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Da Di Maio a Paragone, M5S contro Trenta: "Molla la casa"

L'ex ministra si difende: "Ormai è assegnata a mio marito in maniera regolare". Ma il leader pentastellato la incalza: "E' bene che la lasci, poi se il marito ha diritto può fare domanda". La procura militare di Roma apre un fascicolo. Il senatore Dessì all'Adnkronos: "Anche io faccio vita di relazioni ma vivo in 50 mq..."

(Foto Fotogramma/Ipa)
(Foto Fotogramma/Ipa)
18 novembre 2019 | 10.42
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"Elisabetta Trenta, lascia la casa". E' l'appello rivolto da diversi esponenti del Movimento 5 Stelle, a cominciare da Luigi Di Maio, all'ex ministra al centro del caso dell'alloggio di servizio che le era stato assegnato e che ha mantenuto anche dopo la fine della sua esperienza di governo. "Ormai la casa è stata assegnata a mio marito e in maniera regolare. Per quale motivo dovrebbe lasciarla?", ha affermato l'ex ministro della Difesa in una intervista al Corriere della Sera assicurando che a Di Maio, che le ha chiesto di lasciare la casa, "ho spiegato che tutto è stato fatto correttamente".

Tuttavia lo stesso Di Maio, ospite questa mattina di 'Non stop new' su Rtl 102.5, è tornato a incalzarla. "La ministra Trenta ha smesso di fare la ministra circa due mesi fa, aveva tre mesi per lasciare quella casa ed è bene che la lasci. Poi se il marito ufficiale dell'Esercito ha diritto all'alloggio può fare una domanda e sono sicuro che ne avrà diritto, quindi potrà accedere all'alloggio come tutti gli altri ufficiali dell'Esercito", le parole del ministro degli Esteri. "Questa cosa -ha aggiunto Di Maio- fa arrabbiare i cittadini e fa arrabbiare anche noi, perché siamo sempre quelli che si tagliano gli stipendi, da ministro continuo a tagliarmi lo stipendio, come fanno tutti gli altri sottosegretari e parlamentari del Movimento".

Duro nei confronti di Trenta è anche il senatore M5S Gianluigi Paragone: "Ex ministro Trenta, molli la casa!!! Che cazzo di riposta è: Non me ne vado, ho una vita di relazioni e mi serve l’appartamento più grande!!!", scrive Paragone su facebook. "Posso dirvi che il dicastero ha già avviato tutti i controlli del caso e da un primo check sembrerebbe che le procedure interne siano state tutte rispettate", ha premesso il sottosegretario pentastellato alla Difesa, Angelo Tofalo, sempre dalle colonne del Corriere. Prima di aggiungere: "Da portavoce del Movimento 5 Stelle però...Questo 'escamotage' (del marito, ndr) mi rattrista. Mi auguro sinceramente che l’ex ministra Trenta lasci l’appartamento entro i 3 mesi così come la legge prevede", il prossimo 5 dicembre.

Il pressing sull'ex ministra continua sul Blog delle stelle: "Le spiegazioni di Elisabetta Trenta, a proposito dell’assegnazione dell’appartamento al marito, non sono sufficienti. I nostri valori sono incompatibili con l’intenzione di mantenere l’appartamento. Ci sono soldati e militari che hanno davvero bisogno di un alloggio e non è il caso di Elisabetta Trenta e del marito. Questa situazione è inaccettabile anche per il lavoro che i nostri parlamentari e attivisti portano avanti da anni in tema di Difesa", si legge sul Blog.

"Luca Frusone, nostro portavoce in commissione Difesa -prosegue M5S- ha presentato proprio in questi giorni una risoluzione che chiede la riorganizzazione degli alloggi militari. Quella degli alloggi militari è una questione di cui ci siamo occupati, perché spesso prevalgono amicizie e clientelismi, a danno dei soldati che, appunto, hanno davvero bisogno. Non sono concessi sconti. Questa è una guerra a una mentalità molto radicata nel nostro Paese. O la trasformiamo noi, o non c’è nessuno che lo farà al posto nostro".

"Questa vicenda -sottolinea M5S- non danneggerà il grande lavoro di tutto il MoVimento, come dimostra la risoluzione di Luca Frusone. L’animo delle persone non si può cambiare, che il singolo sbagli può accadere, ma i nostri valori sono intoccabili e li facciamo rispettare. Sempre. Questo è ciò che ci distingue dai partiti".

"Quindi ci auguriamo che Elisabetta Trenta lasci la casa e se il marito, in quanto militare, ha diritto ad un alloggio può fare domanda e lo otterrà. Siamo orgogliosi e felici di spenderci tanto per questioni del genere, mentre a destra nascondono ancora le tangenti del Mose di Venezia. Noi crediamo che l’etica si difenda anche così, chissà quando lo capiranno anche i partiti", è la conclusione.

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