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Israele-Hamas, Netanyahu a Biden: "La guerra continuerà"

L'esercito amplia le operazioni al sud contro tunnel dei terroristi. Ucciso a Rafah responsabile forniture armi di Hamas. Iran minaccia: "Chiuderemo accesso a Mar Mediterraneo"

Tank israeliani (Afp)
Tank israeliani (Afp)
23 dicembre 2023 | 21.43
LETTURA: 6 minuti

"Israele porterà avanti la guerra fino a quando tutti i suoi obiettivi non saranno stati raggiunti", dalla sconfitta di Hamas al rientro a casa degli ostaggi in mano ai terroristi nella Striscia di Gaza. E' quanto ha chiarito il premier israeliano Benjamin Netanyahu nel corso di un colloquio telefonico con il presidente americano Joe Biden.

Nel corso della telefonata, ha riferito l'ufficio del premier israeliano, Netanyahu "ha espresso il suo apprezzamento per la posizione degli Stati Uniti nel Consiglio di Sicurezza", con riferimento alla posizione adottata da Washington per evitare l'adozione di una richiesta vincolante dell'esecutivo Onu per un cessate il fuoco a Gaza.

Intanto il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, ha reso noto che l'esercito israeliano ha ulteriormente ampliato le operazioni nel sud di Gaza, in particolare contro le infrastrutture sotterranee di Hamas. "Fin dal loro ingresso nelle nuove basi di Hamas, le truppe sono impegnate in pesanti battaglie", ha affermato.

Nell'area di Khan Younis, l'esercito israeliano sta operando "molto intensamente" per smantellare i tunnel del gruppo terroristico palestinese. Finora le forze di terra hanno distrutto o sequestrato circa 30mila armi esplosive, tra cui missili anticarro e RPG, in tutta la Striscia di Gaza.

Nell'area dei quartieri di Daraj e Tuffah a Gaza City, le forze israeliane hanno trovato un deposito di armi in una scuola, contenente molti ordigni esplosivi, razzi e mezzi "strategici" appartenenti alle unità navali di Hamas, che secondo Hagari avrebbero potuto essere usate contro le navi della Marina israeliana.

Ucciso a Rafah responsabile forniture armi di Hamas

Sempre sul fronte della cronaca, l'esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso a Gaza Hassan Al Atrash, responsabile delle forniture militari per il braccio armato di Hamas, Brigate Ezzeldin al Qassam, nel corso di un raid effettuato ieri a Rafah. I militari israeliani identificano Al Atrash come "responsabile delle forniture e della produzione di armi per Hamas, oltre che del contrabbando di armi da vari paesi verso la Striscia di Gaza" e della "fornitura di armi a terroristi" in Cisgiordania.

Hamas: "Cinque ostaggi morti in raid Israele"

Il braccio armato di Hamas afferma di ritenere che siano morti cinque ostaggi israeliani trattenuti nella Striscia di Gaza. Secondo il portavoce delle Brigate al-Qassam, Abu Obeida, "come conseguenza di un barbarico bombardamento" israeliano "si sono persi i contatti con un gruppo responsabile di cinque prigionieri", ostaggi israeliani. Stando a un messaggio riportato dal sito 'Palestine On Line', "riteniamo che i prigionieri siano morti in uno di questi attacchi israeliani nella Striscia di Gaza". Hamas identifica tre degli ostaggi "Haim Perry, Yoram Metzger e Amiram Cooper" di età compresa tra gli 80 e gli 84 anni, comparsi nel video diffuso lunedì scorso dal gruppo.

Iran minaccia il Mediterraneo

I Guardiani della Rivoluzione dell'Iran hanno intanto minacciato di chiudere lo Stretto di Gibilterra e l'accesso al Mediterraneo in risposta ai "crimini" commessi dagli Stati Uniti e Israele a Gaza. "Questa non è solo retorica. Si aspettino presto la chiusura del Mar Mediterraneo, dello Stretto di Gibilterra e di altre vie d'acqua", ha affermato il generale di brigata Mohammad Reza Naqdi, citato dai media della Repubblica islamica. Le minacce dei Pasdaran seguono gli attacchi nel Mar Rosso condotti dallo Yemen dai loro alleati Houthi contro le navi legate a Israele.

