Il vicepremier: "Martedì a mente aperta ascolterò il premier. Ministri Lega pronti a lasciare le poltrone". A Marina di Pietrasanta fischi e cori di un centinaio di manifestanti che intonavano 'Bella ciao'
"Io martedì ascolto il presidente del Consiglio. Dipende da cosa dice il presidente del Consiglio, da che idea ha dell’Italia". Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a margine di un comizio a Marina di Massa, a chi gli chiedeva se la Lega presenterà una mozione di sfiducia nei confronti del premier Giuseppe Conte.
"Mi tengo stretta la mia Lega, piccola, arcigna e libera. La Lega non è in vendita. Le poltrone ci servono finché riusciamo a fare le cose. Altrimenti in 15 secondi i ministri della Lega si alzano e se ne vanno. O si governa o si vota" ha messo in chiaro il vicepremier al comizio. "Noi - ha detto Salvini - siamo disposti a lasciare le poltrone per combattere per l’Italia che ci sarà fra vent’anni". Il titolare del Viminale è tornato sui rapporti M5S-Pd facendo riferimento al vertice dei big del M5S oggi nella casa di Beppe Grillo a Marina di Bibbona. "Queste migliaia di persone le dedico ai dieci in villa che si sono chiusi per svendere l'Italia a Renzi e Boschi" ha attaccato il leader del Carroccio iniziando così il suo intervento alla festa della Lega. "Ho una dignità e mai nella vita andrei al governo con Renzi, Prodi e Boschi. Ma con che faccia?" ha scandito. "Siamo evidentemente maggioranza nel Paese e rischiamo di essere minoranza in Parlamento. Ma non farei mai a cambio - ha rimarcato - Vi lascio le vostre poltrone, ma se avete dignità ci vediamo alle urne a ottobre. Evidentemente hanno paura di noi".
Poi, a margine, ha sottolineato che "o un governo si può chiamare tale oppure c’è il voto. Ma noi le cose le diciamo in piazza, mentre altri si riuniscono in ville e villette. Se qualcuno ha deciso di allearsi con Renzi e il Pd, lo dica". Ed ha rincarato: "Se qualcuno pensa davvero di governare un anno con la Lega e un anno con il Pd ha dei problemi. Non oso immaginare come un elettore del M5S possa vedere un governo dei Cinque Stelle con il Pd. Con Renzi e la Boschi l’affidabilità ce l’avrebbero in casa". "Non ho fatto la crisi per opportunismo - ha aggiunto - perché ancora dei no pesanti non erano arrivati. Ma con i no non si va da nessuna parte". Poi a chi gli chiedeva se a casa di Francesca Verdini, figlia di Denis Verdini, ex parlamentare di Forza Italia, si parlasse di politica, ha risposto: "A casa della mia fidanzata parlo del nostro futuro insieme. Almeno a casa non parlo di politica. Ne parlo già sei giorni su sette".
In giornata, fischi e contestazioni hanno accolto Salvini al suo arrivo a Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca. Un centinaio di manifestanti ha atteso con fischi, cori e canti, fra cui ‘Bella ciao’, l’arrivo del vicepremier che è stato ospite del Festival La Versiliana. Al Salvini Scappa Tour, la manifestazione di protesta contro il tour balneare del ministro, aderiscono molte sigle appartenenti all'area di centrosinistra e non solo. Nei vialetti del parco della Versiliana contestatori e sostenitori si sono mescolati e il leader della Lega è stato portato velocemente sul palco del Festival. Durante le contestazioni è passata un'ambulanza. Dal gruppo di manifestanti qualcuno ha detto: "Ecco, quella è la macchina giusta per Salvini...".
"Bandiere rosse con falce e martello in azione a Marina di Pietrasanta, dove sarò tra poco. Indovinate chi insultano? Nemmeno il caldo ferma i 'democratici' frustrati amici dei clandestini e dei porti aperti. 'Bella Ciao' e bacioni!" ha commentato Salvini su Twitter, linkando il video delle contestazioni. Poi dal palco: "Abbiamo riesumato dei fantasmi, le bandiere rosse me le ricordo in spiaggia solo con il mare mosso".
"E' rischioso, ma l’unica soddisfazione che non lascio ai compagni è lasciare il ministero dell’Interno - ha detto Salvini durante il suo intervento - perché fino all’ultimo difenderò l’Italia e i suoi confini con le unghie e con i denti". "Se qualcuno vuole fare un governo con Renzi, Prodi e la Boschi deve passare sul mio corpo" ha scandito dal palco. Ancora, rivolto ai sostenitori: "Siamo in mano a una trentina di renziani. Il futuro del popolo italiano, delle imprese, della famiglia e della giustizia è in mano a una trentina di senatori renziani che se si va a votare, non li vota neanche il loro babbo".
"La via maestra sarebbe il voto" ha ribadito il leader della Lega, aggiungendo che "se si prendono la maggioranza nei palazzi, noi ci troviamo pacificamente e democraticamente in piazza a chiedere il diritto di voto". Quanto al premier, "Conte è ancora il mio presidente del Consiglio, ma il rapporto è ormai epistolare. Lui mi scrive lettere e io gli rispondo via lettera. Martedì a mente aperta lo ascolterò. Se dice applichiamo la flat tax, la cosa che vogliamo fare noi... altrimenti vediamo. Nelle ultime settimane ho fatto un esercizio di pazienza". In ogni caso "tengo sempre il telefonino acceso". Il suo auspicio è che "il Parlamento italiano ragioni e voti con coscienza. Spero in un sussulto di dignità e coscienza dei parlamentari. Fare il governo dei perdenti sarebbe un insulto agli italiani".