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Ucraina, Biden: "Da Putin crimini guerra, giusto mandato arresto Cpi"

Il presidente americano accoglie con favore la decisione della Corte penale internazionale. Negli Stati Uniti cambia intanto la linea sui richiedenti asilo russi: scattano le espulsioni

Afp
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18 marzo 2023 | 07.28
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''E' chiaro che abbia commesso crimini di guerra'', per cui il mandato emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) nei confronti del presidente russo Vladimir Putin è ''giustificato''. Così il presidente americano Joe Biden ha accolto con favore il mandato spiccato dalla Corte penale internazionale in connessione con la guerra in Ucraina.

Nel mirino dell'Aja, anche la commissaria russa per i diritti dei bambini Maria Alekseyevna Lvova-Belova. A Putin viene contestato un crimine di guerra: la deportazione illegale della popolazione, in particolare di bambini. "Oggi, 17 marzo 2023, la seconda camera preliminare della Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per due persone nel contesto della situazione in Ucraina: il signor Volodymyr Volodymyrovich Putin e la signora Maria Oleksiivna Lvivova-Belova", si legge nella nota diffusa ieri dalla Corte Penale Internazionale.

La Russia non riconosce il tribunale con sede all'Aja ma il presidente sostanzialmente è al sicuro nel territorio russo mentre rischia formalmente l'arresto se varca i confini nazionali.

"Insignificante", "inaccettabile", paragonabile a carta igienica. Così Mosca ha replicato al mandato d'arresto. "Oltraggiosa e inaccettabile", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, definendo la decisione della Corte Penale internazionale. Per quanto riguarda la Russia, si tratta di una decisione "nulla", ha sottolineato. Alla domanda se ora Putin avrà problemi a recarsi nei paesi che riconoscono la Cpi, Peskov ha riposto seccamente: "Non ho nulla da aggiungere a questo riguardo".

"La Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato d'arresto contro Vladimir Putin. Non c'è bisogno di spiegare dove dovrebbe essere usata questa carta", il commento su Twitter del vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev.

RUSSI ESPULSI DAGLI USA: CAMBIA LINEA SU RICHIEDENTI ASILO - L'Amministrazione Biden intanto non fa più eccezioni e i cittadini russi fuggiti negli Stati Uniti dopo l'invasione dell'Ucraina vengono espulsi e rispediti in patria. Lo scrive il Guardian parlando di un rapporto esclusivo e di un'inversione di tendenza rispetto a un anno fa, quando le espulsioni erano state sospese per tutelare chi contestava la linea adottata dal presidente russo e che per questo rischiava di essere perseguito a Mosca. I numerosi richiedenti asilo russi, molti dei quali si sono recati negli Stati Uniti nell'ultimo anno, ora sono terrorizzati dal fatto che il governo degli Stati Uniti li possa far rientrare in Russia dove rischiano il carcere o di essere inviati a combattere in prima linea in Ucraina.

Spiegando che la Casa Bianca non ha risposto alla richiesta di commento, il Guardian ricorda che l'Ice, l'agenzia americana che controlla le frontiere e l'immigrazione, ha diffusa una nota nella quale dice di essere ''impegnata a far rispettare le leggi sull'immigrazione in modo efficace e professionale. L'Ice facilita il trasferimento e l'allontanamento di persone che non hanno la cittadinanza tramite compagnie aeree commerciali e voli charter". E precisa che "l'Ice provvede agli spostamenti verso i Paesi di origine, inclusa la Russia, in conformità con le linee guida".

Il cambio di politica dell'Amministrazione Biden ha creato confusione e mandato nel panico gli interessati, scrive il Guardian. Jennifer Scarborough, un avvocato del Texas che assiste quattro uomini russi entrati negli Stati Uniti attraverso il confine dal Messico e che hanno chiesto asilo, dice che i suoi assistiti temono di essere arruolati. Uno di loro è già stato espulso, ha spiegato Scarborough, aggiungendo che ''non so cosa gli succederà. La Russia è stata esplicita nei confronti dell'opposizione. Il solo fatto che siano fuggiti dalla Russia per venire negli Stati Uniti li mette a rischio''.

Intervistati dal Guardian a condizione di anonimato, gli altri richiedenti asilo assistiti di Scarborough parlano di "paura enorme" e hanno chiesto di incontrare ufficiali dell'agenzia Usa per l'immigrazione per spiegare che c'è una "significativa possibilità" di persecuzione o tortura se tornano in patria, dove temono di essere arruolati per combattere in Ucraina e di ripercussioni.

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