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Governo Draghi, Zingaretti: "Salvini ha dato ragione al Pd"

"Non ci siamo spostati noi"

Governo Draghi, Zingaretti:
07 febbraio 2021 | 14.54
LETTURA: 3 minuti

"Salvini ha dato ragione al Partito Democratico. Non ci siamo spostati noi". Nicola Zingaretti, segretario del Pd, si esprime così sulla 'svolta' di Matteo Salvini: il leader della Lega ha aperto alla partecipazione del Carroccio al governo che il premier incaricato Mario Draghi sta formando. "Non c'è dubbio che sia una novità. Quando ho visto le agenzie, ho detto che Salvini ha dato ragione al Partito Democratico. Non ci siamo spostati noi", dice Zingaretti a Mezz'ora in più. "Finalmente tutti possono riconoscere le nostre battaglie europeiste contro il nazionalismo e il sovranismo. L'idea di superare i problemi distruggendo l'Europa era fallimentare. Si apre una fase nuova che richiederà coerenza, l'Europa non è una parola: è valori, istituzioni, dignità", aggiunge.

Lega

"Quello che stiamo vivendo è anche l'effetto di quello che abbiamo vissuto con la pandemia: ha fatto cadere i pilastri del sovranismo in tutto il mondo, ha dimostrato che bisogna collaborare e non dividersi. La cultura dell'odio non risolveva i problemi ma li aggravava, ho visto scricchiolare un respiro di un progetto che pochi mesi fa si era proposto con le elezioni europee. Draghi ha detto che la soluzione dei nostri problemi è in Europa. La Lega ha sempre votato contro il Recovery, poi si è astenuta. Vedremo ora come fa -dice il leader dem-. Nel 2018 eravamo la forza politica al tramonto e più marginale nel bipolarismo Lega-M5Ss, oggi siamo un punto di riferimento nella costruzione di questa operazione di governo a cui collaboriamo".

Pd

Con l'apertura della Lega, "paradossalmente il problema più grande non è per noi, perché noi valuteremo tutto sulla base delle idee e della coerenza di chi oggi è diventato europeista. Il tema è che non è detto che a un aumento dei numeri corrisponda maggiore forza e stabilità del governo. Il problema è di credibilità e stabilità dell'operazione politica. Bisognerà vedere se è un'operazione che dà un segnale di svolta perché il Parlamento discute e vota. Noi ci fidiamo del professor Draghi: è lui che deve fare questa valutazione. Nel Pd c'è unità assoluta su un punto che condivido anche io: con Draghi con le nostre idee, con i nostri valori".

Draghi e Conte

Paura di Draghi? "No. Noi parliamo di una personalità che ha garantito in Europa l'idea di una buona spesa pubblica contro l'austerità. Il suo è il profilo di chi si è messo al servizio di una rinascita italiana". Capitolo Giuseppe Conte: "Sono molto orgoglioso di aver lavorato fino alla fine perché l'esperienza del governo Conte andasse avanti. Quel patrimonio ora risulta utilissimo per concludere la legislatura e dare a Draghi una base di solidarietà programmatica che penso sia un elemento di forza".

Congresso

Il congresso del Pd? "In due anni è cambiato tutto. Io lo avevo detto anche prima della pandemia. E' evidente che va fatta una discussione politica vera sull'identità, i contorni, il nostri profilo culturale. Dobbiamo lanciare la nostra prospettiva politica per il futuro e discuteremo insieme come farlo". "Io -aggiunge- spero solo che nessuno voglia rimettere indietro le lancette dell'orologio perchè allora sarà una battaglia politica. Io lo dico perchè sia chiaro. La discussione congressuale, quando la faremo, sarà una vittoria di tutto il Pd unito. Il congresso sarà tra due anni, ma appena questa fase si sarà conclusa, porrò l'interrogativo di come andare avanti. Lo posso fare perché il Pd si è unito molto più di quanto non lo sia mai stato in 12 anni".

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