"L'Italia è un paese spaccato. La profonda differenza non è tanto fra nord e sud ma fra città, periferie e campagne"
"L'Italia è un paese in cui le possibilità di governo efficace dovrebbero essere affrontate ma stanno ai minimi termini perché la coalizione che ha vinto le elezioni non è una vera coalizione. Le contraddizioni al suo interno ogni giorno sono più evidenti. Le difficoltà si vedono fin d'ora". Lo dice massimo Cacciari intervenendo in streaming al IV Convegno di Meritocrazia Italia al Carpegna Palace Hotel, nella Capitale. Guardando all'opposizione Cacciari aggiunge: "molto difficilmente le forze di opposizione riusciranno a trovare una intesa perché loro popolazione elettorale è difforme".
Il successo del centrodestra è stato determinato dal fatto che "molti settori dell'opinione pubblica e soprattutto dei ceti meno protetti da venti anni, elezione dopo elezione, si rivolgono all'offerta politica che ritengono nuova. Stavolta è la volta di Meloni come prima di Renzi e dei 5s. Il voto di Meloni si spiega così. Soprattutto al nord". "Ma i dati sono inequivocabili - sottolinea il filosofo - l'Italia è un paese spaccato. La profonda differenza non è tanto fra nord e sud ma fra città, periferie e campagne. All'interno degli stessi territori. Tra quartieri più ricchi e più poveri. E' una spaccatura territoriale e sociale che il voto, nella sua distribuzione, riflette perfettamente"
Cacciari contesta anche l'incapacità della Politica italiana "a mettere in cantiere riforme sul fronte pensioni, pubblica amministrazione, giustizia. Questa è la più grossa responsabilità. Ogni volontà imprenditoriale soffre di questi vincoli. Persone dotate di intelletto a destra e sinistra avevano affrontato la questione e detto di metter su una costituente. Di volta in volta i governi si sono dimostrati incapaci di farlo mentre continua ad intervenire il presidente della Repubblica e la situazione del paese peggiora. Tutti gli indici parlano di drammatica decadenza. Bisogna fare un discorso di verità - conclude - chiamando tutti alle proprie responsabilità. Sono anni che andiamo avanti a far debiti. Ma per quanto?".