Gaza: 20.258 morti dal 7 ottobre

Sarebbero 20.258 i morti e 53.688 i feriti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre scorso. Lo denuncia il ministero della Salute di Gaza, sotto il controllo di Hamas, secondo le notizie riportate dalla tv satellitare al-Jazeera.

In uno dei raid più sanguinosi dall'inizio della guerra nell'enclave, settantasei membri di una famiglia palestinese allargata sarebbero stati uccisi in un raid israeliano contro un edificio di Gaza City. Tra le vittime, secondo il dipartimento della Protezione civile di Gaza, figurano numerosi membri della famiglia al-Mughrabi, inclusi donne e bambini oltre ad Issam al-Mughrabi, da tempo impiegato nel Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, insieme a sua moglie ed ai loro cinque figli.

E almeno 11 palestinesi disarmati sarebbero stati uccisi a Gaza City davanti ai loro familiari lo scorso 19 dicembre, ha denunciato l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, precisando che la notizia non è stata ancora verificata e che, tuttavia, l'episodio potrebbe ritenersi un crimine di guerra. In una nota l'Onu sottolinea di aver "ricevuto informazioni inquietanti secondo cui le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno ucciso sommariamente" gli 11 nel quartiere di al-Remal tra le 20 e le 23 di quattro giorni fa. Propaganda di Hamas", sostiene Mark Regev, consigliere del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyhu. In un'intervista a Sky News, Regev, si è rivolto alla popolazione di Gaza dicendo che un cessate il fuoco potrebbe essere concesso "domani" se Hamas acconsentisse a rilasciare i più di 100 ostaggi ancora nelle sue mani. "Siamo pronti per un'altra pausa umanitaria, come abbiamo fatto a novembre", ha precisato il consigliere di Netanyahu.

Almeno 18 persone sarebbero morte in raid israeliani sulla parte centrale di Gaza. Stando alle denunce di Daqran alla Cnn, si tratta di vittime di bombardamenti israeliani che hanno colpito le aree di Deir al-Balah e del campo profughi di Al Nusairat. L'agenzia palestinese Wafa ha denunciato il bombardamento da parte di caccia israeliani di un'abitazione lungo la Al-Eshrin Street, a est del campo, con un bilancio di almeno 18 morti e decine di feriti.

Onu: "150mila sfollati in ultime evacuazioni"

Oltre 150.000 persone sono state colpite dagli ultimi ordini di evacuazione israeliani di trasferirsi dal centro di Gaza a Deir al-Balah, "per estendere l'operazione militare in corso". Lo ha scritto su X il direttore degli Affari dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa) Thomas White, aggiungendo che l'area di destinazione "è già sopraffatta, inclusi i rifugi dell’Unrwa".

"Le persone a Gaza sono Persone. Non sono pedine su una scacchiera, molti sono già stati sfollati diverse volte. L'Esercito israeliano ordina alle persone di spostarsi verso aree dove sono in corso raid aerei. Nessun posto è sicuro", ha poi scritto White dopo aver contestato le autorità israeliane sugli sgomberi a Gaza.

Guterres: "Aiuti a Gaza? Israele crea enormi ostacoli"

In un breve post sui social media nelle ore successive all'approvazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiede un aumento dei flussi di aiuti umanitari a Gaza, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha affermato che l’esercito israeliano rappresenta l’ostacolo al raggiungimento di tale richiesta. Secondo Guterres, infatti, il modo in cui Israele sta conducendo la guerra a Gaza ha creato “enormi ostacoli” alla consegna di aiuti umanitari nel territorio devastato dove le persone stanno affrontando una carestia.

“Un’operazione di aiuto efficace a Gaza richiede sicurezza; personale in grado di lavorare in sicurezza; capacità logistica; e la ripresa dell’attività commerciale”, ha affermato. In un post precedente, Guterres ha osservato che 136 membri del personale delle Nazioni Unite sono stati uccisi a Gaza in soli 75 giorni, “qualcosa che non abbiamo mai visto nella storia delle Nazioni Unite”. "Nulla può giustificare gli orribili attacchi terroristici lanciati da Hamas il 7 ottobre o il brutale rapimento di circa 250 ostaggi", ha scritto ancora su X il segretario generale delle Nazioni Unite, chiedendo che "tutti gli ostaggi rimanenti vengano rilasciati immediatamente e incondizionatamente”.

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