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Chi era Yahya Sinwar, il leader di Hamas ucciso da Israele

E' considerato la mente dell'attacco a Israele del 7 ottobre

Yahya Sinwar (Fotogramma/Ipa)
Yahya Sinwar (Fotogramma/Ipa)
17 ottobre 2024 | 17.22
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Il leader di Hamas Yahya Sinwa, è stato ucciso da Israele in un raid su Gaza. La conferma arriva dall'esame del Dna e dai test, condotti sui denti del cadavere.

Due fonti di Hamas hanno riferito, inoltre, al sito del quotidiano Asharq Al-Awsat che "vari funzionari del movimento hanno ricevuto conferme dell'uccisione del suo leader".

Chi è Sinwar

Sinwar, nato nel 1962 nel campo profughi di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, alla fine degli anni Ottanta si è unito a Hamas, 'nato' nel 1987, ed è stato uno dei fondatori del Majd, l'apparato di sicurezza del gruppo. A reclutarlo era stato il fondatore di Hamas, Sheik Ahmed Yassin, che lo aveva messo a capo del Majd, come ricorda la stampa americana.

Accusato da Israele di essere "la mente" dietro l'attacco del 7 ottobre 2023, è stato arrestato più volte da Israele, nel 1988 è stato condannato per aver avuto un ruolo nell'uccisione di due soldati israeliani e di alcuni palestinesi sospettati di collaborazione con Israele. Si era conquistato il soprannome di 'macellaio di Khan Yunis'. E' stato condannato a quattro ergastoli e ha trascorso più di venti anni nelle carceri israeliane e qui, ha ricordato di recente la Cnn, ha detto di aver 'studiato il nemico' e imparato l'ebraico. Sinwar, scrittore in cella. In prigione, da cui più volte avrebbe cercato di fuggire, ha scritto 'La spina e il garofano'. Secondo il giornale israeliano Haaretz, è stato curato dai medici dello Stato ebraico per un tumore al cervello. E' stato scarcerato nel 2011 dalle autorità israeliane durante uno scambio di prigionieri insieme ad altri palestinesi, più di mille, in cambio del rilascio di Gilad Shalit, il soldato israeliano rapito a Gaza e trattenuto nella Striscia per più di cinque anni.

Tornato a Gaza, dopo la liberazione si è sposato e ha avuto figli. Ha fatto presto 'carriera'. E' stato responsabile per la costituzione del braccio armato di Hamas, prima - ha ricordato la rete americana - di stringere rapporti con le potenze arabe regionali in qualità di leader politico del gruppo.

Nel Politburo dal 2017, lo scorso 6 agosto è diventato ufficialmente l'erede di Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas ucciso il 31 luglio nella capitale iraniana Teheran. Considerato cruciale per le decisioni e - come ha ricordato lo European Council on Foreign Relations (Ecfr) - una delle principali figure di collegamento tra l'ala politica e il braccio armato di Hamas, da leader politico del gruppo si è concentrato sulle relazioni con l'estero.

Dalle foto tra la folla ai tunnel di Gaza, a ricercato numero uno di Israele. In estate il quotidiano panarabo edito a Londra e di proprietà saudita, Asharq Al-Awsat, provava a raccontare la vita di Sinwar, tra pizzini, ma anche telefonate quando necessario, con una cerchia ristretta di 'fedelissimi', persone per fare da tramite tra Sinwar e il resto della leadership quando necessario.

Poi a metà settembre è arrivato il terzo - e ultimo - messaggio di Sinwar dalla 'conquista' della guida di Hamas. "La resistenza si sta preparando per una battaglia di logoramento e spezzerà la volontà politica del nemico proprio come ha spezzato la sua volontà militare", affermava.

A inizio mese sul New York Times, che citava funzionari statunitensi, si leggeva ancora di un Sinwar 'all'opera', pur in assenza di una prova certa della sua esistenza in vita, che prendeva decisioni cruciali per Hamas, con posizioni 'inasprite' e più fatalista dopo quasi un anno di guerra a Gaza, determinato a vedere Israele coinvolto in un conflitto più ampio in Medio Oriente.

Ancora a inizio mese la tv satellitare al-Arabiya parlava di una "ripresa di contatti" tra il leader dell'ufficio politico di Hamas e il Qatar "dopo una lunga pausa" e subito la notizia veniva smentita da fonti israeliane. Poi ancora era il Wall Street Journal, citando funzionari d'intelligence arabi, a scrivere che Sinwar aveva ordinato ai leader del gruppo terroristico in Cisgiordania di riprendere gli attacchi suicidi in Israele subito dopo aver sostituito Haniyeh a capo dell'ufficio politico di Hamas.

Il 9 ottobre era stato l'inviato della Casa Bianca per il Medio Oriente, Brett McGurk, a confermare che gli Stati Uniti ritenevano che Sinwar fosse vivo e probabilmente in un tunnel di Gaza. Secondo alcuni osservatori, la sua uccisione potrebbe contribuire alla fine del conflitto.

La richiesta dei familiari degli ostaggi israeliani

L'eliminazione fisica di Sinwar è il colpo di grazia finale per la leadership di Hamas. Il Forum delle famiglie degli ostaggi chiede al governo di sfruttare la probabile uccisione del leader di Hamas Yahya Sinwar per trovare un accordo immediato sugli ostaggi. “Oltre all'apprezzamento per il significativo risultato, le famiglie degli ostaggi esprimono grave preoccupazione per la sorte dei 101 ostaggi che sono ancora tenuti prigionieri da Hamas a Gaza e chiedono che il governo faccia leva sul risultato militare per garantire un accordo immediato che porti al loro ritorno”, si legge nella dichiarazione del Forum riportata dal Times of Israel.

“L'eliminazione di Sinwar è un'importante pietra miliare sulla strada della vera vittoria, che sarà raggiunta solo con la restituzione dei 101 rapiti", si legge. "Per oltre un anno, il governo israeliano non è stato in grado di sfruttare i risultati di sicurezza senza precedenti raggiunti nei combattimenti a Gaza per ottenere il rilascio degli ostaggi”, affermano le famiglie, invitando il premier Benjamin Netanyahu a dare istruzioni al suo team di negoziazione al fine di garantire un accordo immediato per la liberazione dei loro cari. “Non c'è e non ci sarà una vittoria totale senza il rilascio di tutti i 101 sequestrati”, aggiungono.

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