L'apertura dell'ospedale di Al Najaf, 3000 dipendenti e 500 posti letto, un tassello dell'internazionalizzazione di San Donato
Quando Kamel Ghribi, chairman di GKSD e Vicepresidente del gruppo San Donato, presentò il “progetto Iraq” ai suoi interlocutori italiani, molti lo accolsero con scetticismo. Le prime visite dei medici milanesi in Iraq per esplorare i luoghi del futuro investimento del Gruppo furono accompagnate da dubbi e preoccupazioni.
Oggi, le bandiere italiana e irachena sventolano sull’insegna del Teaching Hospital di Al Najaf, con la scritta “Policlinico San Donato” e Gruppo San Donato. La cronaca riporta il debutto in Iraq del primo gruppo della sanità privata italiana per gestire, in partnership pubblico-privata con il governo locale, l’ospedale di Al Najaf, un policlinico universitario di alto livello in una città importante per la comunità sciita poiché ospita la tomba di Alì, che fu cugino e genero di Maometto.
Najaf, con 1,2 milioni di abitanti e situata a 160 chilometri da Baghdad, è diventata il luogo dove il Gruppo San Donato e GKSD sperimentano la condivisione del know-how italiano, aprendo la strada ad altri investitori del nostro Paese.
Il Gruppo San Donato co-gestirà 492 posti letto e 3000 dipendenti, con il sostegno di un team di 50 professionisti tra tecnici, amministrativi e medici. L'iniziativa ha già attirato molti medici e specialisti iracheni che erano fuggiti durante la guerra e sono ora tornati per contribuire alla ripartenza del paese.
La strategia del Primo Ministro iracheno Al Sudani ha trovato nell'intuizione di Kamel Ghribi un partner pronto a spingere il Gruppo San Donato verso un ambizioso programma di internazionalizzazione. Il contratto vale 81 milioni di euro l’anno per il Gruppo San Donato.
Ghribi ha dichiarato che questo è solo l'inizio, e molti si aspettano ulteriori sviluppi a breve.