predilezione per il Pd, che di governare il Paese. Una strana concezione della democrazia, se di democrazia si può parlare", attacca.
"La libertà di pensiero - fa eco il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli - non c’entra nulla con il libro del generale Vannacci come afferma Donzelli: il fatto che un generale dell'Esercito parli dei gay come persone che non sono normali, oppure che si stia esagerando con la difesa degli ebrei e con tutta la storia della Shoah o che dire ebreo di merda è normale ha a che fare con la nostra Costituzione e la legge Mancino non con la libertà di pensiero. Donzelli non parla a titolo personale: è il coordinatore di Fdi e quindi parla a nome anche di Giorgia Meloni. Come Vannacci, da generale, rappresenta l'Esercito. Donzelli ci viene a fare una lezione di libertà di pensiero difendendo il generale che con la libertà di pensiero non c’entra nulla ma piuttosto con l’articolo 3 della nostra Costituzione".
"Prima Bignami oggi Donzelli difendono Vannacci -aggiunge- perché le sue posizioni rappresentano il cuore di quello che Fratelli d'Italia è sempre stato e su cui ha costruito il consenso elettorale. In un Paese normale non avremo Bignami al Governo e Donzelli a fare il vice della Meloni".
"È bastato che l’onorevole Donzelli toccasse un nervo scoperto del Pd, e cioè il tentativo di volersi sostituire alla autorità gerarchicamente competente a giudicare il comportamento del generale Vannacci, e contro di lui si è concentrato l’attacco dei fedeli e degli accoliti vari della Schlein. La tecnica è sempre la stessa, ha radici consolidate ed è scontata: accusare l’avversario politico di ciò che quest’ultimo non ha mai detto e montare una virulenta polemica", afferma il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti.
Mentre per Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera "la sinistra che fa polemiche sulle parole di Donzelli ammette di volere un proprio ruolo di censura non solo su di noi ma sugli italiani. Ciò li conferma più soviet che democratici ed è questa la strana concezione dei diritti costituzionali su cui qualcuno dovrebbe interrogarsi anziché elevarsi a professore".
"L’arroganza di chi pensa di avere la verità in tasca e addirittura dettare cosa dobbiamo dire -aggiunge- squalifica chi in queste ore ci attacca ed un’opposizione che volta costantemente le spalle alla libertà di pensiero. La sinistra ha un evidente grave problema nel rispettare le idee altrui, preferisce i diktat al dialogo, l’insulto al confronto semplicemente perché ha esaurito idee e argomenti. Siamo orgogliosi di non avere lo stesso approccio".