Lunedì alle 12 l'ufficio di presidenza della Commissione parlamentare Antimafia
Il Copasir, a quanto apprende l'Adnkronos, ascolterà al più presto il procuratore antimafia Giovanni Melillo e il procuratore di Perugia Raffaele Cantone. La decisione sulla base della lettera che gli stessi procuratori hanno inviato al Comitato, oltre che al Csm e alla Commissione Antimafia, chiedendo di valutare proprio una loro audizione alla luce dell'inchiesta sul caso di presunti dossieraggio.
Il Copasir, a quanto si apprende, già quando uscì il caso e iniziò l’inchiesta di Perugia, chiese alla stessa procura di fornire eventuali elementi che rientrassero nelle competenze del Comitato ma chiaramente, essendo una prima fase di indagine, gli atti non potevano essere ancora trasmessi. Il Comitato si occuperà della vicenda e convocherà quanto prima un’audizione di Melillo e Cantone.
È stata convocata intanto per domani alle ore 12 una riunione dell’ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione parlamentare Antimafia. La seduta era stata decisa per valutare la richiesta di audizione del procuratore Antimafia Giovanni Melillo e del procuratore di Perugia Raffaele Cantone nell’ambito inchiesta sul cosiddetto dossieraggio.
Dal mondo della politica a quello dell’economia sono decine i nomi di personaggi noti finiti nelle ricerche in banche dati compiute dall’ufficiale di polizia giudiziaria Pasquale Striano, indagato dalla Procura di Perugia per accesso abusivo a sistema informatico. Sul registro degli indagati compaiono una quindicina di persone, tra cui anche il sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati e tre giornalisti del ‘Domani’. Alla base, secondo l’accusa, ci sarebbe stata una consultazione di informazioni ‘compulsiva’, con circa 800 accessi abusivi, compiuta tra il 2019 e il 2023 alla ricerca in particolare di eventuali segnalazioni di operazioni sospette (Sos), che ha avuto come ‘obiettivi’ anche personaggi dello sport, come Massimiliano Allegri, Andrea Agnelli e il presidente della Figc Gabriele Gravina.
"L'inchiesta sugli spioni che setacciavano illegalmente i dati di centinaia di cittadini, soprattutto di centrodestra e in particolare politici e persone vicine alla Lega, rivela un quadro sconcertante. Siamo di fronte a un vero e proprio attacco alla Repubblica e alla democrazia che coinvolge magistratura, Guardia di Finanza e giornali di sinistra, col risultato che in più di una occasione le procure hanno aperto inchieste basandosi su presunti scoop nati da notizie costruite a tavolino sulla base di dati ottenuti illegalmente". E' quanto si legge in una nota della Lega.
"Mi chiedo cosa sarebbe successo se giornalisti di destra fossero stati coinvolti in un Dossieraggio contro esponenti di sinistra. Quello che sta emergendo a Perugia non può passare in cavalleria. Abbiamo fiducia in Raffaele Cantone ma chiediamo, nel rispetto dei processi, pene durissime e la stessa cosa chiediamo al Parlamento. Legiferare per inasprire le pene e rendere intangibili i dati sensibili, afferma il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi che aggiunge: "Anche il presidente Mattarella in passato ha sottolineato l'importanza della protezione dei dati personali. Chi accede a un dato sensibile è già tracciato per cui ci vuole una filiera di garanzia e pene esemplari. Non vi possono essere vie di mezzo. Riguardo ai giornalisti coinvolti sospendo il giudizio ma ricordo all'intera categoria i limiti deontologici che non consentono di svelare fatti privati. Altrimenti siamo alla Stasi e alla Ddr".
"Se con un’inchiesta non ancora conclusa, dunque protetta dai vincoli di riservatezza e segretezza, il procuratore della Repubblica di Perugia e il Procuratore Nazionale Antimafia avvertono la necessità di riferire con la massima urgenza a tre istituzioni di controllo, garanzia e indirizzo appartenenti a poteri diversi dello Stato c’è all’evidenza materia per temere l’esistenza di un attentato alla democrazia italiana o quantomeno del tentativo di deviarne il corso". Cosi Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia.
"Già questa circostanza della richiesta delle audizioni, legata alla qualità dei consessi ai quali i due magistrati vogliono riferire -sottolionea Mulè- dovrebbe spingere chiunque a evitare di schierarsi ad esempio nella difesa di una presunta libertà di stampa che nulla ha a che spartire con questo indecente verminaio venuto alla luce. Ricordo a proposito della straordinaria delicatezza della vicenda che il comitato di presidenza del Csm - organo costituzionale presieduto dal Capo dello Stato - è un organismo composto dal Vice Presidente, dal Primo presidente della Corte di Cassazione e dal Procuratore generale presso la Corte stessa ed è l’organo che autorizza tra l’altro l’apertura di pratiche presso le Commissioni e che soprattutto ha funzioni di “impulso” dell’attività del Consiglio, nel senso che ne promuove l’attività e cura l’attuazione delle sue decisioni".
"Il Copasir, inoltre, conclude Mulè, "è l'organo parlamentare che controlla e verifica le attività dei servizi segreti italiani. Magistratura, servizi segreti e antimafia: è un cocktail potenzialmente micidiale se uno solo di loro “avvelena” l’altro. Non si abbia dunque paura della verità e si vada a fondo”.
"Dentro Fratelli d'Italia regna la confusione" denunciano fonti del M5S. "Si chiedono come mai non ci siano politici dell'opposizione fra chi ha subito certe intrusioni e fanno le vittime, insinuando l'idea di complotti da cui resterebbero invece al riparo le attuali forze di minoranza. Devono essersi persi un piccolo dettaglio: al centro di questi episodi ci sono addirittura il leader del M5S Giuseppe Conte e la sua compagna. Capiamo la confusione generata dalla sconfitta in Sardegna, ma speriamo che Meloni e soci sappiano ancora leggere almeno la rassegna stampa".
"E' uno scandalo spiare i telefonini dei cittadini, ma quelli degli avversari politici per distruggerne la carriera è una cosa da dittature sudamericane non da democrazie occidentali" ha detto Matteo Renzi al Tg1. "Non servono altre nome, le leggi ci sono - aggiunge il leade di Iv - ma il problema è che quando un magistrato sbaglia deve pagare. Io che sono un personaggio pubblico chiederò conto ma un cittadino normale, se si trova coinvolto in una cosa del genere, a chi chiederà conto? Chi pagherà per quello che ha subito?".