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Ucraina, Zelensky: "Con armi Usa possiamo vincere la guerra"

Dopo l'ok della Camera al pacchetto da 61 miliardi, a Washington deve votare il Senato

Volodymyr Zelensky
Volodymyr Zelensky
21 aprile 2024 | 23.05
LETTURA: 3 minuti

"L'Ucraina può vincere la guerra". Il presidente Volodymyr Zelensky è convinto che Kiev possa prevalere nel conflitto con la Russia. La svolta può essere rappresentata dai 60 miliardi di aiuti che gli Stati Uniti si apprestano a inviare.

La Camera dei Rappresentanti ha dato l'ok al nuovo pacchetto, che nella giornata di martedì 23 aprile sarà votato dal Senato a maggioranza democratica: il semaforo verde è scontato. Le nuove forniture possono diventare un 'game changer' dopo 6 mesi in cui l'Ucraina ha dovuto pensare esclusivamente a difendersi dalle spallate della Russia. "Questi aiuti sono un segnale forte: l'Ucraina non sarà un nuovo Afghanistan, gli Stati Uniti resteranno con l'Ucraina e proteggeranno la democrazia", dice.

Quando arrivano le armi Usa

Secondo il Washington Post, ci vorrà meno di una settimana - a conclusione definitiva dell'iter al Congresso - perché alcune delle armi raggiungano il fronte. Il Pentagono ha già tutto pronto, in attesa del via libera definitivo.

Ora Zelensky vede "una possibilità di vittoria". "Penso che questo sostegno aiuterà davvero le forze armate dell'Ucraina", dice alla Nbc. "E avremo la possibilità di vincere se l'Ucraina otterrà davvero i sistemi d'arma di cui abbiamo tanto bisogno. Alcuni sistemi davvero cruciali che sono difficili da ottenere...", aggiunge, sottolineando che sono indispensabili in particolare missili a lungo raggio.

"Ne abbiamo bisogno, ci servono per non perdere uomini al fronte. Abbiamo vittime perché non possiamo colpire sufficientemente lontano, le nostre armi non sono in grado di arrivare così lontano. Abbiamo bisogno di queste armi e dei sistemi di difesa aerea, queste sono le priorità", ribadisce. Tutto o quasi "dipende da quando avremo le armi a disposizione sul campo. Ora abbiamo la possibilità di stabilizzare la situazione e prendere l'iniziativa, ecco perché ci servono queste armi".

No a Trump e no a Putin

Zelensky non prende in considerazione i rumors secondo cui Donald Trump, in caso di elezione a presidente degli Usa, sarebbe favorevole ad una soluzione negoziale della guerra con la cessione di territori ucraini a Mosca. "Non ci credo", dice tagliando corto. Scetticismo, a dir poco, anche quando si parla della disponibilità di Vladimir Putin a trattare. "La strategia per porre fine alla guerra non dovrebbe essere basata sulle parole di Putin o di qualcuno del suo entourage ma sul elementi specifici e tangibili in Ucraina, che è un paese indipendente e democratico. Tutti i leader politici hanno interesse ad avere un'Ucraina indipendente, sovrana e democratica. Ed è nell'interesse" in America "sia di repubblicani che di democratici".

Le ultime notizie dal campo di battaglia

In attesa delle armi americane, l'Ucraina cerca di arginare le spallate della Russia, che continua a premere in particolare lungo il fronte orientale. La cittadina di Chasiv Yar teatro di duri scontri, rimane sotto il controllo ucraino, come afferma l'esercito di Kiev. "Chasiv Yar sta tenendo", dice alla televisione ucraina il portavoce delle truppe locali, Nazar Voloshyn. "Il nemico preme, ma la situazione è sotto controllo, non ci sono truppe russe in città", assicura spiegando che le truppe di Mosca hanno tentato senza successo di avanzare con il supporto dell'artiglieria.

La cittadina di Chasiv Yar è considerata il prossimo obiettivo dell'esercito russo. Il fronte corre a pochi chilometri dal centro della città, non è lontana da Bakhmut, che è stata conquistata dai russi quasi un anno fa dopo pesanti combattimenti. Solo pochi giorni fa, Zelensky ha visitato Chasiv Yar e ispezionato lo stato della difesa.

Nelle stesse ore, Mosca annuncia che i suoi soldati hanno assunto il controllo della località di Bogdanovka, situata nella provincia del Donetsk. Le truppe russe - afferma un comunicato del ministero della Difesa postato su Telegram - "hanno liberato completamente Bodganovka, nella Repubblica popolare del Donetsk" e "hanno rafforzato le posizioni sulla linea del fronte".

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