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Ucraina, Macron a Putin: "Non ho cambiato numero, se ha proposte di pace la Francia c'è"

"La Francia sarà sempre una potenza che aiuterà e che non risparmierà i suoi sforzi per ottenere un risultato". Poi su Orban: "Si comporti da europeo"

Emmanuel Macron (Afp)
Emmanuel Macron (Afp)
15 dicembre 2023 | 17.31
LETTURA: 3 minuti

"Io non ho cambiato numero. Se il presidente Vladimir Putin avrà proposte serie, il desiderio di riprendere un dialogo" sull'Ucraina "che ci permetta di costruire una pace rispettosa del diritto internazionale, la Francia sarà sempre una potenza che aiuterà e che non risparmierà i suoi sforzi per ottenere un risultato". Lo dice il presidente francese Emmanuel Macron, rispondendo, in conferenza stampa a Bruxelles, all'accusa lanciata da Putin alla Francia di avere "rotto i rapporti" con Mosca. La Francia, prosegue, in quel caso non si tirerà indietro, "come abbiamo fatto, del resto, durante tutti gli anni che hanno preceduto il conflitto, e come ho fatto per diverse settimane, o anche diversi mesi, dopo lo scoppio della guerra a febbraio" del 2022.

Orban

A chi gli chiede cosa pensi delle dichiarazioni del premier ungherese, Viktor Orban, che ha notato che Budapest avrà numerose altre occasioni per bloccare il processo di adesione dell'Ucraina all'Ue, Macron risponde che Orban "è stato ascoltato, ha chiesto un dibattito strategico: lo abbiamo fatto, è stato rispettato. Questo rispetto implica responsabilità: quindi mi aspetto che Viktor Orban nei prossimi mesi", dato che ci sono "interessi legittimi" ma anche "doveri", si comporti "come un europeo".

Macron spiega come si è arrivati al via libera ai colloqui di adesione all'Ue per l'Ucraina. "Con il presidente Charles Michel, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il cancelliere Olaf Scholz e diversi altri leader", si è fatto in modo di tenere nel Consiglio europeo un dibattito in cui il primo ministro ungherese "venisse rispettato - ribadisce - Alla fine siamo arrivati ​​di concerto a proporre la soluzione che lui stesso aveva suggerito". "Vi invito a leggere - continua - quello che lui stesso aveva detto nelle colonne" di diversi media francesi. "Aveva detto esattamente quello che abbiamo fatto noi: non c'è nessuna sorpresa. Ha detto che era contrario, ma che non avrebbe bloccato: è esattamente quello che è successo".

Allargamento

"Siamo molto lontani da un effettivo allargamento" dell'Ue "all'Ucraina", sottolinea poi Macron rispondendo, a Bruxelles, in merito alle preoccupazioni per l'impatto che l'adesione dell'Ucraina avrebbe sulla Politica agricola comune, che per la Francia, grande produttore agricolo, è importante, anche a livello elettorale.

"Un eventuale allargamento - continua - richiederà una riforma profonda delle nostre regole e, quindi, sarà possibile solo con un aumento massiccio dei finanziamenti. Con un cambiamento nelle regole e nei meccanismi attuali", l'ingresso dell'Ucraina, che è un colosso agricolo, "non andrà a scapito della nostra agricoltura: è una certezza. Ho visto che l’argomento è stato utilizzato anche dal primo ministro Viktor Orban in un articolo, ma ciò non ci impedirà di pensare a noi stessi dal punto di vista geopolitico".

Migranti

Nel Consiglio europeo "abbiamo avuto anche uno scambio sulle migrazioni. Di fronte all’aumento degli attraversamenti irregolari delle frontiere dell’Unione Europea e davanti al fatto che il numero di richieste di asilo è ai massimi dal 2016, la risposta deve essere collettiva, a livello europeo", sottolinea il presidente francese.

"In un momento in cui nel nostro Paese si svolgono molti dibattiti, del tutto legittimi, sull’argomento - aggiunge - il dibattito nazionale non deve farci dimenticare che il cuore della risposta alla lotta all’immigrazione è l’Europa. Spero che i prossimi giorni ci consentiranno di realizzare ciò che desideriamo: avere una politica più solida, che ci permetta di controllare meglio i flussi".

Il patto per l'asilo e le migrazioni che "stiamo finalizzando in Europa - prosegue - è molto importante, perché è fondamentalmente la capacità di registrare molto meglio le persone che arrivano sul suolo europeo, di avere procedure molto più sicure, di avere scambi di informazioni molto più sicuri, di avere filtri molto più chiari e procedure di rimpatrio molto più efficaci di quelle di cui disponiamo oggi", conclude.

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