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Mar Rosso, leader Houthi: "Colpiremo navi Usa con missili e droni"

La minaccia contro l'operazione 'Prosperity Guardian': "Agiremo contro la task force". E avverte: "Se mandano soldati in Yemen sarà peggio del Vietnam"

Militari sul Mar Rosso - Afp
Militari sul Mar Rosso - Afp
20 dicembre 2023 | 17.47
LETTURA: 2 minuti

"Renderemo bersaglio le navi Usa dei nostri missili e droni” in risposta "ad ogni attacco americano al nostro Paese". È la minaccia del capo delle milizie sciite (Ansar Allah) nello Yemen, Abdul Malik al-Houthi, pronunciata in un discorso trasmesso in Tv in risposta all'operazione Prosperity Guardian, a guida Usa, che vuole fermare i loro attacchi.

Il capo degli Houthi, spalleggiati dagli ayatollah in Iran, sostiene che “la mossa annunciata dagli Stati Uniti fornisce un servizio esclusivamente a beneficio d’Israele e non alla sicurezza navigazione internazionale”.

"Agire contro la task force nel Mar Rosso"

Non prendiamo di mira il trasporto marittimo globale, ma piuttosto quello sionista”, ha detto il leader del gruppo sciita yemenita convinto che “tale iniziativa viola i diritti dei Paesi che si affacciano sul Mar Rosso” e, afferma, contro di essa “dobbiamo agire perché danneggia la navigazione internazionale”. “Gli altri Paesi non dovrebbero impegnarsi e sacrificarsi al servizio di Israele”, ha concluso. L'Italia ha annunciato ieri che metterà a disposizione della coalizione una fregata.

"La maggiore minaccia alla navigazione nella regione è il passo degli Stati Uniti che ha come obiettivo quello di militarizzare il Mar Rosso, il Golfo di Aden e lo stretto di Bab al-Mandab", ha dichiarato, accusando gli Usa di voler "trasformare la regione in un campo di battaglia". "Se gli Stati Uniti inviano soldati nello Yemen - ha ammonito - bisogna sapere che dovranno affrontare problemi più gravi di quelli affrontati in Afghanistan e che hanno sofferto in Vietnam".

"Dietro Italia e altri Paesi Ue nera storia coloniale"

Abdul Malik al-Houthi accusa poi gli americani di essere “complici degli orribili crimini che accadono in Palestina”. E punta il dito anche contro l'Italia: “Alcuni Paesi europei come Francia, Germania e Italia hanno una nera storia coloniale” alle spalle, e da loro “non ci aspettiamo che svolgano un ruolo positivo a beneficio del popolo palestinese”.

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