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Neuromed, progetto da oltre 30 mln per infrastrutture e ricerca in Molise

Grazie al contratto di sviluppo con Invitalia l’istituto di Pozzilli realizza importanti investimenti

Neuromed, progetto da oltre 30 mln per infrastrutture e ricerca in Molise
01 marzo 2021 | 15.07
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Un finanziamento per la ricerca, per sviluppare nuovi progetti e ampliare le necessarie infrastrutture. E’ stato possibile, in Molise, grazie a un contratto di sviluppo da oltre 30 milioni di euro firmato con Invitalia da Neuromed, Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) situato a Pozzilli, in provincia di Isernia, che è centro di riferimento a livello nazionale e internazionale in particolare per le malattie neurodegenerative legate al sistema nervoso centrale e periferico (VIDEO).

“L’Ircss svolge attività a tre livelli: clinica, ricerca e formazione. La clinica riguarda in modo particolare le malattie neurodegenerative, quindi quelle del sistema nervoso centrale e periferico. All’attività clinica è legata strettamente l’attività di ricerca, che è sempre più orientata agli aspetti traslazionali per cui i risultati vengono rapidamente adattati alle esigenze del paziente. E queste due attività non si possono svolgere se non con la formazione dei giovani, che si realizza attraverso la collaborazione con le università”, spiega Giovanni De Gaetano, presidente dell’Ircss Neuromed.

E proprio a questi tre fronti è stato orientato il finanziamento di quasi 18 milioni di euro ottenuto da Invitalia, come sottolinea Emilia Belfiore, responsabile ufficio Ricerca e Sviluppo dell’Ircss Neuromed: “Un investimento ambizioso, che è stato avviato da Neuromed nel 2012 nel contesto di un contratto di sviluppo. Lo strumento si è rivelato particolarmente interessante per la realizzazione di un programma che integrasse, da un lato, interventi infrastrutturali e, dall’altro, lo sviluppo di importanti progetti di ricerca e l’ampliamento di una serie di attività, tra cui la ‘biobanca’ che è uno dei fiori all’occhiello dell’Istituto rappresentando uno dei primi progetti di big data in Italia e in ambito internazionale”.

“L’impatto - assicura Emilia Belfiore - è stato notevole. L’Istituto ha curato sia la componente infrastrutturale sia quella di ricerca per un valore complessivo di oltre 35 milioni di euro. Una cifra ingente che, per quanto riguarda l’ampliamento, ha portato a realizzare una piattaforma clinica nella quale è stata realizzata la nuova superficie ambulatoriale, dotata di tecnologie e attrezzature innovative, e corredata dall’ampliamento del parco che prevede anche il potenziamento di alcune facilities, come la stessa biobanca”.

“Senza tralasciare la componente legata alla formazione perché, integrato con questi investimenti, è stato realizzato anche un moderno polo didattico dove vengono ospitati corsi di laurea in collaborazione con i principali atenei italiani, in primis le Università di Roma ‘La Sapienza’ e ‘Tor Vergata’”, aggiunge.

Un settore, quello della ricerca, quindi, dove il finanziamento pubblico è stato determinante, come conclude il presidente Giovanni De Gaetano: “Nella ricerca sono importanti le idee, che però devono essere sostenute anche dai finanziamenti, e da possibilità concrete di potersi realizzare. E’ molto importante il contributo del finanziamento pubblico come quello di Invitalia, perché sempre di più abbiamo bisogno di indipendenza nella nostra attività, soprattutto dell’attività di ricerca. Il rapporto pubblico-privato in una maniera integrata e collaborativa, come è avvenuto con Invitalia, facilita lo sviluppo di idee, non condizionate troppo da finanziamenti privati, che a volte nascondono secondi fini che non hanno niente a che fare con l’attività clinica e di ricerca”.

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