"Erano appena finiti i fuochi d'artificio e abbiamo sentito quei colpi e abbiamo capito subito che erano colpi diversi, che erano armi da fuoco. Ci siamo buttate a terra e siamo rimaste lì impietrite, noi e le centinaie di persone che ci stavano attorno. Non so quanto è durata. Appena finiti gli spari, abbiamo cominciato a correre in mezzo alla folla. Correvano tutti, c'erano donne, tantissimi ragazzi e bambini, famiglie con bambini". Il racconto della nostra collega dell'AdnKronos, a Nizza con una amica italiana, è concitato.
"Siamo sotto choc. Era una serata di festa, bellissima. Siamo vive per miracolo perché la casa della mia amica è a poche centinaia di metri da dove si è sparato e la nostra corsa tra la folle è durata poco, ci siamo buttate in casa e ora siamo qui. Sotto la nostra finestra c'è un posto di blocco. Non possiamo uscire di casa. Ci hanno detto di restare dentro".
La collega ricostruisce i momenti che hanno preceduto la strage. "Eravamo davanti al Mercure, vicino al Mediterranee sulla promenade. Erano appena finiti i fuochi quando abbiamo visto un plotone, saranno stati un decina, di agenti della gendarmerie. Hanno attraversato al folla a passo di marcia. E ci è subito sembrato strano. Ci siamo dette: 'meglio così, siamo più sicure. Ho detto alla mia amica di andare verso il Negresco, nella direzione in cui sono andati i gendarmi e lei mi stava dicendo di no quando, in quel momento esatto, sono iniziati gli spari ed è stato il panico. La gente che correva, spinte, strattoni, tavolini dei bar buttati per aria. Una cosa che solo nei film avevamo visto".