Ripartono i consumi e decollano, in Italia, le strade della moda. E quanto rileva un sondaggio realizzato tra gli associati Federmoda in tutta Italia + 0,17% nella prima metà del 2015 rispetto al primo semestre dell’anno precedente. Dato confermato e superato dai dati dell’Osservatorio Acquisti CartaSì sugli acquisti effettuati dagli italiani con le sole carte di credito nei negozi di moda, (+4,6%). Si assiste dunque a un lieve incremento nelle vendite nel comparto moda nei primi mesi del 2015 e le strade dello shopping del lusso continuano ad attirare nuovi investitori portando in questi ultimi mesi dell’anno, via Monte Napoleone a sfiorare il record degli 8000 euro al metro quadrato, seguita dalla 'rivale' romana via Condotti a quota 7000 euro al mq.
Aumentano del 9%, secondo i dati Global Blue, gli acquisti di prodotti di moda degli stranieri nei primi sei mesi del 2015 con uno scontrino medio di 738 euro. Gli stranieri scelgono Milano per lo shopping (35%), Roma (19%), Firenze (10%), Venezia (6%). Nelle restanti parti d’Italia il 30% degli acquisti tax free.
Due realtà, moda e real estate, che in stretta relazione tra loro evidenziano l’una la ripresa di fiducia dei consumatori, l’altra la costante crescita di domanda di spazi nelle vie di lusso da parte di autorevoli firme internazionali, fortemente desiderose di abbracciare il sistema 'Made in Italy'; entrambi i fattori sono fonte di un costante incremento dei canoni e di un sempre maggior interesse al settore. E’ quanto si osserva nell'ultimo report 'Fashion High-Street', realizzato da Federazione Moda Italia-Confcommercio con World Capital, in collaborazione con Osservatorio Acquisti CartaSì e Global Blu.
Per il presidente di Federazione Moda Italia e Confcommercio, Renato Borghi: "I recenti indicatori positivi evidenziano una crisi che sembra volgere al termine, ma non rasserenano ancora il dettaglio multimarca indipendente di qualità. Un flebile risveglio dei consumi, però, c'è stato e lo registriamo dopo anni di forti sofferenze con un segno più davanti allo zero virgola".
"Un piccolo ma importante segnale -afferma- che va ora consolidato con reali politiche di sostegno e rilancio dei consumi nei negozi che rimangono, nonostante il drammatico rapporto di uno a due tra nuove aperture e chiusure, una componente fondamentale del nostro sistema distributivo di qualità. Un patrimonio, oltre che economico, di cultura e rilevanza sociale che va salvaguardato e che è tanto più importante se si pensa all’attrattività internazionale che hanno le nostre vie dello shopping".
"Il dato del total tax rate -fa notare Borghi- che vede le imprese italiane tartassate da un fardello fiscale dal peso del 68,4% non può che vederci ancora increduli e preoccupati ed orientare le nostre richieste alla politica per una energica riduzione delle imposte alle imprese e alle famiglie, mettendo mano alla madre di tutte le riforme e cioè quella fiscale. Solo così potremo pensare positivo e assistere, finalmente, ad una vera ripartenza dell’economia e ad un concreto rilancio dei consumi interni".