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Tajani all'Onu: "Italia con Ucraina, a Zaporizhzhia rischio nuova Chernobyl"

Il ministro degli Esteri: "Serve un Consiglio di sicurezza più rappresentativo e inclusivo"

Antonio Tajani - Fotogramma
Antonio Tajani - Fotogramma
20 settembre 2023 | 23.13
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"La posizione del governo italiano guidato dal primo ministro Giorgia Meloni sull’aggressione russa all’Ucraina è chiara e molto nota: siamo dalla parte dell’Ucraina, un popolo invaso che lotta per difendere la propria libertà e sovranità. Tutti subiamo le conseguenze di questa guerra che come un domino ha colpito le nostre società: crisi energetica, aumento dei prezzi delle materie prime, inflazione, rifugiati. Una crescente pressione migratoria dall'Africa, in particolare verso l'Italia, aggravata dalla crisi alimentare causata dal blocco dei cereali da parte della Russia. La comunità internazionale non si è arresa di fronte a queste difficoltà, nonostante la stanchezza delle nostre opinioni pubbliche. Vogliamo una pace giusta per l’Ucraina. Solo la pace significa libertà per l’Ucraina. Volodymyr Zelenskyj e il popolo ucraino sanno che l’Italia è con loro e sarà con loro. Per loro, ma per l’Italia stessa" Così il ministro agli Affari Esteri Antonio Tajani, intervenendo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al Palazzo di Vetro dell'Onu.

"Appoggiamo sinceramente la formula di pace in 10 punti del Presidente Zelensky". Dunque Tajani illustra i tre punti prioritari per il governo italiano. "Primo: siamo molto preoccupati per la situazione di sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Dobbiamo appoggiare gli sforzi del direttore dell'agenzia nucleare dell'Aiea, Grossi. Il rischio è un'altra Chernobyl, si rischia più di una nuova Chernobyl", mette in guardia.

"In secondo luogo - prosegue il ministro, intervenuto al Consiglio di sicurezza delegato dalla premier Meloni -, l'Italia condanna fermamente la decisione della Russia di porre fine all'Iniziativa sui cereali del Mar Nero. Questa decisione ha messo in pericolo la vita di milioni di persone in Africa, ha provocato l'insicurezza alimentare e ha costretto centinaia di migliaia di persone a lasciare le loro terre", contribuendo a causare vittime nel "viaggio disperato verso il Mediterraneo".

"L'Italia, che ha ospitato il vertice sui sistemi alimentari a luglio, saluta il Presidente Erdogan e il Segretario Generale Guterres per aver lanciato l'Iniziativa sui cereali del Mar Nero", iniziativa che ha "il nostro pieno supporto".

Infine, tra i punti evidenziati da Tajani, "la situazione umanitaria. Sosteniamo l'iniziativa del Vaticano mirata allo scambio di detenuti per consentire ai giovani bambini ucraini di ritornare alle loro famiglie".

"La ricostruzione dell'Ucraina - ha aggiunto - sarà una delle massime priorità della presidenza italiana del G7 il prossimo anno. L’aggressione russa all’Ucraina ha raggiunto i siti religiosi. Secondo l’Unesco, più di 120 siti religiosi sono stati danneggiati. Dopo il bombardamento della cattedrale di Odessa abbiamo lanciato un progetto italiano per la ricostruzione. Odessa è stata progettata da architetti italiani. L’Italia sarà in prima linea nella ricostruzione. È un progetto di rinascita sociale e spirituale, potete contare sull'Italia. L’Italia lotterà sempre per la pace e sarà pronta a fare la sua parte. Ovunque".

"Dobbiamo tutelare due principi essenziali della Carta delle Nazioni Unite: sovranità e integrità territoriale, ben riflessi anche nella posizione del G7 e nella recente dichiarazione finale dei leader del G20 a Nuova Delhi. Dobbiamo ammettere che qualcosa non ha funzionato. Pensavamo che la pace e la sicurezza internazionale fossero date per scontate. Il Consiglio di Sicurezza è bloccato da decenni. La posizione del governo italiano è molto chiara: abbiamo bisogno di un Consiglio di Sicurezza che sia più giusto, rappresentativo e inclusivo", ha detto ancora Tajani.

"Più rappresentatività - rimarca il ministro - significa per noi dare più possibilità di sedere nel Consiglio all'Africa, all'Asia, all'America Latina e agli Stati insulari, senza però creare nuove gerarchie e privilegi".

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