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G7 2021, Draghi apre a revisione 'Via della Seta'

Il premier sul Memorandum siglato nel 2019: "Lo esamineremo con attenzione"

(Afp)
(Afp)
13 giugno 2021 | 21.00
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Parte dalla costa di Carbis Bay, in Cornovaglia, la sfida a Pechino, capeggiata dal presidente statunitense Joe Biden, che riesce a incassare una posizione netta, dei 7 grandi del pianeta, sulla Cina. Dopo le divisioni iniziali sul documento finale, i sette big si allineano sulle posizioni americane, di condanna sostanziale sul lavoro forzato e sui diritti umani, ma anche chiedendo un'indagine internazionale sulle origini del virus che, partito da Wuhan, ha travolto il pianeta, con un altissimo sacrificio in termini di vite umane e di contraccolpi durissimi per l'economia mondiale.

Da una Cornovaglia insolitamente assolata, parte anche la sfida alla Nuova via della Seta, con un consistente piano infrastrutturale alternativo a quello cinese. L'iniziativa -naturalmente 'made in Usa'- prenderà il nome di 'Build Back Better World (B3W)', ed è una scossa per Pechino, di fatto una contromossa dell'America -affiancata da Italia, Francia, Canada, Germania, Giappone, Regno Unito- alla competizione economica sleale del Dragone.

Su questo, c'è chi indicava l'imbarazzo dell'Italia, l'unico paese occidentale a siglare, nel 2019, accordi sulla via della Seta, una scelta riconducibile al primo governo Conte. Ma Mario Draghi, in conferenza stampa al termine del G7, si mostra sicuro, e, rispondendo alle domande dei cronisti, non esclude che quegli accordi possano essere rivisti. In sintesi, smantellati. Il memorandum siglato nel 2019, con tanto di liste lunghissime di singole intese tra i due Paesi "non è stato mai menzionato, nessun accenno" durante il G7, assicura il presidente del Consiglio. "Per quanto riguarda l'atto specifico, lo esamineremo con attenzione...", annuncia.

La sintonia con Biden, del resto, sembra totale. "Sulla Cina si è scritto tanto della nostra posizione - dice Draghi richiamando le indiscrezioni emerse ieri, che lo descrivevano 'freddo', assieme alla cancelliera Angela Merkel e ai vertici Ue, sull'accelerazione impressa dagli States contro Pechino - si è parlato di divisioni ma io credo che il comunicato rifletta la posizione non nostra ma quella di tutti, in particolare rispetto alla Cina e alle altre autocrazie". Per il presidente del Consiglio, su questo, "è fondamentale essere franchi: l'ho già detto in altre occasioni, bisogna essere franchi sulle cose che non condividiamo. Biden a un certo punto ha detto che il silenzio è complicità".

"Nessuno disputa il fatto che la Cina abbia diritto ad essere una grande economia come le altre - dice ancora il premier - Quello che è stato messo in discussione sono i modi che utilizza, anche con le detenzioni coercitive. E' un'autocrazia che non aderisce alle regole multilaterali, non condivide la stessa visione del mondo delle democrazie".

A Biden l'Italia riconosce di aver " voluto ricostruire quelle che sono le alleanze tradizionali degli Stati Uniti dopo il periodo di Trump, in cui queste alleanze sono state seriamente incrinate". Draghi non rivela una data per il suo viaggio negli States, ma sarà presto -riportano alcuni beninformati- di certo non più tardi di settembre, quando a New York c'è l'assemblea generale delle Nazioni Unite. Mentre presto, a giorni apprende l'Adnkronos, dovrebbe volare a Berlino per un bilaterale con la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Draghi guarda con la solita fiducia i mesi che ci attendono, l'economia, rimarca, è in ripresa. "E' un buon momento, ma restano preoccupazioni e rischi cui fare attenzione", mette in guardia. "L'atmosfera del G7 è stata fondamentalmente positiva ma realistica - riconosce - siamo 7 paesi in cui le economie vanno bene o benissimo, la ripresa va consolidandosi, la campagna vaccinale prosegue in tutti i paesi con diversi stadi di avanzamento". Già, i vaccini, un tema che in Italia continua a far discutere e a dividere, dopo lo stop di Astrazeneca per gli under 60. E i dubbi su Johnson&Johnson, l'altro vaccino a vettore virale che rischia di riservare nuove sorprese.

Da Roma il ministro Roberto Speranza prima, e il premier Mario Draghi poi da Carbis Bay, rimarcano che i chiarimenti della comunità scientifica sono arrivati, ora le Regioni devono allinearsi e seguire la rotta indicata dal governo. Cercando così di sgomberare dal campo le polemiche sugli open day e i dubbi dai governatori, alle prese con l'ennesimo cambio di rotta. E il presidente della Campania Vincenzo De Luca che subito si mette di traverso, annunciando che non darà seguito all'indicazione di inoculare Moderna o Pfizer agli under 60 che hanno già ricevuto la prima dose Astrazeneca. Dalla Cornovaglia, pur non mostrando tentennamenti su quanto dovranno fare le regioni e su una campagna vaccinale che non verrà messa a rischio, Draghi ricorda con commozione Camilla, la giovane diciottenne di Sestri Levante che ha perso la vita dopo la somministrazione del vaccino anglosvedese.

"Cordoglio e partecipazione alla mamma e al papà di quella ragazza e al resto della famiglia. E' stata una cosa tristissima che non doveva accadere. Questa è senz'altro la cosa più importante che ho da dire". Ma su eventuali responsabilità, "è molto difficile chiarire, ricostruirle, penso che sia una situazione in evoluzione così complicata", dice Draghi ricordando che la scelta di open day aperti a tutti, compresi i più giovani, "garantiva a tanti di vaccinarsi subito, con la raccomandazione del Cts di usare AstraZeneca solo per persone di una certa età. Sono state usate anche per tutti perché le case farmaceutiche non pongono questo limite". Ma in Italia la questione continua a dividere, le Regioni non sembrano affatto allineate. Nonostante le rassicurazioni del governo, a partire da Draghi e Speranza, le polemiche continuano, asprissime, e per mettere a tacere i dubbi di chi deve ancora ricevere il vaccino già nei prossimi giorni potrebbe esserci un'accelerazione della campagna di comunicazione per convincere scettici e indecisi.

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