Il presidente della Fondazione Med-Or: "Dal conflitto sono scaturite "tre grandi crisi globali", quella energetica, alimentare e umanitaria"
"Oggi non è possibile pensare a una soluzione, a una pace stabile e duratura" della guerra in Ucraina "se non c'è un pieno coinvolgimento dei Paesi del Mediterraneo allargato". Lo ha dichiarato Marco Minniti, presidente della Fondazione Med-Or, nel suo intervento d'apertura della conferenza 'New Horizons for Cooperation between Italy and the Uae' a Roma.
Secondo il ragionamento di Minniti, dal conflitto sono scaturite "tre grandi crisi globali", quella energetica, alimentare e umanitaria, che si sono propagate nel resto del mondo come un "maremoto", ma queste partite "difficilissime" si giocano nel Mediterraneo. Relativamente alla crisi alimentare, ad esempio, "basta pensare cosa potrebbe avvenire nei Paesi dell'Africa del Nord che dipendono dal grano ucraino e russo", ha evidenziato Minniti, mettendo in guardia dal fatto che "la situazione non è risolta, alcuni Paesi in inverno possono misurarsi con una crisi alimentare che può sfociare in crisi sociale dando il via a una nuova ondata di crisi migratoria".
"Considerando le 5 milioni di persone stabilmente trasferite dall'Ucraina, se in Europa arrivano anche centinaia di migliaia di persone dal Nord Africa il nostro continente potrebbe essere stretto in una drammatica crisi umanitaria difficilmente risolvibile e non è detto che la solidarietà potrebbe reggere questa sfida", ha aggiunto Minniti, sostenendo infine che "nel Mediterraneo c'è un'identità comune ossia quella di essere un pezzo del sud del mondo ed una guerra nata nel nord del mondo senza il sud non troverà soluzione. Questo chiama in causa i Paesi del Nord Africa e del Golfo"