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Fendi, la memoria emotiva per celebrare centenario maison

Per la spring-summer 2025 un viaggio negli anni Venti e nella storia del marchio con ricordo alla fondatrice Adele

Due look della spring-summer 2025 di Fendi
Due look della spring-summer 2025 di Fendi
17 settembre 2024 | 23.00
LETTURA: 2 minuti

È un racconto emotivo, che intreccia la storia della moda italiana e i ricordi di famiglia, quello che Fendi manda in passerella a Milano per la sua spring-summer 2025. E che parte dalla capostipite Adele, dalla quale tutto è iniziato, nel 1925, fino ad arrivare ai giorni nostri. Sono passati 99 anni dalla fondazione della griffe della doppia F e l’anno prossimo, nel 2025, ricorrerà il centenario. “La collezione racconta le basi di come le donne si vestono oggi e, per molto versi, di come pensiamo vestissero negli anni ‘20 - racconta il direttore creativo delle linee womenswear e couture, Kim Jones -. Il 1925 è l'anno di fondazione di Fendi ma anche della mostra Art Deco a Parigi. Vengono pubblicati ‘La signora Dalloway’ di Virginia Woolf e ‘Il grande Gatsby’ di F. Scott Fitzgerald. C'è modernismo nell'abbigliamento, nel design, nella decorazione e nel pensiero. Abbiamo tenuto conto di questi aspetti, come un amalgama di epoche, stati d'animo e tecniche”.

Le modelle sfilano in una sala completamente bianca, al Superstudio Maxi, con al centro un grande cubo destrutturato, mentre dagli altoparlanti risuonano le note di un pianoforte alternate alle voci delle donne della famiglia Fendi che parlano di Adele, ricordando il suo essere avanguardista e pioniera. “Le piaceva avvicinarsi alla bellezza, per lei la bellezza era diventata fin da bambina uno scopo”. Racconta ancora Anna Fendi: “Mia madre era l’energia della casa, diceva ‘vedete, voi siete come una mano, siete 5 come le dita, siete diverse ma complementari”.

La collezione guarda avanti e indietro alla storia di Fendi e ai ruggenti anni Venti. Parla delle donne di famiglia e del coraggio delle loro scelte, ma è anche universale, perché si rivolge a tutte le donne. Ad aprire lo show un abito nero con frange e decorazioni Art Déco. Giochi di trasparenze e seduzione sono il filo conduttore di tutta la collezione, che mostra la pelle senza risultare mai volgare. Camicie oversize e casacche si accompagnano a capispalla di shearling e abiti da flapper girl che tanto piacerebbero a Zelda Fitzgerald.

Non manca la sartorialità, eccellenza del marchio, come nelle giacche e nei tagli degli abiti. Il grembiule allacciato in vita è all’insegna dell’eleganza utility, i ricami sono estremamente dettagliati e fatti a mano, ma leggeri e collocati sulla t-shirt o su una semplice sottoveste in seta e organza. Le sottovesti da ballerina si portano sopra slingback o scarponcini.

Tutto è leggero, raffinato, persino etereo. Tra gli accessori spicca la borsa ‘Mamma Baguette’ più alta, più larga e più grande. Anche qui un omaggio ad Adele Fendi. “La moda è cultura perché la moda è bellezza. La moda deve rimanere lo specchio della cultura”: le parole risuonano in sala mentre in prima fila siede un’altra pioniera che come Adele ha sfidato le convenzioni dei suoi tempi, l’artista performativa più famosa al mondo, Marina Abramovic. (di Federica Mochi)

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