Il messaggio del leader pentastellato al premier Draghi in diretta Facebook. Parlamentari 5S divisi in assemblea sulla fiducia, oggi nuovo round
"Il M5S c'è se otterrà risposte alle sue richieste". Il messaggio di Giuseppe Conte a Mario Draghi arriva in diretta Facebook. Dopo un primo, lungo giro di incontri fra grillini e poco prima di iniziare l'assemblea congiunta M5S ieri sera, il leader pentastellato detta le condizioni del Movimento per rimanere al governo in un breve discorso affidato ai social: si chiede "rispetto per i nostri principi", ma soprattutto si pretendono "risposte chiare" rispetto a "qualche generica apertura" sui 9 punti presentati al premier altrimenti, avverte Conte, "noi non possiamo starci". Ora la palla passa al presidente del Consiglio: "Spetterà a Draghi valutare se ci sono le condizioni per garantire al Movimento 5 stelle di poter svolgere la sua azione politica in un contesto di una maggioranza poco coesa", sottolinea il leader Cinquestelle, che avverte: "Senza risposte chiare e senza la garanzia sulle condizioni di rispetto, il M5S non potrà condividere una responsabilità diretta di governo".
Terminata la diretta con ultimatum di Conte, ecco iniziare l'assemblea 5S che registra però una divisione tra i parlamentari grillini sulla linea da tenere e, soprattutto, sulla possibilità o meno di una fiducia al governo Draghi. Tanti gli interventi, tante le voci discordanti. "Per ora - spiega un parlamentare grillino all'Adnkronos, numeri alla mano - 17 eletti si sono espressi contro la fiducia a Draghi, mentre 10 si sono detti favorevoli". La partita ad ogni modo è ancora lunga: il secondo round dell'assemblea, iniziata alle 10.40 di oggi e considerato l'alto numero di interventi 'prenotati', potrebbe protrarsi almeno fino all'ora di pranzo.
Voterà la fiducia al governo Draghi, indipendentemente da quel che deciderà il M5S, la deputata Maria Soave Alemanno. “Non mi posso rendere complice di chi per qualche punto percentuale manda all’aria il paese”, le parole che vengono riportate da alcuni presenti. “Chi guida il partito ha fatto una scelta incosciente non votando il dl aiuti. Perché il movimento così diventa una forza politica che non fa interesse degli italiani ma cerca consenso”, avrebbe detto il deputato M5S Niccolò Invidia, intervenendo all’assemblea.
“Se non ci danno risposte inutile starci. Se entro mercoledì ce le danno si può restare, ma Draghi non è il Salvatore della patria e possiamo andar via”. Così, a quanto apprende l’Adnkronos, la deputata Angela Masi. “Io sono per non votare la fiducia. In Sicilia tutti mi domandano perché siamo in questo governo”, le parole del deputato Luciano Cantone in assemblea congiunta M5S. “Non ho paura di perdere la poltrona, ho paura di dover dire a mio figlio che quando potevo, non ho fatto il mio dovere per il paese. Se sarà necessario, voterò la fiducia”, l'intervento della deputa Rosalba Cimino.
“Siamo nel governo di unità per sostenere la transizione. Ora dobbiamo vedere se le promesse sono state rispettate o no. Ma in questo momento Mattarella è nostro complice essendo uno statista che rispetta la Costituzione. Noi vogliamo tutelare i cittadini, non Draghi”, spiega il senatore Stanislao Di Piazza. "Se Draghi non ci dà risposte, andiamo a votare. Non facciamo vincere la linea delle Minoranze come faceva Di Maio”., sottolinea il senatore Gianluca Ferrara.
"La palla è in mano a Draghi, ora dobbiamo aspettare che arrivino risposte, come ci ha invitato a fare Giuseppe" Conte, interviene il senatore M5S Alberto Airola. "Noi siamo davvero responsabili, è la narrazione dei media che vuole mostrare il contrario. Ma noi stiamo scegliendo il meglio per il Paese". "Mercoledì non ci possiamo presentare con i nostri ministri”, ha detto, a quanto apprende l’Adnkronos, la senatrice Alessandra Maiorino. “Credo che dobbiamo dare risposte ai cittadini in questo momento di difficoltà e fare di tutto per salvare quelle 30000 imprese coinvolte nel superbonus, senza contare i problemi che avranno molte imprese questo autunno. L’unico modo per farlo è rimanere al governo”. Così il deputato Luca Sut.
E ancora: "Ho apprezzato le parole di Conte, ma non capisco perché la narrazione che ne sta venendo fuori è diversa. Se ci seguono sui nostri punti ci stiamo: noi ci siamo finché possiamo dare risposte ai cittadini, altrimenti meglio lasciar perdere. Se Draghi ci segue, noi ci stiamo, ma che si parli di temi, non di tattiche o di sondaggi”. Così Stefano Buffagni. “Abbiamo avuto defezioni, abbiamo fatto scelte diverse perché abbiamo sensibilità diverse, ma le abbiamo compiute sempre per dare risposte ai cittadini. La situazione economica è complicatissima, questa settimana c’è in discussione il meccanismo anti-spread della Bce, aumenteranno i tassi dei mutui e potrebbero incolparci di questo. Le scelte dobbiamo ponderarle bene, ne va del Paese", ha sottolineato. "Serve un governo al Paese, per tutelare gli aspetti economici - ha proseguito Buffagni - la situazione economica è grave, servono risposte concrete, e ci sono appuntamenti con la Bce troppo delicati per non pensare ad interessi degli italiani prima di tutto". “Serve un governo al Paese, per tutelare gli aspetti economici. La situazione economica è grave, servono risposte concrete, e ci sono appuntamenti con la Bce troppo delicati per non pensare ad interessi degli italiani prima di tutto”, ha detto ancora.
“I nostri ministri rimettano il loro mandato nelle mani di Conte. In questo governo non dovevamo entrarci ma non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta. Ora è quella di non votare la fiducia a questo governo”, le parole del deputato Davide Zanichelli, intervenendo in assemblea. "Ogni nostra scelta ha delle conseguenze che ricadranno su tutti i cittadini. Non dobbiamo seguire i sondaggi, non dobbiamo arrenderci ma continuare a lottare, come ha sempre fatto il Movimento". Così, a quanto apprende l’Adnkronos, la deputata Elisa Tripodi.
"Non siamo gattini per Draghi, non sta dando risposte sul Superbonus. Bene i nove punti, soprattutto la lotta per il salario minimo. Chi la pensa come Di Maio, esca". Così il senatore Daniele Pesco. "Spero che mercoledì saremo uniti, se continuerà l'esperienza di governo con noi dentro, dovremo far valere i nostri numeri. Se andremo via, dobbiamo essere compatti. Gli attivisti sono contenti, ma gli elettori sono spaventati, la TV da terrorismo. La gente non capisce. Bene che si mettano i temi al centro. Non vorrei non venisse approvato l'ergastolo ostativo per la caduta del governo”. Così il deputato Eugenio Saitta.
Insomma, nell'assemblea nata per ricompattare gli eletti dopo il Consiglio nazionale M5S di giovedì scorso in cui sono volati stracci, la sintonia e comunanza di visione non sembrano essere ancora stati raggiunti fra parlamentari 'barricaderi' e 'governisti'. Nella mattinata di oggi è intanto iniziato il secondo round. Mercoledì, quindi, il presidente del Consiglio Draghi sarà in Parlamento.