Si chiude l'anno della Capitale europea della cultura
Un countdown speciale quello che accompagna l'arrivo del 2024 nella cittadina ungherese di Veszprém, che con il 2023 saluta l'anno in cui è stata Capitale europea della cultura (Ecoc) con l'intera regione del Lago Balaton (insieme alla romena Timisoara e alla greca Elefsina). Non una vera e propria celebrazione conclusiva ma una festa di Capodanno che segna un passaggio importante: forte dei risultati raggiunti con Veb2023 in termini di presenze turistiche, mostre ed eventi di livello internazionale, nuovi hub culturali e creativi, Veszprém guarda al nuovo anno e al futuro entrando a pieno merito tra le destinazioni culturali europee.
Ma soprattutto, grazie al titolo di Capitale europea della cultura, ha completamente rinnovato il suo centro storico, intorno all'antico Castello: le tipiche facciate pastello e stucchi degli edifici, per lo più ecclesiastici, la Cattedrale che fu la prima di Ungheria, la lunga via principale con i suoi scorci sulla città bassa altrettanto pittoresca, il belvedere con le gigantesche statue dei primi sovrani del paese. Tutto è tornato al suo originario splendore e a una nuova vita fatta di spazi per eventi e mostre, come la Casa delle arti e il nuovo museo Foton.
Un processo di rigenerazione urbana e di partecipazione civica e sociale, che ha dato impulso anche alla creazione di strutture ricettive e di attività commerciali prima insufficienti per una città d'arte a poco più di un'ora da Budapest e a 12 chilometri dal Lago Balaton. Alcune delle ristrutturazioni più significative hanno interessato i vecchi mulini di cui è ricca l'intera regione, lungo quella che può essere considerata una vera e propria 'via dell'acqua'. Luoghi che storicamente hanno rappresentato il fulcro delle comunità locali, dove la gente si incontrava per andare a comprare la farina, sono stati anche pionieristici laboratori di progresso tecnologico, ad esempio tra i primi siti a usare l'elettricità. E che ora, dopo un attento restauro, vengono rivitalizzati con vecchie e nuove attività.
Come il Vázsony Rattling Water Mill, risalente al 15° secolo, che un lungimirante gruppo di amici ha fatto rinascere e aperto ad eventi culturali, mostre permanenti (custodisce testimonianze di storia locale e la documentazione del restauro) e temporanee, come quella ospitata quest'estate durante i Mill Picnics. Ma sarà anche una stazione di sosta a disposizione dei ciclisti che percorrono il Blue Trail e di ristoro e accoglienza per i pellegrini.
Poi c'è Fenyves Malom, l'unico mulino ad acqua rimasto intatto a Veszprém proprio sulla sponda del torrente Séd. E perfettamente funzionante grazie all'opera di Petér Tamás, uno dei pochi artigiani specializzati nel restauro di mulini nel paese, e di sua moglie. Insieme hanno riattivato il mulino e lo hanno aperto alle visite di scolaresche, turisti e di chiunque voglia cimentarsi nell'arte del pane, a partire dalla macina, secondo l'antica lavorazione illustrata nel piccolo museo allestito all'interno. Il mulino è diventato anche uno spazio per eventi e cene, con tanto di giardino antistante la grande ruota ad acqua e un forno esterno.
Nuova destinazione culinaria e anche ricettiva per un altro storico mulino della regione, che si trova al centro della cittadina termale di Tapolca e prende il nome, 'Gabriella', dalla moglie del poeta János Batsány nato nel 1763 in questo piccolo centro vicino al Lago Balaton famoso per il suo sistema di caverne e grotte, attraversate da un fiume sotterraneo navigabile, chiamato il Lago Blu. Risalente al 13° secolo, il mulino è stato riconvertito in hotel, circondato da un piccolo lago che raccoglie le acque di differenti sorgenti, che hanno una temperatura costante di 18° tutto l'anno. All'interno anche un ristorante gourmet con specialità ungheresi accompagnate dai famosi vini della zona del Balaton.
Poco distante si trova Stankovics Mill, un mulino completamente rinnovato e trasformato in galleria d'arte, Első Magyar Látványtár. Uno spazio in tre piani sotto l'antico tetto, nato dalla collezione privata di Ákos Vörösváry, e dall'eredità del pittore ungherese Sándor Altorjai, che oggi raccoglie opere di arte contemporanea, inclusa fotografia e arti applicate e anche sculture nel giardino antistante, e ospita esibizioni contemporanee, come quella dedicata all'universo femminile durante questo anno della Capitale europea della cultura. Accanto, in un altro edificio dell'antico complesso, si trova il caffè, esso stesso un piccolo scrigno arredato con estro, che offre gustosi dolci della tradizione e non solo.
Ma protagonisti in quest'ultimo scorcio d'anno, nella ricchissima programmazione di Veb2023, sono stati anche parchi e piazze, da Gyárkert Culture Park a Old Town Market square, dove è andata in scena tutta la magia del Natale, tra mercatini, piste di pattinaggio, dolcetti e vin brulé, artigianato locale e di design, spettacoli, con l'immancabile musica, e altre attività ricreative. E ancora arte con l'ultima mostra in programmazione nel calendario di Veb2023, 'International kinetic art temporary exhibition', dedicata al paesaggio del Balaton, che resterà aperta fino a fine gennaio.
Un mese di dicembre per tutti i gusti, quindi, reso ancor più attrattivo dall'atmosfera festiva ad accompagnare grandi e piccini, turisti e residenti, fino a Capodanno, con un intero giorno di festeggiamenti in piazza, in Old Town Square, a partire dalle 14 del pomeriggio fino a sera, con Dj set e grande finale di musica e ballo nella Notte di San Silvestro, per salutare, con lo sguardo al futuro, un anno che ha visto rinascere questo piccolo grande angolo di Ungheria.