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Telegram, Macron: "Arresto Durov non è politica: decidono i giudici"

Il presidente francese: "La Francia ha a cuore la libertà di espressione e di comunicazione, l'innovazione e lo spirito d'impresa". Procura di Parigi contesta a Durov 12 reati

Emmanuel Macron
Emmanuel Macron
26 agosto 2024 | 17.36
LETTURA: 3 minuti

"L'arresto del presidente di Telegram in territorio francese è avvenuto nell'ambito di un'inchiesta giudiziaria in corso. Questa non è in alcun modo una decisione politica. Spetta ai giudici decidere". Il presidente francese Emmanuel Macron si esprime così, su X, commentando l'arresto del fondatore e ceo di Telegram, Pavel Durov, fermato nella serata di sabato all'aeroporto di Le Bourget, a Parigi.

Macron ha lamentato che dopo l'arresto di Durov sulla Francia circolano informazioni "false" in quanto il suo Paese ha più che mai a cuore "la libertà di espressione e di comunicazione, l'innovazione e lo spirito d'impresa" e "rimarrà così".

Il presidente francese ha quindi ricordato che "in uno Stato di diritto, sui social network come nella vita reale, le libertà si esercitano in un quadro stabilito dalla legge per proteggere i cittadini e rispettare i loro diritti fondamentali. Spetta al sistema giudiziario, in totale indipendenza, far rispettare la legge".

Procura di Parigi contesta a Durov 12 reati

Sono complessivamente 12 i reati che la Procura di Parigi contesta a Durov. Lo ha riferito il sito dell'emittente Bfmtv, secondo cui tra i reati citati nel comunicato stampa della Procura si evidenziano la "complicità nel possesso di un'immagine di minore a carattere pedopornografico" e la "complicità nell'acquisizione, nel trasporto, nel possesso, nell'offerta o nella vendita di stupefacenti".

La Procura contesta a Durov anche il "rifiuto di comunicare, su richiesta delle autorità autorizzate, le informazioni o i documenti necessari per la realizzazione e l'uso di intercettazioni autorizzate dalla legge". Un'accusa che fa eco alle numerose critiche rivolte a Telegram, che rifiuterebbe di collaborare con le autorità dei Paesi in cui l'applicazione è disponibile, ad esempio per comunicare dati sugli autori di presunti reati.

"Questa misura rientra nell'ambito di un'indagine giudiziaria aperta l'8 luglio 2024, a seguito di un'indagine preliminare condotta dalla sezione J3 (lotta alla criminalità informatica)", prosegue la Procura di Parigi, ricordando che il fermo di polizia di Durov potrà durare fino al 28 agosto.

L'arresto di Durov è un tema di primissimo piano anche in Russia. L'ambasciata russa a Parigi ha chiesto che possa essere garantita la protezione consolare per Durov. Mosca intende operare per tutelare i diritti del fondatore di Telegram, che ha anche passaporto francese. "I francesi a ora non hanno risposto alle nostre richieste", precisa la sede diplomatica, citata dall'agenzia Tass.

Il Cremlino oggi smentisce che il presidente Vladimir Putin, nel corso della sua recente visita a Baku, abbia incontrato Durov. Il portavoce Dmitry Peskov nega che anche il fondatore di Telegram avrebbe raggiunto l'Azerbaigian nelle stesse date della visita del Presidente russo con cui avrebbe avuto un incontro informale.

Intanto, nella bufera, si fa sentire anche la voce di Telegram. L'azienda "rispetta le leggi dell'Ue, incluso il Digital Services Act: la sua moderazione rispetta gli standard del settore ed è in continuo miglioramento", il messaggio della compagnia. "Il Ceo di Telegram, Pavel Durov, non ha nulla da nascondere e viaggia spesso in Europa", spiega la società. "E' assurdo affermare che una piattaforma o il suo proprietario siano responsabili dell'abuso di tale piattaforma. Quasi un miliardo di utenti in tutto il mondo utilizza Telegram come mezzo di comunicazione e come fonte di informazioni vitali. Stiamo aspettando una rapida risoluzione di questa situazione. Telegram è con tutti voi", conclude la società.

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