Un farmaco solitamente impiegato per stimolare il travaglio potrebbe convertirsi in un utile strumento nella lotta all’Alzheimer. È quanto sostiene un gruppo di ricerca dell’Università di Rochester, negli Stati Uniti, in un articolo recentemente comparso sulle colonne della rivista di settore “Nature Aging”. Gli scienziati hanno puntato i riflettori sulle prostaglandine, che con la loro azione potrebbero rallentare la progressione della malattia. Gli esperti sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i risultati ottenuti nel corso della fase di sperimentazione sugli animali.