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Ucraina, Russia: "Per fine guerra basta che Biden dia istruzioni a Kiev"

Peskov: "D'accordo con Trump, invio tank accresce tensioni"

(Afp)
(Afp)
27 gennaio 2023 | 11.35
LETTURA: 2 minuti

Per arrivare alla fine della guerra in Ucraina "molto rapidamente" è sufficiente che il presidente americano Joe Biden "dia istruzioni" in tal senso a Kiev. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citando le parole di Donald Trump. Certo, "non è questione di un giorno, o neanche di due", ma quello che fa il regime di Kiev "è in larga misura nelle mani di Washington", ha affermato. Ma in questo momento è chiaro che il presidente americano "non vuole usare la sua influenza" sull'Ucraina per arrivare alla fine del conflitto, ma al contrario "ha scelto la strada dell'invio di altre armi all'Ucraina".

Il Cremlino concorda con Trump, l'invio di tank all'Ucraina e le pressioni americane sugli altri Paesi stanno provocando un'escalation delle tensioni. Per Peskov, "si può essere d'accordo con le dichiarazioni" dell'ex presidente americano, "perché c'è una vera escalation delle tensioni".

Secondo il portavoce, "le tensioni stanno aumentando soprattutto a causa delle decisioni che vengono prese, in primo luogo, a Washington e nelle capitali europee, sotto la pressione degli americani. Si tratta delle forniture di armi, carri armati e altro, e delle discussioni in corso che ora riguardano gli aerei".

Trump ha affermato che il passaggio successivo all'invio di carri armati in Ucraina potrebbe essere un conflitto nucleare.

Peskov ha poi denunciato che gli Stati Uniti "demonizzano" da anni il gruppo Wagner, contro cui ieri hanno annunciato sanzioni. Il portavoce del Cremlino ha definito infondate le accuse mosse alla milizia privata fondata da Evegeny Prigozhin, legato a Vladimir Putin.

"Ieri non è stata la prima volta che voi e io abbiamo sentito dichiarazioni da Washington che demonizzavano la compagnia militare privata Wagner - ha detto Peskov, rispondendo alla domanda sulle attività dei miliziani in Africa e Ucraina - È una cosa che va avanti da molti anni. Allo stesso tempo, queste dichiarazioni, di norma, sono prive di fondamento. Voi e io non abbiamo mai visto o letto un ragionamento razionale".

Il portavoce del Cremlino ha anche commentato le dichiarazioni specifiche al coinvolgimento del Wagner group nella Repubblica Centrafricana: "Anche questo sembra abbastanza infondato. Non c'è alcuna prova, alcun indizio, non è stato presentato nulla all'opinione pubblica. Questo svaluta in modo significativo il significato delle dichiarazioni che provengono da Washington".

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