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Il 14,4% dei cittadini europei con disabilità gravi esposto a deprivazione materiale severa

Il gap con i soggetti non diversamente abili tocca i 10 punti percentuali

Persona con disabilità su carrozzina - Canva
Persona con disabilità su carrozzina - Canva
05 settembre 2023 | 12.55
LETTURA: 5 minuti

In Europa, circa una persona con disabilità fisiche su 10 è in condizione di grave deprivazione materiale. Il dato, registrato nel 2022 dall’Eurostat, peggiora notevolmente tra i soggetti interessati da disabilità grave, dove si registra una deprivazione materiale severa nel 14,4% dei casi.

Con questa espressione si intende, nello specifico, una condizione in cui è difficile acquistare beni o servizi considerati necessari o desiderabili per avere un adeguato standard di vita. Collegata alla disabilità c’è la difficoltà nell’inserimento lavorativo che rende i soggetti diversamente abili ancora più vulnerabili.

La deprivazione materiale viene misurata nell’ambito dell’indagine sul Reddito e le Condizioni di vita delle famiglie all'interno di un più ampio progetto denominato "Statistics on Income and Living conditions" (Eu-Silc) deliberato dal Parlamento europeo e coordinato da Eurostat.

L’indagine Eu-Silc comprende nella condizione di disabilità chi ha una limitazione di qualche tipo nelle attività quotidiane a causa di problemi di salute per almeno sei mesi precedenti alla rilevazione.

Quali sono gli indicatori di deprivazione materiale

L’indicatore di deprivazione materiale ha 9 sintomi di disagio:

- Non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione;

- Non poter sostenere una spesa imprevista (il cui importo, in un dato anno, è pari a 1/12 del valore della soglia di povertà rilevata nei due anni precedenti);

- Non potersi permettere un pasto proteico (carne, pesce o equivalente vegetariano) almeno una volta ogni due giorni;

- Non potersi permettere una settimana di ferie all’anno lontano da casa;

- Non potersi permettere un televisore a colori;

- Non potersi permettere una lavatrice;

- Non potersi permettere un’automobile;

- Non potersi permettere un telefono;

- Essere in arretrato nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito

Si parla di deprivazione materiale severa quando non è possibile accedere a 4 o più dei 9 elementi appena indicati. Tra questi soggetti si registra un aumento della deprivazione materiale che passa dal 13% al 14,4& contro il calo che riguarda chi ha limitazioni non gravi (qui la deprivazione materiale riguarda il 9% dei soggetti contro il 9,8% del 2021). Resta invece stabile al 4,9% la percentuale dei soggetti senza disabilità che si trovano in condizione di deprivazione materiale.

Chi è soggetto a deprivazione materiale in Europa

Nell’Unione europea, le fasce d’età in cui ci sono più persone in grave deprivazione materiale sono quelle tra i 35 e i 44 anni e quelle tra i 45 e i 54 anni, con percentuali rispettivamente del 14,1% e del 14,5%. L’età media si alza in Italia, dove questa condizione interessa soprattutto i soggetti tra i 45 e i 54 anni (9,9%) e tra i 55 e i 64 (9,2%).

In media, non vi sono importanti differenze di genere. A livello comunitario, infatti, hanno difficoltà ad acquistare beni o servizi indispensabili per il proprio sostentamento il 10% degli uomini con disabilità e il 10,8% delle donne con disabilità, entrambi diminuiti di mezzo punto percentuale rispetto al 2021. Analizzando il trend sul medio periodo si nota un deciso miglioramento per quanto riguarda il genere femminile: nel 2015 ad essere in condizione di deprivazione materiale era il 14,8% delle donne europee con disabilità, ma il dato è calato progressivamente fino al 10,8% del 2022.

In sette Paesi l’incidenza è maggiore tra gli uomini rispetto alle donne, con la differenza maggiore, dell’1,2%, che si registra in Lituania. Sono invece 18 i Paesi comunitari in cui sono di più le donne con disabilità ad avere difficoltà gravi nell’acquisto di beni di primaria necessità e in ben 4 Stati la differenza supera i 4 punti percentuali: Irlanda (4,1%), Grecia (3,6%), Bulgaria (2,2%) e Lettonia (2,1%). In Italia, l’incidenza delle persone in stato di deprivazione materiale severa è leggermente maggiore tra gli uomini con delle disabilità (6,4%) rispetto alle donne (6,1%).

I Paesi Ue con maggiore deprivazione materiale tra i diversamente abili

La diffusione della deprivazione materiale grave in Europa cambia molto tra gli i diversi Stati membri, con una differenza tra il Paese che riporta l’incidenza maggiore e quello con il valore minore pari a circa 30% punti percentuali.

I due Stati dove i soggetti con disabilità incontrano di gran lungo più difficoltà sono la Romania e la Bulgaria, con percentuali di grave deprivazione materiale rispettivamente del 31,6% e del 28,9% tra questi soggetti. Dietro di loro c’è un grosso vuoto percentuale interrotto dall’Ungheria dove l’impossibilità di acquistare beni o servizi indispensabili riguarda il 16,3% dei soggetti con disabilità.

L’incidenza più bassa si registra in Repubblica Ceca (3,6%), Lussemburgo (3,6%) e Slovenia (3,2%), mentre in Italia questo valore è pari al 6,2%, circa quattro punti percentuali al di sotto del valore medio registrato in Ue. Da segnalare i passi avanti fatti dal Belpaese, dove nel 2015 era affetto da grave deprivazione materiale il 14,6% dei soggetti con disabilità fisiche. Il miglioramento di questo dato è generalizzato in Ue: nel 2015 i soggetti diversamente abili interessati da questa condizione erano il 14% contro il 10,4% registrato dall’Eurostat nel 2022.

Nonostante il miglioramento, il gap tra i soggetti con disabilità fisiche e quelli senza resta importante e, nei casi più gravi, tocca i 10 punti percentuali. Per questo, l’Unione europea sta intervenendo al fine di ridurre sia il numero di soggetti in deprivazione materiale, sia il gap che penalizza i cittadini europei meno fortunati.

La strategia europea contro la deprivazione materiale

A marzo 2021, l’Unione europea ha adottato la strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 per ridurre l’incidenza di questa condizione tra chi ha delle limitazioni legate a motivi di salute. Come scritto sul sito ufficiale, l’Ue mira a compiere progressi in tutti i settori della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, sia a livello comunitario che dei singoli Stati membri.

L’obiettivo è garantire che le persone con disabilità in Europa, indipendentemente dal sesso, dalla razza o dall’origine etnica, dalla religione o dalle convinzioni personali, dall’età o dall’orientamento sessuale possano:

godere dei propri diritti umani,

avere pari opportunità,

avere pari accesso alla partecipazione alla società e all’economia,

essere in grado di decidere dove, come e con chi vivere,

circolare liberamente nell’Ue indipendentemente dalle loro esigenze di sostegno,

non subire più discriminazioni.

Il piano europeo prevede da una parte l’adozione di interventi e investimenti generici per abbattere le barriere socio-economiche, dall’altra l’adozione di interventi specifici in base alle diverse situazioni soggettive. La consapevolezza comune, infatti, è che le situazioni di disabilità e di deprivazione materiale cambino molto in base al soggetto e al contesto in cui vive.

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