Lasciarlo vincere significa permettergli di intimidire i Paesi vicini
Guerra Ucraina-Russia, l'Occidente non potrà più normalizzare i suoi rapporti con Putin. Intervenuto a una conferenza del suo partito Conservatore a Blackpool, il premier britannico Boris Johnson ha esortato l'Occidente non ripetere gli errori fatti dopo l'annessione della Crimea. E ha avvertito che lasciar vincere Putin significa permettergli di intimidire i paesi vicini e "dare luce verde" agli autocrati di tutto il mondo.
L'invasione dell'Ucraina è "un barbaro attacco contro civili innocenti, come non se ne vedevano dagli anni Quaranta", ha affermato Johnson, avvertendo che un successo russo in Ucraina significherebbe "la fine di ogni speranza di libertà in Moldova e Georgia". "Ci sono persone nel mondo, anche nei governi occidentali, che pensano sia meglio mettersi d'accordo con i tiranni. Credo abbiano profondamente torto. Normalizzare i rapporti con Putin dopo quanto è successo, come abbiamo fatto nel 2014, significherebbe ripetere lo stesso errore", ha rimarcato.
Johnson è apparso scettico sulla possibilità che Putin possa essere presto deposto, dicendo di non credere che "le libertà democratiche fioriranno presto" in Russia. Quanti ai motivi dell'invasione, secondo il premier britannico Putin "non crede affatto che l'Ucraina sarebbe entrata nella Nato" né "a quella roba semi mistica sulle origini del popolo russo.. quel mix di Nostradamus e Wikipedia russa". "Penso che tema l'Ucraina - ha aggiunto - perché in Ucraina ci sono libera stampa e libere elezioni".
L'ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha, poi, attaccato in serata il premier Boris Johnson per aver paragonato la voglia di libertà degli ucraini al voto dei britannici per la Brexit. "Boris Johnson paragona la lotta degli ucraini ai britannici che hanno votato per la Brexit. Ricordo ancora l'entusiasmo di Trump e Putin per il referendum. Boris, le tue parole offendono gli ucraini, i britannici e il buon senso", ha scritto su Twitter l'ex premier polacco, oggi presidente del Partito popolare europeo.