L'ex capo dei parà della Folgore: "Omosessualità sovrarappresentata". La Shoah? "C'è stata ma questo non configura la religione ebraica come protetta"
"Non mi rimangio nulla. Anche se alcune parti sono state travisate. Senza il contesto non si capiscono alcune cose. Esempio, quando scrivo che i gay non sono normali. Neanche io sono normale, essendo nelle forze speciali ho fatto cose che la gente normale non fa. Faccio dell’anormalità un vanto. E infatti scrivo che la normalità non è migliore o peggiore, ma se si parla di consuetudini c’è qualcosa che è normale e altro no. Asserire che una minoranza sia normale è una contraddizione". Lo dice il generale Roberto Vannacci, già a capo dei paracadutisti della Folgore e oggi alla guida dell’Istituto geografico militare in un'intervista al quotidiano 'La Repubblica'.
L'omosessualità "la ritengo sovrarappresentata, addirittura è un vanto esserlo, non esiste una demografia precisa che ci dica quanti sono, ma il motivo della iper rappresentazione qual è? Qual è l’obiettivo? - continua Vannacci - Il male non è l’omosessualità, ma rappresentare una realtà eccessiva. Sembra quasi che l’essere gay faccia salire gli ascolti e mi dà da pensare. Poi ho amici gay, nulla contro".
C’è una lobby gay che guida l’informazione? "Ma secondo me sì, nulla viene fatto a caso. C’è qualcuno, un gruppo di pressione che opera. Comunque, sono per la libertà di espressione e anche contrario al fatto che ci siano categorie protette. Dire 'gay di m.' o 'professore di m.' è grave lo stesso. Perché dovrebbe essere diverso?. - prosegue Vannacci -Ho citato anche la legge Mancino, che non condivido, dire 'ebrei di m.' non è peggiore che dire 'cristiani di m.'. Ho capito: c’è stata la Shoah, va bene, ma questo non configura la religione ebraica come protetta".