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Afghanistan, Trenta: "Mai annunciato il ritiro"

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01 febbraio 2019 | 20.31
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"Non ho mai annunciato il ritiro dall'Afghanistan, ma una fase di pianificazione che prevedesse anche ritiro. Il ritiro non potrei mai deciderlo io, lo decide il Parlamento". E' quanto afferma il ministro della Difesa Elisabetta Trenta durante il programma 'Otto e mezzo' su La7. "Il ministro degli Esteri Moavero non era presente quando ho parlato di questa cosa con il premier Conte, ma è stato raggiunto dalla notizia prima che potessi parlarci telefonicamente - riferisce Trenta -. C'è stata costruita sopra una retorica che non era il caso di costruire, il caso è stato montato un po' dai giornalisti".

Quanto al processo di pianificazione per il ritiro dall'Afghanistan, ricorda Trenta, "nella Nato è iniziato da tempo, da prima delle elezioni Trump diceva di voler ritirare le truppe americane. Tutti i militari sanno che le missioni possono finire, per questo è giusto essere sempre pronti. Poi le decisioni vanno prese rispetto al momento e in questo momento noi con serietà accompagneremo alle elezioni di luglio la provincia dove si trova il contingente italiano". Il ministro della Difesa sottolinea che "la pace che si sta costruendo non si può fare a discapito dei diritti delle donne, questa è la direzione nella quale si sta andando nei negoziati con i talebani. Noi come comunità internazionale avremo il compito di vigilare ma sappiamo che non è possibile una vittoria militare e che non è possibile una pace senza i talebani".

GOVERNO GIALLOVERDE - "Il governo durerà 5 anni? Questo governo potrà durare anche 10 anni, perché ha un appoggio popolare enorme" assicura il ministro della Difesa Elisabetta Trenta.

NO A RITORNO LEVA MILITARE - "Non sono d'accordo con il ritorno della leva militare" sostiene. "La leva obbligatorio ha avuto aspetti positivi e negativi - osserva - Ma se pensiamo che i ragazzi non hanno più principi, bisogna lavorare con le scuole e con la società, i valori vanno insegnati nella società. Magari meglio togliere il telefonino ogni tanto...".

CASO DICIOTTI - "Sul caso Diciotti non avevo una competenza - spiega il ministro della Difesa -, perché la Guardia Costiera pur essendo appartenente alla Marina militare dipende dal ministero dei Trasporti e quindi la decisione è stata presa dai ministri competenti, quello dell'Interno Salvini e quello dei Trasporti Toninelli". "Ovviamente - aggiunge Trenta - era una decisione condivisa del Governo: non c'è stata una riunione tutti assieme attorno a un tavolo, ma ci siamo sentiti al telefono o con sms e se fossi stata contraria avrei detto 'No'. Quella fermezza era necessaria per far cambiare le cose in Europa, perché il nostro problema non sono i migranti ma l'Europa". Prosegue il ministro della Difesa: "Posso presupporre che un terrorista possa venire su un aereo con un visto turistico come su una nave di migranti, ma il terrorismo va prevenuto con gli strumenti adeguati. Non sono al corrente che sulla nave Diciotti ci fosse questo rischio reale, ma in ogni sbarco può sussistere questo rischio. Non si devono associare i terroristi con i migranti e dobbiamo occuparcene come problemi distinti".

F35- "Sugli F-35 stiamo ancora valutando: il programma sarà rivisto non perché sia sbagliato ma perché forse troppo impegnativo. Ma non si può cancellare tutto con un colpo di spugna, bisogna essere responsabili e valuteremo con attenzione".

CONTE E MERKEL - "Conte, come tutti noi, sa benissimo che i 5 Stelle stanno portando avanti i propri temi. Forse alla Merkel ha dato le sue impressioni e gliele ha dette in una maniera in cui la Merkel potesse capirle meglio, ma stiamo portando avanti il nostro programma". Con queste parole il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha spiegato il fuorionda registrato al summit di Davos in cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte rispondeva alla cancelliera tedesca Angela Merkel che gli chiedeva "Salvini è contro Francia e Germania?" replicando che "Salvini è contro tutti".

PROPOSTA MELONI - Il blocco navale davanti alla Libia in funzione di contrasto ai migranti? "Sarebbe un atto di guerra". Con queste parole il ministro Trenta liquida la proposta reiterata dalla leader di Fdi Giorgia Meloni.

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