
Peskov: "Un trilaterale Putin-Trump-Zelensky non è all'ordine del giorno". A Riad nuovi colloqui Kiev-Washington. Negoziatore Mosca: "Molto utili colloqui con Washington, andremo avanti"
Gli Stati Uniti e la Russia ''non hanno concordato una dichiarazione congiunta'' al termine dei colloqui a Riad ''a causa della posizione dell'Ucraina''. E' quanto ha dichiarato Vladimir Chizhov, vicepresidente del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale russa, intervistato dall'emittente televisiva Rossiya-24. I colloqui tra Usa e Russia sono durati oltre 12 ore.
Usa e Russia ''stanno analizzato l'esito dei colloqui tra i rispettivi inviati in Arabia Saudita'', ha affermato il portavoce del presidente russo Dmitry Peskov, "i cui risultati non verranno resi pubblici''. Incontrando i giornalisti, Peskov ha detto che quelle che si sono svolte a Riad sono state ''trattative con un'immersione profonda nei dettagli, quindi il contenuto delle trattative tecniche non verrà sicuramente pubblicato". Quello che sta avvenendo in questa fase è che ''nelle capitali (Mosca e Washington, ndr.) vengono analizzati i resoconti degli inviati e solo dopo l'analisi sarà possibile parlare di alcune intese", ha detto il portavoce del Cremlino.
Rispondendo a una domanda dei giornalisti, Peskov ha poi aggiunto che "non si è discusso'', né a Riad né altrove, ''di un incontro'' trilaterale tra il presidente russo Vladimir Putin, quello americano Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Sulla possibilità di un nuovo colloquio telefonico tra Trump e Putin, il portavoce del Cremlino ha reso noto che "per ora non ci sono piani per colloqui di alto livello. Se necessario, queste conversazioni possono essere organizzate rapidamente". L'ultima telefonata confermata ufficialmente tra il presidente degli Stati Uniti e il leader russo risale al 18 febbraio.
Si è intanto volto oggi a Riad un nuovo incontro tra i team ucraino e americano per una tregua tra Kiev e Mosca. Lo ha riferito una fonte della delegazione ucraina, limitandosi a dire che "tutti i dettagli verranno annunciati successivamente".
Ieri ''a Riad si è discusso prima di tutto della sicurezza della navigazione nel Mar Nero'', ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov a proposito dei temi affrontati ieri. "Quello che è stato discusso lì, come concordato tra (il presidente russo Vladimir, ndr) Putin e (il presidente degli Stati Uniti Donald, ndr) Trump è stato, prima di tutto, il problema della sicurezza della navigazione nel Mar Nero", ha detto Lavrov in un'intervista a Channel One.
Per il negoziatore russo Grigory Karasin, i colloqui sono stati "molto utili" e proseguiranno. "Abbiamo parlato di tutto e il dialogo è stato intenso, complesso, ma molto utile per noi e per gli americani", ha detto Karasin, che fa parte della delegazione russa per i negoziati nella monarchia del Golfo. "Continueremo", ha aggiunto in dichiarazioni all'agenzia russa Tass.
La Russia parla inoltre di "coinvolgere" l'Onu, e non solo. "Continueremo (il dialogo) - ha detto Karasin - coinvolgendo la comunità internazionale, prima di tutto le Nazioni Unite e singoli Paesi".
"L'Aeronautica delle Forze Armate dell'Ucraina ha colpito con successo" una base militare russa "a Kondratovka", nella regione russa del Kursk, "uccidendo fino a 30" soldati. Lo rende noto via Telegram lo Stato Maggiore delle Forze Armate di Kiev.
L'obiettivo "è stato completamente distrutto nell'attacco", affermano, aggiungendo che "la distruzione di questo elemento dell'infrastruttura militare riduce le capacità del nemico di condurre operazioni contro le forze di difesa ucraine" nella regione ucraina di Sumy e nello stesso Kursk, teatro dell'offensiva lanciata lo scorso agosto dalle forze di Kiev.
I militari ucraini assicurano che "continueranno a colpire il nemico per ridurre il suo potenziale militare". Kondratovka è una piccola località nell'ovest del Kursk, vicino al confine con l'Ucraina.
L'Ucraina accusa la Russia di aver fatto partire nella notte dal suo territorio 139 droni e un missile Iskander. Secondo le notizie diffuse dall'Aeronautica militare di Kiev, e riportate dai media locali, sono stati abbattuti 78 droni, mentre altri 34 erano droni-esca che non hanno provocato danni. Nessuna precisazione sui restanti droni che sarebbero partiti dal territorio russo, né sul missile.
Sono più di 600 i minori uccisi in Ucraina dall'inizio, il 24 febbraio di tre anni fa, dell'invasione russa su vasta scala del Paese. E' la denuncia che arriva dall'Ufficio del Procuratore generale ucraino, come riporta Ukrinform.
"Più di 2.421 bambini sofferto in Ucraina per l'aggressione armata su vasta scala della Russia - si legge - Fino alla mattina di ieri, secondo informazioni ufficiali, si contano 604 bambini uccisi e più di 1.817 rimasti feriti" con conseguenze di varia entità. Le zone più colpite, secondo le denunce degli ucraini, sono la regione del Donetsk, con 633 vittime tra morti e feriti, e quella di Kharkiv (470).
Il leader russo Vladimir Putin "vuole assolutamente entrare nella storia come 'Il Grande raccoglitore delle terre russe', colui che ha invertito la disgregazione dell’impero" e "l’inclusione in uno Stato unico di Ucraina e Bielorussia gli consentirebbe di aumentare la 'sua' popolazione fino a circa 188 milioni, con un ampliamento delle risorse di mobilitazione, del mercato interno di consumo e dei quadri lavorativi. Era una teoria cara al vecchio Kgb: più è piccola, più la Russia diventa ingovernabile". Lo dice in un'intervista al Corriere della Sera Evgeny Savostyanov, ex capo della sezione moscovita del Kgb e poi analista al ministero della Sicurezza. Dal 2023 vive all'estero ed è convinto che l'Europa "dovrebbe svegliarsi" perché "il secondo obiettivo di Putin" è il "ritrovamento del ruolo di egemone europeo e globale".
E il leader russo, afferma, "accetterà una tregua completa solo quando sarà sicuro di poter raggiungere i suoi grandi obiettivi". "Nel piccolo che per lui rappresenta l’Ucraina, appare evidente che ha bisogno di un avamposto russo sulla riva destra del Dnepr. Kherson e dintorni, per capirci. Così potrà tenere sotto pressione Odessa, la Transnistria e Chisinau - aggiunge - Per questo non accetterà mai la dislocazione in Ucraina di forze europee di deterrenza". Savostyanov afferma di non ritenere possibile "una fine della guerra senza un sostanziale cambiamento del rapporto di forze sul fronte a favore della Russia, ancora più marcato di quello attuale". E, conclude, "un nuovo assetto geopolitico sorgerà inevitabilmente a causa della decisione degli Usa di ridurre drasticamente il loro ruolo negli affari internazionali. Putin promuoverà la sua visione, cercando una zona di influenza a Ovest per smarcarsi da quella, molto più vasta, della Cina".