L'eurodeputata: "Non mi riconosco più nel partito". Probabili divergenze con Tajani e Ghedini e la contrarietà per la nuova allenza con l'Svp
"Lascio Forza Italia. E' naturalmente una decisione dolorosa, che ho preso dopo una lunga riflessione e dopo aver constatato che le scelte politiche del partito non sono più quelle che mi avevano spinto ad aderire, a diventare parlamentare europeo e ad accettare di esserne il capo delegazione a Strasburgo". Così Elisabetta Gardini, eurodeputata di Forza Italia, che annuncia la sua uscita dal partito: "Ringrazio il Presidente Berlusconi per l’affetto e la stima che mi ha sempre dimostrato e che sinceramente ricambio. Ma l’azione politica non poggia sulla mozione degli affetti".
"Assolutamente impossibile - continua - portare un contributo. Non esiste un luogo di confronto. Buttiamo a mare il lavoro di militanti, giovani, amministratori locali, sindaci.... Di tutte le persone che potrebbero riallacciare i legami con i nostri territori. Tutto questo ha portato Forza Italia lontano dalla sua missione. Non c’è più coerenza tra la ragione sociale per cui è nata e quello che è diventata".
"Nel mio lavoro di capogruppo al Parlamento Europeo ho cercato di tenere la barra dritta, battendomi per una partecipazione convinta e leale, ma cercando sempre una adesione critica e lucida, mai connivente con persone e forze che all'interno dell'Unione tentassero di subornare e mortificare la forza e il ruolo del nostro Paese, che dell'Unione è un fondatore. Quella linea di azione non c'è più, sostituita da una accettazione acritica e supina di decisioni prese da altri, in altre capitali europee, spesso senza consultare, e addirittura contro, l'Italia. Non ci sto, e con dispiacere ma con altrettanta convinzione vado via", conclude Gardini.
LO SPETTRO TAJANI E GHEDINI - L'unico ad essere nominato, nei ringraziamenti dell'eurodeputata, è Silvio Berlusconi. Per il resto nessun riferimento diretto ai vertici di Forza Italia, ma sono Antonio Tajani, vicepresidente del partito, e Niccolo Ghedini, anche senza essere citati, l'oggetto degli strali di Elisabetta Gardini.
La sua scelta era nell'aria da diversi giorni e affonda le sue radici nella decisione di Forza Italia di allearsi alle prossime Europee con la Svp. Un collegamento che sostanzialmente garantirà l'elezione al Parlamento europeo di un rappresentante del partito del Sud Tirolo e che avrebbe potuto mettere quindi a serio rischio la rielezione di Gardini.
Proprio per questo nelle settimane scorse aveva criticato l'accordo voluto appunto da Tajani e Ghedini, attaccando apertamente il vicepresidente azzurro alla vigilia dell'Assemblea nazionale di Forza Italia e del Congresso della famiglia a Verona il 30 marzo scorso, disertando l'una e partecipando al secondo.
"Non vado all'assemblea degli eletti -aveva affermato in un'intervista a 'La Verità'- perché non vedo l'utilità di una manifestazione costruita da Antonio Tajani, con gli interventi selezionati da lui, per dare l'ennesima volta a Berlusconi l'idea di una Forza Italia diversa da quella che è. E' assurdo, è agghiacciante. Vado lì a far finta di fare il capogruppo? A far finta che è tutto a posto? A recitare la parte che Tajani mi ha assegnato?", aveva detto l'ormai ex azzurra.
LA CRITICA PER L'ACCORDO CON LA SVP - "Secondo tutti i sondaggi c’è solo un seggio disponibile per Forza Italia e lui vuole regalarlo a Herbert Dorfmann, un uomo della Svp, un partito che farà gli interessi del territorio da Bolzano in su, ovvero di Austria e Baviera, fregandosene del resto della circoscrizione".
Attacchi che hanno lasciato inalterate se non acuito le distanze, fino alla decisione odierna, consapevole che anche con una sua ricandidatura in queste condizioni la rielezione all'Europarlamento sarebbe stata a forte rischio.