Il premier israeliano in un discorso alla nazione dopo le prese di posizione di Erdogan e Guterres.
E aggiunge: "Tutti risponderanno per l'attacco del 7 ottobre, anch'io"
"Hamas è l'Isis e l'Isis è Hamas". E' il concetto ribadito dal premier israeliano Benyamin Netanyahu in un discorso alla nazione, in quello che è apparso un riferimento alle prese di posizione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e del segretario generale dell'Onu Antonio Guterres.
Netanyahu ha poi assicurato che le forze armate israeliane si stanno "preparando" per l'invasione di terra a Gaza, mentre continuano le "speculazioni" sul rinvio dell'operazione. Il gabinetto di guerra "lavora 24 ore su 24", ha detto, precisando che non darà dettagli sul'invasione per "garantire la vita dei nostri soldati". La tempistica è stata comunque "all'unanimità" dal gabinetto di guerra israeliano.
"Ci stiamo preparando per un'incursione di terra. Non specificherò quando, come e quanti. Non darò dettagli nemmeno sulla varietà di considerazioni, la maggior parte delle quali non sono note all'opinione pubblica. Ed è così che deve essere. Questo è il modo in cui proteggiamo le vite dei nostri soldati", ha affermato Netanyahu, sottolineando che "la tempistica dell'operazione è stata determinata all'unanimità dal gabinetto di guerra e dal capo di stato maggiore". "Faremo pagare il prezzo pieno a quegli assassini, agli autori di quelle atrocità..ad da Hamas-Daesh".
In un riferimento alle responsabilità del massacro del 7 ottobre, Netanyahu ha sottolineato che "tutti dovranno dare risposte, lo farò anche io". Il Premier non ha voluto assumere, neanche oggi, responsabilità per l'attacco dello scorso 7 ottobre, come invece hanno fatto diversi altri esponenti delle agenzie di sicurezza, e ha rimandato a dopo la fine della guerra spiegazioni e ricostruzioni. "Tutti dovranno dare risposte, lo farò anche io, dopo la guerra", ha dichiarato in un discorso alla nazione.
“Tutti gli esponenti di Hamas sono morti che camminano", ha infine affermato il Premier sottolineando che, insieme al ministro della Difesa, a Benny Gantz, ai capi di stato maggiore e delle agenzie di sicurezza, "stiamo lavorando per ottenere gli obiettivi della guerra fino alla vittoria, senza considerazioni politiche".